26/01/2017
Buoni ma pochi… troppo pochi!
I giardinieri di villa Pamphilj che, dal punto di vista numerico, riproducono perfettamente quanto sopravvissuto, in questo ruolo, nel resto della Città. Ce lo ha raccontato la scorsa settimana un buon articolo pubblicato dal Corriere della Sera: la redazione romana sta approfondendo le varie criticità che affliggono il Comune e, una di queste, è appunto l’assoluta insufficienza di uomini e mezzi applicati alla cura del Verde Pubblico. Aspetto su cui ci eravamo trovati già a riflettere 20 anni fa quando acquisimmo (attraverso l’accesso agli atti amministrativi) una serie di dati che riguardavano la “nostra” villa: allora c’erano 1500 giardinieri circa in tutta Roma, di cui 82 a villa Pamphilj (addetti del servizio giardini + quelli appartenenti al vivaio), scesi poi a 64 con l’apertura del parco di Monte Mario, dove ne furono destinati 18 degli 82. L’ulteriore “strage” (così è indicata nel titolo del quotidiano) passò attraverso il passaggio di molti addetti al VI° livello amministrativo: la promozione comportò l’abbandono del lavoro all’aperto e l’inserimento negli uffici capitolini. Non solo, sempre 20 anni fa, ricevemmo in dono dall’Ufficio del Personale del Comune, un interessante e approfondito rapporto sulla Città, sulla sua popolazione, sulla “macchina comunale”, le sue risorse, l’assetto dei servizi pubblici: è il libro che riproduciamo in foto… “ROMA IN CIFRE”, uno strumento oggettivamente prezioso da cui partire alla scoperta di come siamo finiti così male, oggi. Centotrentasei addetti… una stilla, a confronto con quelli di 20 e di 10 anni fa… una goccia, rispetto ai 4500 necessari. Una professionalità mortificata (la scuola giardinieri di Roma era una delle più importanti tra quelle esistenti) e abbandonata con la precisa scelta di favorire le cooperative esterne: non è un caso se, fino ad un paio di anni fa, anche all’interno di villa Pamphilj operava l’ormai famosa “29 Giugno” di Salvatore Buzzi, prima con il Dipartimento Ambiente, successivamente con la Onlus ANFFAS. I mezzi del “nostro” Servizio Giardini sono insufficienti, molti fermi perché privi di manutenzione, tutti continuamente depredati di pezzi e carburante dai razziatori rom che si introducono, di notte, nella zona a ridosso di via della Nocetta dove si trovano deposito ed ex vivaio. Il vivaio… pensate, qui venivano coltivate una parte delle azalee destinate alla scalinata di Trinità dei Monti e, sempre da questi nostri giardinieri, venivano curati i ciliegi donati dall’Imperatore del Giappone, piantati a villa Pamphilj e in un angolo del laghetto dell’EUR. Gli 11 giardinieri che sopravvivono oggi (di cui 2 sono part-time) fanno quel che possono: in questi giorni stanno liberando l’acquedotto Traiano Paolo dalle piante che lo avevano sommerso (restituendo alla vista anche tratti di “opus mixtum”), hanno ripulito i muri lungo l’Olimpica, bonificato dai rovi la siepe di bosso che cinge la fontana del Giglio, saldato nuovamente un cardine del portone che apre su via Aurelia Antica 187 (in effetti, per due giorni, abbiamo trovato una delle due ante sempre accostata.. pensavamo fosse stato il vento)… insomma, la buona volontà e l’impegno, costante, si colgono, eccome! Quindi, a nostro avviso, sono “buoni”, ma pochi… troppo pochi, e vanno assolutamente individuate risorse e soluzioni per sostenerne l’azione: per tutto ciò che non richiede particolari qualifiche, l’impiego di alcune categorie di reclusi (sperimentato al Gianicolo e a Villa Sciarra “sotto” il Commissario Prefettizio Tronca), di soggetti condannati a pene alternative (vandali/writers) oppure di richiedenti asilo (come prospettato in una recentissima proposta dell’attuale Ministro degli Interni Marco Minniti) potrebbe rappresentare già un passo avanti. Poi ci sono le professionalità da ricreare, le scuole da riavviare, il personale da assumere: l’esperienza degli appalti esterni si è rivelata fallimentare, fonte di malcostume e corruzione… noi vogliamo i giardinieri… li vogliamo ancora “buoni” e in un numero sufficiente alla dignità che questa Città e le nostre ville storiche possono ancora recuperare!