Alla ricerca del gatto perduto


06/06/2021

Alla ricerca del gatto perduto



Questa è una storia di amore, avventura, speranza e fortuna… tanta fortuna!
Ha passato 14 notti e 14 giorni da solo, mangiando poco e niente, circondato da rumori e suoni sconosciuti: chissà cosa ha combinato Silvestro dal 25 maggio scorso quando, durante una passeggiata con i suoi padroni, è sgattaiolato via, spinto dalla curiosità e alla ricerca di chissà quale avventura.
Dopo l’appello lanciato sulla nostra pagina Facebook lo abbiamo cercato per giorni vicino al luogo della scomparsa, la Cappella Neogotica dei Pamphilj, agitando una scatola dei croccantini nella speranza che la prospettiva del cibo lo spingesse ad appalesarsi.
Niente da fare, nessuna traccia… il silenzio assoluto, rotto soltanto dai rumori dei lavori di ristrutturazione dei viali, iniziati proprio il giorno dopo la fuga di Silvestro.
Lavori che di fatto, hanno impedito una ricerca più ravvicinata e presumibilmente hanno spaventato lo sventurato micio.
Per questo, nonostante avessimo continuato a chiamarlo, con il passare dei giorni le speranze di ritrovarlo si stavano pian piano affievolendo, ed eravamo convinti che Silvestro si fosse spostato in un altro luogo, alla ricerca di cibo.
E invece no: ecco che improvvisamente venerdì sera verso le 21:00 veniamo contattati da Giovanni e Sanela: lei è sicura di aver sentito dei miagolii provenienti dall’interno della Cappella dei Pamphilj ed anche Giovanni conferma la versione della ragazza.
A questo punto si presenta subito un problema… come verificare se Silvestro si trovi realmente all’interno?
A quell’ora è praticamente impossibile: la Cappella è interdetta al pubblico, perché luogo dove riposano le spoglie dei membri della Famiglia e la chiave per accedervi l’hanno soltanto loro… un attimo… pensandoci bene, una copia dovrebbe averla anche il parroco di San Pancrazio… la utilizza per celebrare le messe in occasione delle ricorrenze dei defunti!
Caso vuole che proprio il giorno dopo veniamo a conoscenza di una visita guidata organizzata proprio all’interno del Mausoleo: non ci resta che attendere… in qualche modo, entreremo!
E così sabato mattina per prima cosa andiamo dal Parroco di San Pancrazio che ci dà appuntamento per le 18: a quell’ora andrà a villa Pamphilj per aprire la Cappella ai visitatori.
Giovanni e Sanela si dicono disponibili a venire per dare una mano con Sanela che non ha chiuso occhio al pensiero dei miagolii del micio.
Noi nel frattempo andiamo a verificare se quanto raccontato corrisponde a verità… non udiamo alcun suono: che si siano sbagliati?
Per non dare false speranze ai padroni, decidiamo di avvertirli con cautela: “Forse un gatto è rinchiuso nella cappella dei Pamphilj… vi daremo notizie appena possibile”.
E così intorno alle 17,30 ci incontriamo con Sanela e Giovanni a villa Pamphilj… ci mettiamo in ascolto… nulla, no, non si sente proprio nulla.
Poi, forse… ma sì, sembra proprio un miagolio: il suono è flebile… lontanissimo!
Nel frattempo arrivano una cinquantina di persone: sono i partecipanti alla visita guidata. Spieghiamo agli organizzatori quanto accaduto e ci mettiamo in attesa del parroco.
Appena arriva, molto gentilmente ci indica la porta per accedere nella cripta, da dove sembrano provenire i miagolii e mentre i visitatori si fermano nella parte alta davanti al piccolo altare, noi ci precipitiamo di sotto, dove sono custodite le spoglie dei Principi Pamphilj.
C’è poca luce, ma grazie ai cellulari riusciamo ad ispezionare il luogo: all’apparenza nessuna traccia di Silvestro… iniziamo a chiamarlo… “Silvestrooooo pspspsspssss misiiiiii…”… nulla.
Facciamo il giro un paio di volte, ancora niente.
Mentre iniziano a scendere i visitatori, ci avviciniamo ai sepolcri: alcuni non conservano alcuna spoglia, sul davanti hanno solo una lastra di marmo ma sono accessibili lateralmente mentre dietro, praticamente vuoti.
All’improvviso, come un fulmine… ecco SILVESTRO!
Scatta fuori alla velocità della luce ed inizia a correre come un matto. Subito si dirige verso le scale e in men che non si dica arriva al piano di sopra infilandosi a razzo tra le gambe delle persone per poi scomparire: sarà uscito fuori? Lo inseguiamo, ma perdiamo le sue tracce. Chiediamo in giro: “Ho visto la sua coda da quella parte”, “No, non l’abbiamo visto uscire”, “Forse è andato di là… no dall’altra parte”.
Nessuna traccia.
Concentriamo le nostre ricerche in una stanzetta limitrofa… ci sono due mobili, un armadio e nient’altro: da lì si può uscire direttamente all’esterno, oppure rientrare all’interno, nella parte dove si trova l’altare da dove poi si ritorna alla cripta sottostante. Ci guardiamo intorno. Sotto il mobile e l’armadio, dentro quest’ultimo… ed eccolo di nuovo! Schizza fuori un’altra volta… velocissimo, e nuovamente imbocca prima la sala e poi giù nella cripta. Gli andiamo dietro di corsa facendoci largo tra le persone. “Silvestroooo!” , urliamo. Ci troviamo nuovamente di sotto. Ricominciamo ad ispezionare gli spazi delle tombe vuote: è difficile perché una parte rimane defilata alla nostra vista.
Niente. Controlliamo una, due, tre volte: improvvisamente, stessa corsa, stesso giro… e stesso rifugio!
Andiamo nuovamente nella stanzetta, ma, a questo punto, chiudiamo tutti gli accessi e piano piano… apriamo l’armadio. Silvestro è terrorizzato, salta sopra il mobile e poi in cima all’armadio, addirittura prova a saltare sopra ad una lampada attaccata al muro. Non ci riesce. Si ferma…
E a questo punto Giovanni, decide si salire, di provare ad avvicinarsi al micio. Con l’aiuto di qualche croccantino, ecco che Silvestro sembra tranquillizzarsi. E’ la fame. Si avventa sul cibo con avidità… e nel farlo, “assaggia” anche la mano di Giovanni!
A questo punto non resta che cercare di prenderlo.
Chiamiamo i proprietari: “E’ Silvestro, venite!” Nel frattempo costatiamo che il micio sta tutto sommato più che bene. Probabilmente è chiuso nella Cappella da pochi giorni: presumiamo sia entrato da una delle finestrelle situate al pianterreno che però dall’interno della cripta, in uscita, risultano essere poste troppo in alto per utilizzarle come uscita.
Oppure chissà: noi lo abbiamo chiamato praticamente tutti i giorni ma non abbiamo sentito alcun miagolio. Può essere andato un po’ in giro e poi aver deciso di tornare nel punto dove ha visto per l’ultima volta i suoi padroni. Non lo sapremo mai.
Intanto con noi abbiamo una busta per la spesa, di quelle fatte a rete. Silvestro sembra più calmo, proviamo ad accarezzarlo.
La dolcezza di Salena e la delicatezza di Giovanni sono impagabili. Il micio sembra rasserenato. A quel punto, senza indugio lo prendiamo in braccio, un grattino e si aggrappa tranquillo. Lo mettiamo quindi nella borsa della spesa traforata: non può scappare ma è comunque libero di guardarsi intorno senza nessun tipo di costrizione.
Usciamo felici dalla Cappella ringraziando il Parroco per la cortesia e la pazienza (ha aspettato che riuscissimo a prendere Silvestro) e ci mettiamo in attesa dei padroni.
Silvestro è un gatto buonissimo e, a parte la ranfata che oltre ai croccantini ha preso il dito di Giovanni, non ha morso né graffiato nessuno: un altro gatto ci avrebbe probabilmente sfilettato ben bene, ma lui, no… è di una dolcezza infinita.
Si lascia coccolare dalle carezze da tutti e inizia pure ad “impastare” il braccio di Giovanni, continuando a mangiare qualche croccantino. E a bere: ha tanta, tanta sete.
Intanto arrivano i padroni. Hanno preso l’autobus, perché il papà è fuori Roma e mamma e figlia non hanno trovato altri mezzi.
La ragazza è felicissima, si mette a piangere e qualche lacrimuccia sta per scappare anche a noi. Come Silvestro vede il trasportino ci si mette dentro spontaneamente e inizia a pulirsi il pelo: sa che adesso tornerà a casa… va tutto bene.
Qualche foto di rito ed una solenne promessa da parte dei suoi padroni: mai più lo porteranno a fare “una passeggiata”… mai più!
Ancora qualche coccola, poi non ci resta che salutare questo meraviglioso micio… tanto, tanto fortunato.
Fortunato perché Sanela lo ha sentito miagolare, perché Giovanni lo ha aiutato, perché il Parroco gli ha aperto la porta e forse perché noi… ci abbiamo sperato fino in fondo!
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