Quel profumo che non sentiremo più.


21/08/2019

Quel profumo che non sentiremo più.



E non soltanto della pianta di mimosa piegata e spezzatasi recentemente lungo via Leone XIII, giacchè, prima del suo, avevamo già perso quello delle splendide mimose che arricchivano un tempo il Giardino del Teatro.
Di quest’ultime, ne era rimasta una, spostata verso la grande vasca su cui si affacciano i due cipressi calvi… non c’è più neanche quella!

E ci spiace di non averne immagini, neanche nelle foto scattate all’inizio degli anni ’90 quando, alla fine di ogni inverno, la cancellata perimetrale del Giardino del Teatro era una gigantesca, profumatissima macchia gialla.
Anche allora, uno scontro con tutti quelli che, letteralmente, assalivano ogni pianta in fiore e strappati i rami più bassi e a portata di mano, si arrampicavano sul fusto per impossessarsi di quelli rimasti integri perchè troppo in alto.
Trent’anni fa, pensate, ci si mettevano anche coloro che, dopo averle strappate, le incartavano e le andavano a vendere ai semafori!

Un’abitudine, quella di predare gli alberi in fiore, fortunatamente ridottasi negli anni ma sostituita, nel caso di alcune essenze, in particolare quelle più basse e ramificate, dalla pratica di arrampicarcisi sopra, per giocare… magari appendendo altalene improvvisate, addirittura realizzate con corda e copertone, come abbiamo mostrato recentemente.
E a questo punto, c’è poco da fare: alberi forse già in difficoltà, le vedono esasperate e una curvatura, un’inclinazione, possono trasformarsi in poco tempo in una frattura come quella che individuate facilmente sulle prime foto di questo album.

A villa Pamphilj rimangono ancora (ma solo!) la mimosa a ridosso del ponte pedonale Artemisia Gentileschi Lomi (punto 25 sulla mappa) e quelle lungo il muro d’angolo con l’incrocio su piazza del Bel Respiro, a ridosso dell’ex-chiesetta/ex-centro anziani (punto 29 sulla mappa).
Le altre, bellissime, che c’erano un tempo non ci sono più e quella lungo via Leone XIII a cui è dedicato questo album… si inchina, quasi a salutarci, perché presto… ci abbandonerà per sempre!
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