30/06/2022
“Caput Mundi… e Villa Pamphilj.”
Si chiama Caput Mundi ed è un mega progetto voluto dal Comune di Roma per il Giubileo del 2025. In tutto 335 interventi su 283 siti archeologici e culturali per 500 milioni di euro reperito attraverso le risorse messe in campo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Tra gli interventi di valorizzazione e di fruizione del patrimonio monumentale di Roma e del Lazio.
All’interno delle linee di intervento di Caput Mundi c’è anche una voce che ci interessa particolarmente: con in tutto 55 interventi previsti, c’è infatti il progetto “Mitingodiverde” che riguarda parchi, giardini storici, ville e fontane. Per questa linea di intervento sono previsti un totale di 60, 30 milioni di euro e come il resto dei progetti deve essere concluso, al 100%, entro il 30 giugno del 2026.
Nel dettaglio “Mitingodiverde” è presentata come la linea di azione più green di tutto il progetto: ha come obiettivo quello di restituire ai cittadini il senso di appartenenza alla città e creare spazi di incontro, di tempo libero e di verde pubblico. Nella linea si vuole sviluppare anche “una offerta turistica sostenibile che, al pari di quanto avviene nelle altre capitali europee, rinforzi l’esperienza unica dell’esperienza turistica del verde pubblico e delle Grandi Ville.”
Su questo punto seguiremo con attenzione cosa vuol dire esattamente “rinforzare l’esperienza unica dell’esperienza turistica” (??? ci sembra un po’ arzigogolata la questione) perché il passo verso scivoloni e facili entusiasmi è breve… comunque staremo a vedere.
Proseguendo con la lettura del progetto scopriamo che “si investirà dunque nella riqualificazione di luoghi identitari, parchi, fontane e giardini storici, sostenendo progetti incentrati su un turismo sostenibile e green, ciclabile e familiare.”
Sempre nel progetto leggiamo che “Una rinnovata consapevolezza che i parchi e giardini storici sono parte integrante del nostro patrimonio turistico culturale, dotati della specifica peculiarità di infrangere i confini tra artificio e natura. Per molti anni, pertanto, non è stato loro attribuita la stessa attenzione che è stata rivolta, ad esempio, al patrimonio storico artistico ed architettonico, con conseguenze di frequente abbandono di questi beni che ancora oggi, in molto casi riscontriamo.
La stessa politica urbanistica dal dopoguerra ad oggi, che non ha risparmiato ferite profonde al paesaggio, con l’adozione della zonizzazione e degli standard urbanistici, ha di fatto spogliato questi beni del loro valore turistico culturale, riducendo la loro articolata e complessa funzione collettiva a quella di meri strumenti utili ad assicurare il “verde pubblico”. Riconoscendo, dunque, un diffuso stato di criticità e precarietà di questo patrimonio, si reputa necessario restituire alla loro dignità turistica e culturale i parchi e giardini storici riscoprendo la loro giusta dimensione di vocazione turistica e sociale.”
E ancora:
“Gli obiettivi principali di questo Progetto, in questo caso, risiedono:
– nella rilevanza della funzione pubblica e turistica che, al pari di altri luoghi della cultura, i giardini e parchi storici svolgono e possono svolgere nel contesto della vita delle comunità in termini di benefici economici, benessere ed inclusione sociale e riduzione del sovraffollamento turistico…..segue
– nel ruolo che giocano nella definizione dell’immagine dei diversi contesti insediativi in cui sono collocati e, in particolare, negli ambiti urbani per i quali possono rappresentare punti centrali del progetto di rinnovamento;
– nella continuità delle connessioni ecologiche che garantiscono e nella molteplicità di servizi ecosistemici che forniscono. Parchi e giardini storici tengono indissolubilmente legati valori storico-culturali e valori ambientali, fornendo una molteplicità di servizi eco sistemici al territorio che vanno da quelli tipicamente turistico-ricreativi a quelli che interessano la conservazione della biodiversità, la produzione di ossigeno, la riduzione del livello di inquinamento ambientale e del rumore, la regolazione del microclima;
– infine, ma certamente non meno importante, l’evidenza in molti casi di uno stato di conservazione precario rende necessarie ed urgenti diffuse azioni di tutela, conservazione e corretta gestione, per la sopravvivenza nel tempo di questi beni, caratterizzati più̀ di altri da una particolare deperibilità̀ causata dalla continua evoluzione e dall’invecchiamento della materia vegetale e da usi non sempre idonei. È necessario riacquistare la consapevolezza che i parchi e i giardini sono parte integrante del patrimonio turistico-storico–culturale ed ambientale del nostro Paese, esprimono la cultura e i gusti dell’epoca che li ha generati, i rapporti con i luoghi che li hanno ospitati e i legami con le conoscenze tecniche, botaniche e agronomiche del tempo cui appartengono, che hanno reso possibile la loro stessa vita e permanenza nel tempo.”
E ancora sempre sulla fruizione turistica ecc. “A tal fine sono stati selezionati alcuni luoghi emblematici del profondo legame identitario tra cittadinanza e territorio, minacciati dal declino, dall’abbandono, e dalla riduzione dei perimetri originari.
Nel corso del tempo, per l’incalzare dell’urbanizzazione e del degrado dell’intorno, questi complessi sono divenuti via via meno accessibili e frequentati. Si è generata una rivendicazione di appartenenza spontanea negli abitanti, che li sentono propri: le aspettative di fruizione culturale della collettività si sono accresciute, individuando percorsi di visita e poli di attrazione turistica che l’associazionismo ha promosso con tenacia e lungimiranza. La popolarità di questi siti, immersi in una cornice verde accuratamente configurata, è dovuto al collegamento con la città storica (per reinterpretarne i lineamenti e per continuità dei contesti), ridisegnandone al contempo i panorami e le vedute. Particolare rilievo ha, in questo quadro, l’intervento su giardini e parchi storici come Villa Borghese e Villa Pamphilj, ma anche il recupero di frammenti di giardini e complessi di verde che costituiscono parte preziosa del patrimonio cittadino…”
In sostanza il progetto punta a tre punti fondamentali:
– incremento dell’attrattività turistica, urbana e paesaggistica e della dotazione e accessibilità degli spazi pubblici verdi.
– incremento della resilienza sociale ed economica e mitigazione dell’impatto della crisi, con la realizzazione di opere attraverso l’attivazione di imprese di comparti diversi (edilizia, florovivaistica, ecc.), maestranze specializzate, professionisti e competenze multidisciplinari.
– incremento delle competenze per la gestione e manutenzione dei beni.
Apprezziamo lo sforzo ma vorremmo ricordare che nella carta di Firenze emanata dal Comitato Internazionale dei Giardini Storici il 21 maggio 1981. All’ Art. 1 è citato” Un giardino storico è una composizione architettonica e vegetale che dal punto di vista storico o artistico presenta un interesse pubblico. Come tale è considerato come un monumento.”
Ovvero occorre sì, ci mancherebbe incrementare la conoscenza dei Parchi e delle Ville Storiche, anche ai turisti, ma di certo non si può fare del “turismo” il perno centrale di tanta abbondanza di denari.
Non abbiamo letto, a meno che non ci sia sfuggito, alcun riferimento per esempio a quanto stabilito nella stessa carta di Firenze all’articolo Art. 25, ovvero la necessità di stimolare interesse verso i giardini storici “ con tutte quelle azioni adatte a valorizzare questo patrimonio ed a farlo conoscere e apprezzare: la promozione della ricerca scientifica, gli scambi internazionali e la diffusione delle informazioni, la pubblicazione e l’informazione di base, lo stimolo all’apertura controllata dei giardini al pubblico, la sensibilizzazione al rispetto della natura e del patrimonio storico da parte dei mass-media”.
Insomma il fulcro di questo Caput mundi, e quindi di “Mitingodiverde” è soprattutto il turismo, e non a caso tra i soggetti attuatori c’è il Ministero del Turismo.
Va bene tutto, basta che però che con la scusa di questo non si trasformino le ville, i parchi storici in meri luoghi di svago e divertimento, di turismo mordi e fuggi nel quale i turisti accorro più per frequentare bistrot e ristoranti che per conoscere “in profondità” l’essenza dello stesso Parco Storico: l’essere un luogo tranquillo che favorisce il contatto, il silenzio e l’ascolto della natura, un sito che per definizione stessa è evocatore di un fatto memorabile, di un avvenimento storico da ricordare, sempre.
Qui il progetto Caput Mundi:> https://cutt.ly/wKCJtoE
La Carta di Firenze:> https://cutt.ly/wKC0U1S
Vai al post FB>https://cutt.ly/oKVrwnF