10/09/2018
Messi in pericolo o messi in sicurezza…
… qualcuno dovrà scegliere prima o poi!
E stiamo parlando dei soli tre ipogei ben visibili, tutti e tre localizzati nella parte est di villa Pamphilj.
Si tratta dei tre accessi che, sulla mappa presentata alla Soprintendenza ai Beni Archeologici abbiamo indicato con le lettere “X”, “U” ed “M”.
“X” si trova a ridosso del civico 74 di via Leone XIII, in piena area raduni-latino-americani-festivi-e-fine settimana ed il cancello che DOVREBBE sigillarne l’accesso è stato forzato più volte, risaldato, rinforzato, infine privato di una sezione di sbarra… esattamente quel tanto che basta, con un minimo di sforzo, per scivolarci all’interno.
Interno caratterizzato da una scala in pietra che, con un’angolazione di 90 gradi, continua e si perde sottoterra.
Sulla scala, un tappeto di rifiuti e intorno alla struttura… un secondo tappeto (di rifiuti) con in aggiunta escrementi, fazzolettini sporchi, assorbenti e quant’altro apparterrebbe più ad una latrina del terzo mondo che ad un’angolo di villa storica seicentesca.
“U” è all’interno del bosco di lecci appena sotto il Campo Polo, salendo dal Monumento dei Caduti Francesi sulla destra, per intenderci.
Nel 2013 un misero lembo di rete metallica che ne impediva l’accesso venne rimosso da tre sbandati slavi che, scacciati dal Casale Rosso poco distante vi avevano trovato rifugio: segnalazione e successivo intervento di un gruppo di operai che murò il tutto.
Controlli sulla sicurezza… manco per niente, soprattutto in relazione a quegli estesi cedimenti del terreno intorno, dove, chiusi in due grandi gabbie di metallo si intravedono perfettamente i cunicoli ed i vani che si trovano ad appena 10 centimetri dalla superficie calpestata dai frequentatori della villa.
“M” lo conosciamo ormai tutti: dopo esser stato forzato, ci sono state le denunce dell’Associazione per Villa Pamphilj, il velo di compensato fatto inchiodare frettolosamente al Servizio Giardini, i messaggi farneticanti vergati sopra, di nuovo forzato… infine la rete in ferro elettro saldato che, non ditelo a nessuno, basta ruotare quattro chiodi che… ci siamo capiti!
Fortunatamente, a questo punto, l’interessamento della Soprintendenza ai Beni Archeologici e già un sopralluogo (a fine luglio) ed una riunione programmatica (la scorsa settimana) per organizzare sì, una mappatura ed una futura, possibilità di accesso e visite ma soprattutto, la serie di passaggi intermedi tra cui, quello più importante per i frequentatori (sotto i cui passi si può aprire di tutto) e per queste stesse preesistenze (a rischio di crollo, danneggiamento e vandalismi) ovvero “la messa in sicurezza”.
Perché qui, da anni e finora, l’unica “messa” è quella in pericolo… con tanti soggetti che hanno fatto finta di niente o che, con i propri comportamenti, l’hanno resa possibile e permanente!
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