Com’è che un fienile divenne un bar-ristorante: 5° parte.


08/01/2020

Com’è che un fienile divenne un bar-ristorante: 5° parte.



Il 2 dicembre 2019, nella sede del Servizio Giardini di villa Pamphilj, appena qualche giorno prima del lancio della petizione promossa “in difesa” del Vivi Bistrot (http://bit.do/foqzZ), l’Associazione per Villa Pamphilj è stata coinvolta in un incontro con le sue titolari.
Questa convocazione (e due successivi messaggi telefonici, ricevuti il 7 ed il 9 dicembre, a “caso scoppiato”) ci hanno francamente sorpreso, visto quanto successo a fine 2016 quando la Peugia Franco SrL, ritenutasi diffamata da quanto apparso in un album della nostra pagina FB, aveva promosso contro di noi un ricorso giudiziario, chiedendo la rimozione di quanto riportato, la nostra condanna ed un risarcimento danni di 50.000 euro più varie&eventuali.
Per la cronaca, il 24 gennaio 2017, i giudici del Tribunale Civile di Roma respinsero quel ricorso.

Comunque, di cosa voleva parlare, con l’Associazione per Villa Pamphilj, il Vivi Bistrot?
Esattamente della concessione, lamentando come i propri solleciti ad indire un regolare bando non venissero presi in considerazione dall’Amministrazione Capitolina.
Da parte nostra abbiamo invitato le titolari a rendere pubblico ogni documento ufficiale depositato, comprese le ricevute di protocollo e a spiegare per quale motivo avessero presentato già nel 2016 ricorso contro un’identica richiesta di lasciare libero l’ex-fienile, stante la scadenza (30 settembre 2015 > http://bit.do/fnagT) della concessione .
Stessa sollecitazione (a pubblicare documenti ufficiali) l’abbiamo rivolta affrontando la questione fogne e veicoli, problemi la cui gravità abbiamo trattato molto spesso… a maggior ragione, in queste ultime settimane.

Sì, perché di questi documenti non ne abbiamo assolutamente visto nessuno e, come noi, chiunque abbia seguito o addirittura firmato (35.000 persone) la petizione lanciata proprio nel fine settimana successivo a quell’incontro.
Per questo, utilizzando quanto depositato dal Vivi Bistrot nel ricorso contro la nostra associazione, rintracciando alcuni documenti ufficiali (vedi archivio CERVED, sentenza del TAR del Lazio) e articoli di giornale, il tutto corredato da una puntuale documentazione fotografica raccolta fin dal 1992, abbiamo provato a ricostruire la realtà dei fatti.
Realtà che si discosta, a nostro avviso, da quanto riportato nella petizione presentata con il titolo “VIVI BISTROT A VILLA PAMPHILI COSTRETTO A CHIUDERE”.

Nel dettaglio, punto per punto:

> VIVI BISTROT: “A fronte di immobili di proprietà comunale occupati da decenni senza pagamento di alcun canone di locazione e mai sgomberati da nessuna Amministrazione, inclusa la presente, Vivi Bistrot rientra fra i concessionari virtuosi di immobili pubblici”
>> ASSOCIAZIONE PER VILLA PAMPHILJ: su questo nulla da eccepire se non che pagare un canone di locazione è banalmente un OBBLIGO e NON UN MERITO.

> VIVI BISTROT: “ha sempre pagato e sta pagando con regolarità il canone di affitto di mercato, e senza nessuna agevolazione, richiesto e aggiornato dal Comune pari a 3.550,00 Euro mensili (oltre 550.000,00 Euro versati finora nelle casse di Roma Capitale)”
>> ASSOCIAZIONE PER VILLA PAMPHILJ: abbiamo elaborato uno schema riepilogativo (immagine n.2) effettuando due possibili valutazione della media totale… ambedue sopravalutate (di oltre 200 euro ciascuna, probabilmente).
Questo perché è ignoto l’importo della concessione 1998>2003 (molto basso sicuramente) e perché, avendo comunicato nel 2016>2017 durante il ricorso contro la nostra associazione un importo di 2.751 euro mensili, la cifra di 3.550 euro indicata nella petizione potrebbe (il condizionale, in assenza dei documenti ufficiali di cui abbiamo sollecitato la pubblicazione alle titolari del ViviBistrot, è d’obbligo) riguardare solo il 2018 ed il 2019.
Sarebbe comunque importante la società Perugia Franco SrL documentasse anche i propri guadagni, così da offrire a tutti la possibilità di confrontare l’importo della concessione (il suo valore medio, a questo punto) con i ricavi conseguiti.
Anche e soprattutto, alla luce dell’indizione di un bando.

> VIVI BISTROT: “ha ristrutturato completamente a proprie spese l’edificio dato in concessione – preso in stato di assoluta rovina, come i cittadini ricorderanno – manutenendolo e sviluppandolo negli anni in modo egregio con investimenti che ad oggi superano – come da documentazione disponibile – i 300.000,00 Euro;”
>> ASSOCIAZIONE PER VILLA PAMPHILJ: come abbiamo documentato, i lavori di ristrutturazione vennero avviati dai signori Perugia e De Cristofaro compiendo un abuso (la SrL viene fondata nel 2003 e le attuali titolari, mantenendone la ragione sociale la rilevarono nel 2008, dunque non c’entrano nulla con quella “ristrutturazione”… per loro fortuna!): per questo l’ex fienile venne sequestrato dalla Magistratura e solo attraverso un successivo condono, sanato.
Ancora, un successivo parziale sequestro è stato disposto nel 2017 dal Tribunale di Roma e tutti gli investimenti invocati andrebbero valutati alla luce degli abusi contestati come dei lavori di ripristino ed altre spese, riguardanti ad esempio gli interventi sulle fogne che esplodono.

> VIVI BISTROT: “ha creato un servizio che prima non c’era, diventando un punto di riferimento del quartiere e dell’intera città;”
>> ASSOCIAZIONE PER VILLA PAMPHILJ: una valutazione soggettiva, che non analizza l’impatto di tale “servizio” e che è ricavata sulla base della clientela e di una posizione esclusiva, sia per l’assenza di alternative, sia per il possesso delle chiavi di villa Pamphilj attraverso cui l’attività viene protratta per i propri clienti oltre il normale orario di chiusura (ovviamente, NON per i frequentatori di villa Pamphilj).
Tutti aspetti che molte persone, frequentatori ed associazioni (non solo la nostra) NON CONDIVIDONO AFFATTO.

> VIVI BISTROT: “ha sviluppato iniziative di aggregazione della comunità del quartiere e della cittadinanza tutta, fornendo gratuitamente servizi (es: i corsi di yoga) e mettendo a disposizione negli anni altre iniziative sociali (es: i campi estivi per i bimbi) che hanno contribuito a combattere il sempre presente e progressivo degrado di Villa Pamphili, riqualificando il parco;”
>> ASSOCIAZIONE PER VILLA PAMPHILJ: gli insegnanti di yoga impegnati nei corsi gratuiti ricevono un compenso (dal Vivi Bistrot) ed il servizio organizzato è una forma di promozione che convoglia clienti nella struttura: non ci risulta venga però pagata l’occupazione di suolo pubblico né l’esistenza di una copertura assicurativa per i partecipanti.
Per quanto riguarda i campi estivi per bambini (promossi dal Comune di Roma e gestiti in passato da altri) l’iniziativa sociale è semplicemente un’attività economica svolta assieme al Teatro Verde (http://bit.do/fotZb) con il Vivi Bistrot che fornisce merende e pranzi… così, ci sfugge come ciò possa “combattere il sempre presente e progressivo degrado di Villa Pamphili, riqualificando il parco”.

> VIVI BISTROT: “è l’unico punto ristoro dell’intero parco di Villa Pamphili;”
>> ASSOCIAZIONE PER VILLA PAMPHILJ: vero, e in un prossimo album forniremo una serie di indicazioni che, valorizzando l’esistente, pongano i soggetti coinvolti al corretto servizio di villa Pamphilj e non il contrario, ovvero villa Pamphilj al loro servizio.

> VIVI BISTROT: “offre alla cittadinanza gli unici bagni e servizi igienici, poiché quelli pubblici sono da anni chiusi e in stato di degrado mai affrontato dall’Amministrazione capitolina.”
>> ASSOCIAZIONE PER VILLA PAMPHILJ: l’esistenza di un bagno aperto al pubblico è un obbligo previsto nel rilascio di una concessione di questo tipo dunque, di nuovo NON E’ UN MERITO, ma l’osservanza di quanto disposto dall’Autorità.

Questo, punto per punto e senza peraltro che chi ha promosso la petizione abbia citato o mostrato anche quanto documentato dall’Associazione per Villa Pamphilj nei precedenti album: gli abusi del 1992; l’intervento del Tribunale nel 2017; l’estensione delle aree occupate (la terza immagine le mostra ma ciascuno può rilevare la differenza tra i 150 mq, dell’ex-fienile condonato a cui furono aggiunti altri 290 mq. nel 2003 con quella degli scorsi anni e dell’attuale); l’accesso costante di veicoli non autorizzati ed i danni prodotti a viali, prati, ingressi, panchine, giochi per bambini; l’impiego di fiaccole e il rilascio di lanterne cinesi in contrasto con le norme vigenti a villa Pamphilj:
Infine la GRAVISSIMA situazione delle fogne, da risolvere presto e a tutti i costi nell’interesse dell’Ambiente, di villa Pamphilj, dei frequentatori, dei cittadini e, non ultima, dell’Amministrazione:
Ed anche del Vivi Bistrot di cui apprezzeremmo la relativa documentazione.
Perché quel 2 dicembre le titolari hanno detto di averne presentata una al Comune anche su questo problema.
Ma se è così, cortesemente, la pubblicassero!

> PS: per quanto riguarda il licenziamento dei dipendenti, non condividiamo l’agitare di tale provvedimento ponendone la responsabilità in capo all’Amministrazione ed allo Stato Italiano (vedi petizione http://bit.do/foqzZ) come avviene con le aziende in crisi.
Questo perché il Vivi Bistrot è una società privata (dunque sottoposto al rischio d’impresa) senza alcuna valenza pubblica, e la proprietà di almeno altri quattro attivissimi esercizi similari offre, in attesa di un bando, la concreta possibilità di ricollocamenti.
> PPS: per quanto riguarda la possibile assenza di “un progetto di gestione futura dell’immobile pubblico, destinato pertanto all’abbandono, ai topi e all’occupazione da parte dei senzatetto” se la prima parte della frase ci trova concordi (ed è quello per cui noi ci battiamo da anni… ma per la villa e i suoi frequentatori, non per privati interessi economici) ravvisiamo nella seconda parte una palese forzatura.
Ovvero, invece di incalzare il Comune, i suoi Dipartimenti e la Polizia Roma Capitale a svolgere efficacemente il proprio compito e riconoscere come la posizione territoriale della struttura le garantisca un costante controllo, si fornisce una previsione dei fatti a proprio uso e consumo, peraltro con un demagogico parallelo tra topi e senzatetto.
Vai al post FB>shorturl.at/bgvP1

Leggi anche:
“Da fienile a bar in mezzo al verde”> http://bit.do/fmyhF
“Com’è che un fienile divenne un bar-ristorante: 1° parte”> http://bit.do/fkqd9
“Com’è che un fienile divenne un bar-ristorante: 2° parte”> http://bit.do/fkRMP
“Com’è che un fienile divenne un bar-ristorante: 3° parte”> http://bit.do/fmyg3
“Com’è che un fienile divenne un bar-ristorante: 4° parte”> http://bit.do/fnagT
“Una riflessione sull’articolo di Luisa Mosello”> http://bit.do/fndQ7
“Dal 1998 migliaia di veicoli privi di autorizzazione…”> http://bit.do/fnh3F
“Il recupero della differenziata, ovvero altri abusi e danni”> http://bit.do/fntQY
“Fuoco, fuochino… fuocherello!”> http://bit.do/fnJwp
“Villa Pamphilj: dove scarica l’unico bagno disponibile?”> http://bit.do/fop9P

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