21/10/2019
D’altronde, se li affiggono per gli italiani…
… perché non farlo per gli stranieri?
Questa mattina la villa era tappezzata di questi avvisi, in particolare tutti gli ingressi, i contenitori, i pali e le fontanelle su via Vitellia, via Leone XIII e l’area del Bel Respiro dove un frequentatore ne aveva tolti già alcune decine prima che arrivassimo noi a fotografarli.
Vediamo chi verrà oggi a prender le difese dell’ennesima imbrattatrice, ché la tendenza riscontrata vede ogni categoria giustificare i propri: mentre alcuni runner difendono gli organizzatori di maratonine in villa, certi ciclisti fanno lo stesso con chi segna il chilometraggio sugli alberi o propone corsi di mountain bike.
Poi c’è la “grande famiglia” dello yoga (nelle sue varie versioni), delle arti marziali, dei teatrini, dell’intrattenimento e delle feste per bambini… insomma di tutte le attività sportivo-ricreative proposte sempre con lo stesso metodo: avvisi, volantini e locandine affissi ovunque… anche questi hanno chi li difende e li giustifica.
Dulcis in fundo (si fa per dire), genitori che giustificano figli più o meno giovani che imbrattano tutto quel che possono con tag e stickers adesivi e proprietari di cani che fanno lo stesso per gli avvisi di smarrimento e le offerte di dogsitteraggio affissi continuamente.
Nel caso non se ne fossero accorti, siamo nel TERZO MILLENNIO e nell’Era Digitale ogni comunicazione può (e deve!) trovare forme diverse e più efficaci per raggiungere gli utenti a cui si rivolge.
E imbrattare una villa storica NON è certamente tra queste!
PS: anticipiamo la risposta a chi proporrà l’istituzione di bacheche all’interno della villa: “Ci sono le leggi da rispettare e mettendo una bacheca dove pubblicare queste “attività a titolo oneroso (palesemente o surrettiziamente lo sono tutte) sarebbe una violazione delle norme sul commercio e sulle affissioni.
Chi vuol fare pubblicità alla propria attività deve sottostare alle regole, acquistare gli spazi predisposti e pagare le tasse, ché altri, quelli in regola, pagano la pubblicità che fanno”.
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