25/09/2015
Cascina Floridi: la ciliegina… no, la torta!
Che sia per questo che la Sovrintendenza sembrava non aver gradito la mossa con cui il sindaco Alemanno ci infilò dentro un finto posto fisso del Corpo Forestale dello Stato?
Brevemente: da candidato alle ultime due elezioni, nel 2008 l’ex sindaco si impegna a dislocare all’interno della villa il suddetto Corpo ma, una volta eletto, l’intenzione rimane nella lista delle promesse.
Ad un anno dalle elezioni del 2013 ci prova, con la Cascina Legnara: nulla da fare, ne abbiamo parlato nell’album dedicatole ieri e ad un paio di settimane dalla scadenza del proprio mandato, prova di nuovo, ma con la Cascina Floridi.
Stavolta ci riesce ma, niente taglio di nastro: i lavori finiscono il venerdì, domenica e lunedì si vota… e finisce per essere eletto Ignazio Marino.
Durante l’approntamento, al Corpo Forestale non viene neanche permesso allacciarsi alla rete elettrica, e i lavori vengono realizzati grazie ad un gruppo elettrogeno.
Niente cavalli (non gli fanno sistemare la stalla), niente collegamenti esterni (neanche una parabola con filo volante per non “scassare” nulla), neanche le mountain bike portate su un anno prima dalla caserma del parco del Vesuvio… insomma, alla prova dei fatti una presenza saltuaria ed assolutamente inutile dal punto di vista operativo: un’esperienza deludentissima, tanto che noi l’abbiamo sempre chiamata “la fiction del Corpo Forestale”.
Quindi, tutti felici di revocargli la concessione… ancor più di inserire la cascina in un nuovo bando, le quattro masserizie dei forestali ancora allineate fuori della porta.
21.840,00 euro all’anno, 1850,00 euro al mese: sembra tanto, ma qui, i metri quadrati sono 700 coperti e 2170 di area esterna.
Sì… c’è qualche lavoretto da fare ma, in fondo, con i 957.450,00 euro spesi dal Comune alcuni anni fa (UN MILIARDO OTTOCENTO MILIONI delle vecchie lire!) cosa si poteva mai risistemare?
Dev’essere per questo che, per allestirci un museo mai realizzato (il museo delle marionette) vi furono destinati altri 30.000,00 euro: no, dai, se è vero che il museo non c’è, è anche vero che di questi ultimi ne hanno utilizzati (non si sa per cosa) solo 9.800,00!
Per non parlare di altri 100.000,00 euro (90.000,00 + 10.000,00), impegnati per la risistemazione dell’area esterna e almeno, finora, non liquidati.
E’ la torta, dicevamo… quella che fa gola a tutti: non a caso, tra i visitatori-possibili-partecipanti-al-bando, anche chi già gestisce attività di ristorazione… appena poco lontano.
Attività culturali, bookshop… e ovviamente, vendita oggettistica e punto ristoro: considerando il precedente e l’assoluta incapacità (mancanza di volontà!) del Comune di Roma e della Sovrintendenza a far rispettare alcunché all’interno della villa a determinati soggetti, vedremo quale sarà l’attività preminente.
Perché in fondo, se proprio devi pagare un affitto così elevato rispetto agli altri tre casali del bando (solo rispetto a questi ultimi, ovviamente, ché di per sè il prezzo di 1850,00 euro è un regalo) una fonte di guadagno te la dovrai pur creare!
Villa Pamphilj ne verrà stravolta e, di nuovo, nessuna risorsa recuperata e destinata alla sua tutela?
Ma volete mettere invece quanto sia bello poter scegliere di andare a cena al Vivibistrot, oppure al Casale dei Cedrati, oppure alla Cascina Floridi… magari dopo un aperitivo alla Cascina Legnara, la merenda al Casale di Giovio, un caffè alla Palazzina Corsini, un cappuccino al Centro anziani “Bel Respiro”?
Alla villa si mangia… no… SI MANGIANO LA VILLA!
PS. Sulla scheda della Sovrintendenza si parla di un restauro effettuato con i fondi del Giubileo del 2000: curioso, non ce n’è traccia né sulla Gazzetta Ufficiale dove erano pubblicati i lavori da eseguire e le rimodulazioni di spesa, né sui testi del Sole24Ore (Edilizia e Territorio innanzitutto) che ne trattarono compiutamente, passo per passo, modifica per modifica.