Villa Abamelek, una gita fuori porta… San Pancrazio!


19/04/2020

Villa Abamelek, una gita fuori porta… San Pancrazio!



E’ domenica… perché no?
Soprattutto, basta allontanarsi una decina di metri da villa Pamphilj per “ritrovarsi” in questo luogo splendido, legato alla nostra amata villa fin dalle sue origini.
Nella prima metà del 1700, il Cardinale Giuseppe Maria Ferroni abitava infatti in via del Plebiscito, all’interno del complesso monumentale di Palazzo Doria Pamphilj e, stante la cordialità dei rapporti con i suoi “proprietari di casa” aveva acquistato da loro una vigna lungo via Aurelia Antica, nella zona del Bel Respiro.
Lì, fece erigere una villa ed un casino dove trascorrere le vacanze… rispettivamente VILLA FERRONI ed il Casino delle Muse.

Morto il Cardinale, la proprietà passò dapprima al Marchese Leopoldo Ferroni, poi al Duca Giovanni Torlonia e, da lui, alla figlia Contessa Marescotti. A seguire, al Cavalier Vincenzo Valentini e ancora, alla Contessa Emilia Giraud.
Siamo giunti però al 1849 con l’intera zona sconvolta dagli aspri combattimenti tra Francesi e difensori della Repubblica Romana: villa Ferroni, pur rimanendo in piedi, ebbe i due lati volti verso il campo di battaglia crivellati dalle cannonate e a Filippo Andrea V Doria Pamphilj che l’aveva riacquistata, non rimase che affidarne il restauro ad Andrea Busiri Vici!
La villa venne però ribattezzata VILLA DEL BELVEDERE, sia per la sua posizione dominante sia per evocare una proprietà già appartenuta alla Famiglia Pamphilj, successivamente passata alla Famiglia Aldobrandini per questioni ereditarie (villa Belvedere a Frascati).

Appena una decina di anni più tardi, la villa fu acquistata da Bettino Ricasoli (Presidente del Consiglio del Regno d’Italia dopo Camillo Benso Conte di Cavour) e nel 1907 passò infine al Principe Abamelek Lazarew, da cui prese in nome che porta ancora oggi: VILLA ABAMELEK!
Non solo: vista la necessità di disporre di una dependance per i propri ospiti, il Principe prese in affitto dai Pamphilj il villino Corsini, facendo realizzare un cavalcavia su via Aurelia Antica che congiungesse i due edifici dirimpetto.
Ancora, affittò la piccola pineta che ancora troviamo spostandoci dal villino Corsino all’Arco dei 4 Venti, già allora ingresso monumentale a villa Doria Pamphilj.
Alla sua morte, la villa sarebbe dovuta passare all’Accademia di Russia in Roma ma lo scoppio della I° Guerra Mondiale e della Rivoluzione Bolscevica ne rinviarono la destinazione fino al 1936 (con la proprietà rimasta nella disponibilità di sua moglie Maria Pavlovna Demidov): solo nel 1947 villa Abamelek divenne, a tutti gli effetti, residenza dell’Ambasciatore dell’URSS e, successivamente, dell’Ambasciatore dell’attuale Federazione Russa.

La villa copre un’estensione di 27 ettari, la maggior parte destinati a parco: oltre all’edificio principale, conta il bellissimo Casino delle Muse, ricco di sale sontuose, una delle quali arricchita da una loggia a triplice arcata da cui si ammira la cupola di San Pietro (è l’immagine che abbiamo riservato a copertina di questo album!).
Un terzo Casino veniva utilizzato come appartamento privato dai proprietari ma, nella seconda metà degli anni ’60, vi si aggiunsero ben sette villini, fatti realizzare abusivamente dall’ambasciatore URSS di allora.

In tempi ancora più recenti (fine 1999) l’Ambasciata Russa avanzò una richiesta per la costruzione di una Chiesa Ortosossa all’interno del perimetro, in un’area compresa tra via Lago Terrione e via delle Fornaci: la chiesa fu inaugurata nel 2009 ed è intitolata a Santa Caterina Martire ovvero Santa Caterina d’Alessandria (https://cutt.ly/vt6xDBv).
Ancora, sul perimetro occidentale della villa sono apparse, pochi anni fa, alcune giganetesche parabole per le telecomunicazioni satellitari, ribattezzate da molti frequentatori “i funghi di Putin”!

Almeno per ora, nessun membro della nostra associazione ha mai avuto il piacere e l’onore di accedere all’interno di questa splendida “sorella” di villa Pamphilj e, a parte le foto d’archivio, quelle scattate da dove ne abbiamo avuto possibilità non rendono sicuramente merito alla bellezza ed all’integrità del luogo.
Per questo, domani condivideremo con chi ci segue un secondo documento, decisamente meritevole dell’attenzione di tutti.
Di tutti coloro a cui piace, da veri romani, farsi ogni tanto una bella gira fuori porta…
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