C’è una villa, nella villa.


29/07/2019

C’è una villa, nella villa.



Sul lato ovest di villa Pamphilj, proprio vicino all’area cani, c’è un vecchio abbeveratoio per animali. E’ abbastanza grande, sembra quasi una piccola piscina. Alimentato dall’acquedotto Traiano Paolo, questo grande vascone, non viene ripulito da tempo. Non ha la magnificenza della Fontana del Giglio o la grazia della Fontana del Putto, e non è nemmeno di grande interesse artistico: è nato semplicemente per dare da bere agli animali.
Ebbene in questo luogo così assolato e solitario, dove un tempo si dissetavano cavalli, mucche e pecore, il passare del tempo e nessun intervento umano, ha trasformato la grande vasca in un piccolo grande microcosmo, nel quale si muovono, vivono e muoiono numerose creature, alcune delle quali sono una vera sorpresa.

Le prime che saltano agli occhi, con il loro colore verde splendente, sono delle piante acquatiche. Ricoprono quasi la metà dell’abbeveratoio e dovrebbero trattarsi di Myriophyllum aquaticum (millefoglio acquatico). Utilizzata come ossigenatore comune degli acquari di casa, è una specie originaria proveniente niente di meno che dal Bacino del Rio delle Amazzoni.
E come ci è arrivata fin qui, dentro questa vascona, a villa Pamphilj? Probabilmente come le tartarughe del laghetto, ovvero qualche proprietario di pesci ha svuotato la vaschetta dell’acquario nello scarico, o direttamente in qualche fiume o lago e lentamente si è propagato nel nostro territorio.

Considerata quindi a tutti gli effetti una specie alloctona, cresce rigogliosa nelle acque stagnati, diventando spesso invasiva. Il suo nome deriva dal greco ‘myriòs’ (innumerevole, a migliaia) e ‘phyllon’ (foglia), per via delle foglie divise in moltissimi segmenti. A quanto pare dentro l’abbeveratoio della villa si è trovata bene, appare infatti rigogliosa e lussureggiante.

Ma avvicinandosi meglio notiamo che dentro la vasca non ci sono solo le piante, qualcosa si muove e non è il riflesso dell’acqua! Sono dei piccoli pesciolini! Stessa domanda di prima: come sono arrivati fin qui, forse qualcuno ce li ha gettati?
No, probabilmente sono arrivati sotto forma di piccolissime uova, attraverso quella serie di canali e tubature che distribuiscono l’acqua dell’Acquedotto Traiano Paolo alle fontane e al laghetto di villa Pamphilj. Per loro l’abbeveratoio si è trasformato in una piccola nursery, un luogo sicuro dove poter crescere indisturbati.

Ancora, ecco che arrivano le libellule, dei piccolissimi moscerini d’acqua, delle farfalle, alcuni ci sembrano dei ragnetti, vermiciattoli, da queste parti poi, quando è il loro tempo, i Bufo bufo qui lasciano crescere i propri girini. Altre piante e fiorellini fanno capolino vicino al bordo della vasca, perché l’umidità gli garantisce un sufficiente approvvigionamento. Poi chissà quante altre specie di animali e piante ci sono! Qualcuno di certo le distinguerà meglio di noi…

C’è chi vorrebbe vederlo pulito questo abbeveratoio. Indubbiamente eliminare le specie alloctone è sempre importante, ma queste qui sembrano garantire una vita migliore ai piccoli pesci dandogli rifugio, ombreggiando la superficie dell’acqua e producendo dell’ossigeno. I pesci, a loro volta, si nutrono anche di piante e foglie in decomposizione.
Insomma pare che qui tutti abbiano trovato un loro equilibrio vivendo in un mondo a sé stante, in una villa nella villa… dentro una vasca!
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