04/03/2018
q) Serre di via Aurelia Antica
Questa, secondo il GIP e coloro che le hanno sottoposto l’intervento di sequestro da firmare sarebbe la descrizione di uno dei luoghi a nostro avviso più appartati, misteriosi, affascinanti di villa Pamphilj… laddove si sorvola soprattutto sul fatto che l’Aurelia Antica corra per oltre due chilometri lungo la villa e che di serre, a ridosso di questa via, ce ne siano decisamente diverse.
Ma lo abbiamo già spiegato, tutto quanto avvenuto quel 14 dicembre, sgomberi inclusi, è stato pianificato e realizzato in maniera oltremodo superficiale… anzi, in certe aree (tipo questa!) non lo è stato per nulla e, cosa ancor più grave, senza che qui, i periti della Procura, gli agenti appartenenti a ben tre strutture della Polizia Roma Capitale, i forestali della “Regione Carabinieri Forestali Lazio – Gruppo di Roma, si avvedessero dell’amianto che li circondava e scricchiolava sotto le proprie scarpe (goo.gl/D77avj).
Un luogo affascinante dicevamo, perché abbandonato da almeno trent’anni, con serre… decine di serre, vasche in cemento, edifici dai muri ormai gonfi e tetti puntellati, fontane coperte di muschio, grandi invasi per la raccolta dell’acqua, tubature e resti di ogni tipo ingoiati ed avvolti da una vera e propria giungla.
A terra semisepolte o in aria, sospese, le tracce di una presenza umana abusiva ma antica, con reti di letto arrugginite, tende improvvisate e striscioni cinematografici, cavi elettrici che partono da lampade stradali smontate e che portavano la corrente sottratta agli angoli abitati.
E ancora serre… fino ad arrivare ad un complesso di edifici dove, in questi trent’anni, ha vissuto una persona nel completo silenzio di chi sapeva: un mediorientale un po’ sopra le righe, ci dicono, tollerato perché teneva lontani, con la propria “determinazione”, altri occupanti.
E lui ha vissuto qui, nascosto, al centro di Roma, come un reduce giapponese su un atollo del Pacifico o un abitante dei livelli inferiori in un film di fantascienza… o un Robinson Crusoe per scelta.
Nei vari ambienti di quelle che nel lontano 1917 erano parte della struttura degli “Orti di Pace” (una scuola per orfani di guerra di cui presto vi racconteremo) questa persona aveva creato una stanza da letto, un angolo per cucinare e mangiare, un altro per ricoverare una bicicletta, un posto dove tenere gli abiti, dove lavarli e stenderli, dove leggere e custodire tanti libri, impilati ancora adesso uno sull’altro.
Non sappiamo perché qui non sia stato sgomberato nulla ma, semplicemente, tese qua e là bandelle gialle e fogli plastificati con riportato il provvedimento di sequestro: pena per chi ci abitava (abita?), incapacità a gestire seriamente un intervento molto più articolato di quanto qualcuno si aspettasse, stupore di fronte ad un giardino segreto sfuggito per decenni alla percezione dei più?
Vedremo… e testeremo la sensibilità e le capacità di chi dovrebbe esser chiamato a recuperare ogni angolo della villa mantenendone l’incanto, la bellezza, il mistero.
Che in questo luogo quasi sospeso nel tempo e nello spazio esistono e che, in qualche modo, vanno preservati!
NB: prima che qualcuno, in buona o malafede, lo chieda… per scattare queste foto non è stata infranta nessuna normativa né violato il perimetro delle bandelle poste a indicare le zone sotto sequestro.
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