29/08/2017
I cannoni di Naffiarone.
Sono due (come quelli che danno il nome al famoso film del 1961), posizionati al centro del Giardino Segreto ai piedi del Casino del Bel Respiro: di lì, grazie alla potente gittata, innaffiano efficacemente la splendida siepe di bosso e le altre aiuole della sede di rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
E’ giusto, vista la destinazione d’uso di questo edificio storico… ma è anche amaro, per chi ricorda come tanti anni fa, anche la parte pubblica potesse contare sulla stessa, utilissima, “artiglieria”!
Chi, come alcuni di noi, frequenta la villa da più di 35 anni li ricorda perfettamente: durante l’estate venivano “puntati” sui prati, “mandati” fin dalla mattina presto e spostati ogni tanto per innaffiare più zone attigue, in particolare quelle più frequentate, come il Giardino del Teatro o la vallata che si stende dall’ingresso di via Aurelia Antica n.183 alla fontana del Giglio, oppure il roseto, nella zona ovest.
Questo perché la villa poteva contare allora su una diffusa rete di prese d’acqua (alimentate dall’acquedotto Traiano Paolo sicuramente) a cui agganciare i propri cannoni.
Ma nella seconda parte di questo album potrete constatare proprio cosa rimanga di quelle prese, perlopiù trinciate dall’utilizzo di mezzi pesanti (in passato siamo stati testimoni di veri e propri geyser esplosi dopo il loro passaggio) e andate in malora per abbandono e assenza di manutenzione.
Ed anche perché, in almeno tre aree della villa, si preferì realizzare, con i fondi del Giubileo del 2000 impianti di irrigazione ex-novo… impianti che ovviamente non funzionano, seppelliti nel terreno, addirittura smarriti, ché di qualcuno pare non sia rimasta, o non sia stata mai neanche realizzata, la pianta (Giardino del Teatro).
Il solito sperpero di denaro pubblico, il cui risultato è da anni (e non solo “oggi” a causa della siccità) una distesa di prati aridi e polverosi, facile preda del primo piromane che passa (e quest’anno è passato eccome!).
Così, per concludere, una semplice domanda: non sarebbe il caso ispezionare e rimettere in funzione quella datata rete idrica perché, tirando nuovamente fuori i “cannoni comunali”, anche la parte pubblica possa ricevere, almeno in parte, il prezioso liquido?
E ancora: non sarebbe intelligente ricostruirne la disposizione e segnalarne la presenza perché, oltre a non danneggiarla, questa stessa rete idrica possa essere utilizzata per gli interventi contro gli incendi divenuti così frequenti?
Ai posteri… no, magari all’assessore ed al direttore del Servizio Giardini, l’ardua (ma prossima, visto il lavoro da avviare) sentenza!
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“La fine del bosso”>https://goo.gl/q9jKDN
“Oltre la siepe”>https://goo.gl/R4WrhV
“Le prese pericolose dell’impianto di irrigazione”>https://goo.gl/d7y8Rk