“Caro Romano, da grande voglio diventare un fusto… come te!”


27/07/2013

“Caro Romano, da grande voglio diventare un fusto… come te!”



Romano arriva tutte le mattine non più tardi delle nove, lascia la bicicletta vicino alla fontana del Giglio, e si ferma lì, a scambiare quattro chiacchiere con i suoi amici, gli altri “senatori”.
Hanno ricevuto questo soprannome per via dell’età (non sono propriamente dei giovincelli) e per una sorta di presenza “sacra” e praticamente giornaliera tra i sedili di pietra che circondano la fontana… quasi fosse una seduta del l’antico Senatus capitolino.

Qui Romano e i suoi amici abbozzano qualche esercizio ginnico ma, soprattutto, si lanciano in interminabili e accese discussioni che spaziano dalla politica alla religione , dalla vita vissuta agli amori, dal calcio alla Ferrari, da “hai visto quello” a “ma non era morto?”! Tutto insomma… anche su quello che non c’è più!
Tra tutti, però, spicca il nostro Romano: è un ottimo atleta e nella propria vita ha fatto sempre tanta attività fisica… per lavoro e per diletto. Certo, adesso non tira più di pugilato, non solleva bilancieri e macina qualche chilometro in meno , ma una corsetta veloce riesce a farsela tutte le mattine… alla faccia dei suoi ottanta tre anni!

Poi qualche migliaio di saltelli con la corda (lì è davvero imbattibile!), serie di trazioni (ma adesso, mannaggia, non ci sono più le sbarre vicino la fontana… le hanno fatte fuori quei brutti ceffi dei vandali, lo ricordate?) e poi si passa alla “chiacchiera”, la parte più divertente della mattinata.
Da un paio di mesi però Romano ha anche un’altra occupazione, un impegno che lui mette al primo posto, diligentemente.
E’ la prima cosa di cui si occupa appena arriva a villa Pamphilj… perché, oltre alle solite doti, Romano il fabbro, Romano il pugile, Romano il corridore, Romano il senatore, si è scoperto provetto giardiniere.
Si occupa personalmente di un alberello, un piccolo pino, donato da una famiglia per ricordare un assiduo frequentatore della villa, venuto a mancare appena qualche mese fa.

Proprio l’arrivo del nuovo albero era stata accolto con grande gioia dai nostri “senatori” e dalla nostra Associazione: davvero un bel gesto che, al ricordo di un papà unisce il ripristino di un maestoso e centenario pino marittimo caduto un paio di anni fa a causa dell’incuria e della malattia.
L’alberello piantato però, per poter crescere e prendere, un giorno, il posto del grande “centenario” aveva bisogno di essere accudito, e le sue radici, innaffiate con periodicità: ed ecco qui che, da subito, entrò in gioco il nostro Romano!

Così, ora, appena arriva, controlla la salute dell’alberello, verifica che il terreno intorno al fusto sia abbastanza umido e, nel caso, con un paio di bottiglie nascoste lì vicino, provvede ad innaffiarlo… ma non troppo, se ci hanno pensato già questi fastidiosi acquazzoni estivi!
Ed è per questo che l’alberello sta crescendo così bello e sano.
E’ cresciuto veramente, ha messo tante belle gemme verdi in cima ad ogni ramo, e il suo tronco inizia ad essere meno vulnerabile, e ogni giorno un po’ più robusto. E forte… forte come Romano.
Oh, se solo l’alberello potesse parlare!
Sicuramente, con un battito di aghi e un leggero fruscio di rami smossi dal vento direbbe… “Caro Romano, da grande voglio diventare un fusto… proprio come te!”
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