Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…


29/12/2015

Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…



Sono le parole con cui si conclude una famosissima canzone di Fabrizio De Andrè (Via del Campo, 1967 https://www.youtube.com/watch?v=n6SGXVdtE-U ), quel ritornello finale il cui senso è meravigliosamente percepibile guardandosi intorno, nella nostra villa Pamphilj.
In particolar modo per quelle palme sorte qui e là, un po’ a sorpresa, distanti dalle proprie sorelle, raggruppate invece di fronte alla Palazzina Corsini, nel Giardino del Teatro (ed appena fuori, in quel gruppo appena potato dai giardinieri), a Villa Vecchia.
Come hanno fatto a finire nel bel mezzo della grande pineta, oppure giù in fondo, verso l’uscita su via Vitellia… oppure ancora sul grande ramo di un altro albero… sì, esattamente “sul” ramo!

Chi sono i temerari giardinieri che… ah, eccoli, nella loro tenuta verde, appena interrotta da quel rosso-arancio che fa tanto logo “ROMA CAPITALE”!
Ma non sono dipendenti comunali, bensì i pappagalii che stanno colonizzando, come altre specie, le nostre città.
Ed è il loro letame (la cacca… sù!), che arricchito dei semi smangiucchiati in cima alle altre palme, finisce nel terreno ogni volta che si posano o nidificano sul resto degli alberi presenti in villa.
Li vedete sì, arrampicati sui pini o in cima alle querce che litigano, battibeccano, si spostano… ecco, forse non ve ne siete accorti ma, messi così, in verticale… “espletano” anche!
E con il loro letame, rilasciano i semi dei frutti… e la terra, con la sua saggezza, fa il resto.
I contadini lo sanno, come anche i poeti, e mentre un poeta-cantautore ce lo ricorda ogni volta che lo ascoltiamo… villa Pamphilj fa lo stesso, ogni volta che la percorriamo, rapiti dalla sua bellezza.

PS: poi certo, dovremmo interrogarci su questi mutamenti: gli animali e le piante alloctone, la loro proliferazione a scapito delle specie autoctone, i cambiamenti del clima e dell’ambiente… tutte cose con cui stiamo facendo i conti proprio in questi giorni, insomma!

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