La rapina di lunedì scorso nel Giardino del Teatro.


13/08/2013

La rapina di lunedì scorso nel Giardino del Teatro.



Ve lo avevamo promesso… e questo è il racconto di cosa è successo.

Come ogni giorno, Ernesto, storico frequentatore di “appena” 82 anni, aveva terminato la propria, quotidiana, passeggiata.
La esegue a ritmo sostenuto… e non con una corsa vera e propria, come ai tempi in cui, andato in pensione, iniziò a frequentare villa Pamphilj.
E dopo la passeggiata, la ginnastica… in uno dei luoghi più belli del parco: un posto centrale, ma anche defilato, tranquillo, piacevolissimo… in particolare d’estate, quando l’ombra di grandi alberi storici porta refrigerio e ricompatta le energie disperse con il sudore.
Un luogo idilliaco… fino a lunedì scorso.

“Ero lì che facevo ginnastica, quando ho fatto caso a questo tizio, di colore, alto e robusto che scendeva (questo angolo è leggermente più in basso del resto del Giardino del Teatro) verso di me. Ho distolto gli occhi poi, all’improvviso, me lo sono ritrovato ad un paio di metri che gesticolava, indicando il quadrante del proprio telefono cellulare. Allarmato, l’ho guardato con diffidenza (ero solo) e, istintivamente, ho protetto il marsupio che portavo intorno alla cintola. Di rimando, quello ha afferrato la collanina d’oro che portavo intorno al collo, me l’ha strappata ed è fuggito verso una bicicletta, abbandonata precedentemente sul viale. Ho provato a rincorrerlo… ma ho dovuto rinunciare dopo qualche decina di metri: troppo rapido, e stava ormai allontanandosi pedalando. Poi, un colpo di fortuna: tre ragazzi in bicicletta… ho chiesto aiuto e quelli sono partiti come razzi, inseguendolo verso San Pancrazio.
E lì l’hanno preso e fermato… poi è arrivata una pattuglia della Polizia a cavallo… insomma, sembrava che una volta tanto… .
E invece il ladro si è divincolato, i ragazzi hanno afferrato la bicicletta pensando fosse quello l’oggetto rapinato, uno dei poliziotti avrebbe anche estratto la pistola… ma quello si è dato alla fuga infilandosi nella Valle dei Daini (luogo davvero poco accessibile)… e non l’hanno più ripreso!”

Anche il successivo intervento di due autopattuglie della Polizia di Stato non è servito a nulla e la collanina della mamma di Ernesto (che lui portava al collo da più di venti anni) non è stata recuperata.
Il giorno dopo, una piccola consolazione: al collo, Ernesto portava anche la fede nunziale del papà. L’ha ritrovata nello stesso luogo dove ha subito la rapina, per terra, là dove era caduta una volta spezzata la collanina a cui era agganciata.

La rapina gli ha portato via un caro ricordo… ma anche altro.
Quella serenità e tranquillità e piacevolezza che l’amore e la frequentazione della villa gli regalava ogni giorno.
Adesso è un po’ più guardingo e sospettoso… e un po’ amareggiato: quello che è successo sembra davvero così lontano da quello che per la maggior parte di noi è un luogo magico, bello, unico.
Un luogo ed uno stato d’animo che siamo comunque disposti a difendere… è opportuno che chi reca danno alla villa e ai suoi frequentatori lo sappia.
Come anche chi dovrebbe essere al fianco di Ernesto, dei bambini, delle donne, degli anziani che, probabilmente più di tanti altri possono soffrire l’assenza di una quotidiana ed attenta tutela della “nostra” villa.

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