Perché la fai fuori dal tombino?


05/01/2017

Perché la fai fuori dal tombino?



E dire che ci vorrebbe così poco, appena un piccolo intervento, ben mirato, però!
La responsabile dello sversamento che affligge da alcune settimane l’angolo su viale Vittoria Nenni è la fontana dell’Arco… ovviamente, se si conosce la rete idrica di quest’area.

Proviamo a spiegarvela: l’acqua proveniente da Bracciano scorre all’interno dell’acquedotto Traiano Paolo e, all’altezza del Casale dei Cedrati, attraverso una prima conduttura, va ad alimentare la fontana dell’Arco.
Di qui l’acqua viene poi incanalata in diagonale e, immessa in un nuovo tratto di tubazioni, rifornisce la fontana della Lumaca, al centro del prato.
Step successivo: nuovo tratto di conduttura e l’acqua riprende il proprio cammino verso la fontana, il canale ed il lago del Giglio.

Ma direttamente dall’acquedotto parte anche un altro tratto, stavolta più diretto, proprio verso quest’ultima fontana: in prossimità dell’ingresso su via Aurelia Antica n. 183 infatti, un’altra diramazione dell’acquedotto alimenta prima la fontana del Tevere (detta anche del Gigante) e, ripresa la propria corsa prosegue dritto per dritto provvedendo appunto alle necessità idriche della fontana del Giglio.

Un acquedotto e quattro fontane alimentate a caduta, dunque, ma se un tratto (a maggior ragione se un PRIMO tratto) si ottura a causa di foglie, radici e assenza di manutenzione, il sistema finisce per saltare!
Ne abbiamo parlato in questi giorni con i ragazzi dell’azienda che provvede (anche) alla manutenzione delle fontane di villa Pamphilj e come già sperimentato su viale 8 marzo Festa della Donna, servirebbe davvero poco!
Come in quella precedente occasione, sarebbe sufficiente introdurre un tubo in gomma nel tombino che perde di fronte alla fontana dell’Arco facendolo scorrere in direzione del successivo: sulla sua sommità, una serie di grosse viti (una sorta di mazza ferrata… immaginatelo così) con cui agganciare, ruotando il tubo all’interno, il materiale ostruente.
Stessa procedura dall’altro tombino, stavolta in direzione del primo e, nel caso non si riesca a rimuovere quanto accumulato, si procederebbe tra i due con uno scavo verticale, larghezza un metro, per intervenire in maniera più efficace e definitiva.
Costi e tempi irrisori ma, qualcuno, all’interno del Dipartimento Ambiente, deve fornire l’autorizzazione: fino ad allora… le fontane di questa zona continueranno purtroppo a farla fuori dal tombino!

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