Mi riscatto per Roma…


20/09/2018

Mi riscatto per Roma…



… ovvero l’iniziativa che, basata su un accordo tra Roma Capitale, Ministero della Giustizia e Dipartimento Amministrazione Penitenziaria si propone il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti attraverso lavori di pubblica utilità.
Ve ne avevamo parlato già lunedì quando, dopo aver prestato la propria opera in altre ville e giardini storici, i detenuti selezionati ed istruiti al lavoro di giardiniere sono approdati a villa Doria Pamphilj.
E ieri, grazie alla disponibilità del loro responsabile (un ufficiale della Polizia Penitenziaria) abbiamo potuto saperne di più, assistendo e documentando la loro azione, svolta in affiancamento al Servizio Giardini della villa.

In questi giorni sono in 6 e, visto come l’opportunità di essere inseriti in quest’iniziativa spetti a tutti, reati e condanne da scontare sono i più vari: ovviamente l’Amministrazione Penitenziaria li ha via via selezionati in base ad un’attenta valutazione sui comportamenti tenuti all’interno della casa circondariale (Rebibbia, in questo caso) e sull’impegno già mostrato in termini di riscatto e affidabilità.
Da questa scrematura sono quindi usciti coloro che, frequentato un apposito corso, vengono applicati ai lavori di potatura, taglio dei prati, rimozione di materiali nei luoghi indicati dal responsabile del locale Servizio Giardini, a cui spetta il compito di indicare priorità, necessità, fornire supporto e attrezzature.

Ecco, quest’ultimo aspetto è sicuramente uno dei limiti di questo importante percorso (per loro, per la villa, per il Comune di Roma) perché il Dipartimento Ambiente, aldilà delle carenze numeriche di personale, ha soprattutto una limitatissima disponibilità di risorse, dunque di attrezzature quali motoseghe, taglia erba, trattori e quant’altro da mettere a disposizione ANCHE di questi lavoratori.
Ne abbiamo parlato con l’ufficiale della Polizia Penitenziaria che ritiene (e noi con lui) come soluzione più pratica, la possibilità quest’iniziativa trovi una sponsorizzazione: non sotto forma di finanziamento quanto piuttosto di acquisto dei materiali necessari… quello a cui si affidano in fondo già tutte le attività di volontariato che perseguono lo stesso fine ovvero la lotta al degrado ed il recupero dei Beni Comuni affiancando lo sforzo delle Amministrazioni.
Sarebbe bello e gratificante per queste persone qualcuno lo facesse… e, da quella chiacchierata, in effetti, c’è una mezza (e piccola… le possibilità dell’Associazione per Villa Pamphilj sono limitate) idea che ci gira in testa, vedremo!

L’attività dei detenuti proseguirà per quindici giorni, salvo eventuali impegni di natura processuale/giudiziaria e maltempo conclamato (come oggi): la volontà dell’Amministrazione Penitenziaria è comunque quella di formare e mettere all’opera almeno 80 persone entro la fine dell’anno su tutto il territorio comunale, affidandogli anche compiti di natura diversa ma collegata.
Immaginate ad esempio il recupero della fruibilità dei bagni, chiusi ormai da anni: se il personale impiegato dall’Amministrazione Penitenziaria ha correttamente usufruito dei servizi dell’esercizio di ristorazione presente nell’area del Bel Respiro ha comunque percepito la difficoltà degli ordinari frequentatori, a cui l’iniziativa in corso, applicata al recupero dei bagni in stato di abbandono, potrebbe in prospettiva fornire soluzioni.

Da questo punto di vista, per loro come per tutti i frequentatori è giusto l’Amministrazione prenda una decisione… anzi una serie di decisioni: perché a ciascuno il suo compito e, a fronte dell’impegno profuso ormai da tanti (dipendenti comunali, manutentori, detenuti e volontari) ora tocca al Comune di Roma provare quale sia il suo.
Villa Doria Pamphilj (e la Città) quel riscatto citato nel titolo lo stanno aspettando da molto tempo… ormai troppo.

NB: Una doverosa correzione: “se il personale impiegato dall’Amministrazione Penitenziaria ha correttamente usufruito dei servizi dell’esercizio di ristorazione presente nell’area del Bel Respiro ha comunque percepito la difficoltà degli ordinari frequentatori, a cui l’iniziativa in corso, applicata al recupero dei bagni in stato di abbandono, potrebbe in prospettiva fornire soluzioni”.
Ce ne scusiamo dunque con l’Amministrazione che ha sollecitato la correzione di quanto avevamo parzialmente frainteso.

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