La tenda Russa.


23/12/2016

La tenda Russa.



Chissà se l’Ambasciatore Sergey Razov è a conoscenza che, a qualche centinaio di metri dalla sua residenza (villa Abamelek), perfettamente defilata in una ceppaia, in una piccola tenda dal pattern mimetico… vivono due suoi connazionali!

Sono due ventenni, maschi, a loro dire, di nazionalità russa.
La tenda, così posizionata, è praticamente invisibile: noi l’avevamo cercata già una decina di giorni fa, quando un signore infuriato ce l’aveva mostrata in foto, insieme alle fiamme levatesi lì accanto, probabilmente per un falò acceso per scaldarsi.
Ma solo ieri pomeriggio, durante l’intervento di “oscuramento bestemmie” sul prospiciente muro interno di via Vitellia, una ragazza è stata più circostanziata e, grazie alle sue indicazioni, l’abbiamo individuata… avvicinandoci parecchio, comunque.
E nell’accedere nel perimetro della ceppaia, innanzitutto la scena apocalittica che vedete in foto: immondizia sparsa ovunque, bottiglie, plastiche, carte, un flacone di sapone per igiene intima, trolley e borse incastrate sulle biforcazioni dei rami, calze sospese e scarpe sparse in giro… un bauletto di motorino, difficilmente il loro.

Poi abbiamo provato a chiamare “c’è nessuno?” e la tenda piano piano si è mossa, la zip ha cominciato a scorrere e ne sono usciti in due: uno sarà alto almeno 190 cm. l’altro più piccolo… ed è sorprendente riuscissero a starci dentro tutti e due.
Sotto la tenda un mollettone per isolarla dal terreno, all’interno, lo vedete, un caos di abbigliamento e masserizie.
Assonnati, si sono messi le scarpe ed uno si è allontanato praticamente subito, piano, in direzione del cancelletto su via Vitellia/largoGrigioni; l’altro (quello più grosso) è rimasto lì a vestirsi, cercando di rispondere alle domande che abbiamo provato a fargli.
Non parlano italiano e non sono stati in grado di dirci da quanto stanno lì, come vivono, cosa mangiano, quale attività svolgono per sopravvivere: sono ambedue molto giovani, così ci auguriamo almeno non siano finiti nel giro di prostituzione maschile che a villa Pamphilj continua ad essere piuttosto frequentato.

Ma qui non possono stare e, come loro, tutti gli altri (prossimamente, l’aggiornamento sulle occupazioni/presenze all’interno della villa). E se anche nessuna di queste persone sembra essere pericolosa (almeno fino a prova contraria) ognuna vive in una condizione di pericolo e degrado.
Non solo, abbandonata in questa maniera, nella totale assenza di condizioni igienico-sanitarie, e priva della necessaria possibilità di scaldarsi, mette in pericolo anche villa Pamphilj e i cittadini che la frequentano.
Chi deve (Amministrazione capitolina e Servizi Sociali) non può far finta di nulla… le Forze dell’ordine neanche.
Soprattutto perché ci seguono e, più dettagliati di così… neanche gli spetsnaz russi!

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