04/05/2016
Villa Pamphilj… l’itinerario del degrado.
Non ne basterebbe uno, ed ogni volta, anche con quello percorso lunedì mattina con la troupe di Federica Ionta, giornalista de LA7, sono diverse ore di passeggiata/spiegazioni/riprese (lunedì ancora peggio, visto il dolore e la zoppia della gamba colpita).
Come non basta un servizio, visto il materiale girato: è probabile ne verrà montato un secondo… Federica ci terrà aggiornati.
Vogliamo parlarvi però di questo tour, cosicché chi vuole (o non crede a quanto documentiamo da anni) possa ripercorrerlo lui stesso.
Oppure perché sappiate quale sarà quello che, se ce lo chiedessero, siamo disponibili a far percorrere ai candidati sindaci o ai presidenti di Municipio dei diversi schieramenti.
L’appuntamento con la troupe era fissato al parcheggio su Largo Martin Luther King, al civico n.8, parte ovest della villa.
E di qui gli abbiamo mostrato in sequenza:
– le monovolume targate Bulgaria parcheggiate qui non-si-sa-bene-perché (cioè sì) nove mesi l’anno;
– il cancello d’accesso ripristinato dopo otto mesi di chiusura;
– il ponte (passerella pedonale) Artemisia Gentileschi Lomi, abitazione di poveri sbandati ma anche realizzazione costosa (2 miliardi e mezzo di lire) e, qui a 50 metri dal semaforo, senza senso e favorita per ragioni discutibili a due passerelle in legno lamellare del costo complessivo di un miliardo e duecentocinquanta milioni (un quarto ciascuna, dunque!);
– il casale ai Monti, con i suoi occupanti rom automuratisi all’interno, nel buio… ma di nuovo, qui, anche spesa inutile del Grande Giubileo del 2000;
– il muro perimetrale della villa (qui siamo su via della Nocetta) la cui sommità, sostituiti i coppi con intonaco durante il Grande Giubileo, si sta sgretolando sul prato e sulla via sottostante;
– il prato dove si consuma la prostituzione femminile ogni notte, invaso da preservativi e fazzoletti impregnati di ogni umore;
– la cancellata perimetrale, un altro vergognoso lavoro giubilare da 4 miliardi 600 milioni di lire, realizzata in pali di ferro vuoti, infilati e non saldati, facili da segare: basta scuoterne una sezione per imprimere un’onda di mezzo metro di ampiezza per un centinaio di metri di lunghezza;
– i finti bagni a ridosso di via della Nocetta n. 30: mai aperti, inizialmente ritrovo di writers e tossicodipendenti e, ormai, da anni occupati dai rom. Ancora, mai accatastati dal Comune di Roma… che li aveva realizzati!
Poi, dall’altra parte, la zona est, passando da via Leone XIII n.74 dove in poco spazio è possibile individuare:
– il giro della prostituzione maschile (di giorno, ogni giorno, tutto il giorno);
– la devastazione prodotta dai ritrovi del fine settimana nell’area occupata dalla comunità peruviana: fuochi, lattine, bottiglie, vetri, escrementi, fazzoletti, cartoni, resti di fuochi e barbecue;
– le serre, restaurate, depredate, occupate dai rom bulgari e gestite, non solo a nostro avviso, da chi incassa denaro in cambio di materassi e posti letto;
– la cascina Floridi, fino a poco tempo fa finta sede di un posto fisso del Corpo Forestale dello Stato, successivamente ciliegina sulla torta di un bando perfettamente confezionato: 200,00/300,00 euro mensili a casale, anche se questa cascina, con i suoi 700 metri quadrati coperti, 2000 metri quadrati di verde perimetrato e già illuminato, la possibilità di farci ristorazione all’interno, veniva “solo” 1.900,00 euro al mese;
– villa Vecchia, il museo chiuso da 16 anni e pagato fior di miliardi, personale impiegato ed una sovrintendente all’interno a non far nulla per villa Pamphilj;
– le serre ottocentesche, restauri giubilari miliardari… grandi interessi, frustrati recentemente a quanto sembra, visto che lì accanto c’è… (vedi la riga che segue!);
– Casale e Giardino dei Cedrati: restauri giubilari e successivi miliardari, affidato a 1900,00 euro al mese a privati ed alla più grande cooperativa nazionale operante nell’ambito dei Beni Culturali (Coop Culture) sotto sequestro per abusivismi edilizi ed altre violazioni, una storia ancora da scrivere ma dalla quale emergono interessanti legami di amicizie e politica;
– i bagni a ridosso di via Aurelia Antica n.183 aperti per poco, mai perfettamente funzionanti né a norma: l’ennesima spesa, l’ennesimo imbroglio.
Da ultimo, tutti all’ingresso di piazza di San Pancrazio n. 9A:
– la discarica abusiva e pericolosissima di batterie esauste individuata e riportata alla luce dall’Associazione per Villa Pamphilj;
– i muri devastati dai writers ragazzini o pseudo politici, come le aiuole, abbellite e pulite dai volontari, depredate e ridotte uno schifo dai ladri di fiori e dagli zozzoni;
– le persone che vivono su di una panchina o in un angolo di aiuola fuori della Basilica di San Pancrazio;
– l’ufficio visite guidate del servizio Giardini svilito e non valorizzato;
– la palazzina Corsini, con le sue Zèteme e zètemine, i suoi concerti estivi distruttori e che non danno nulla in cambio alla villa, le sue associazioni teatrali e musicali a cui il Municipio ha consegnato le chiavi della villa ed il Comune, negli anni, sostanziosi fondi.
C’è molto altro ovviamente, stratificato come quelle batterie della discarica abusiva, stratificato per lungo&largo, ma anche nel profondo… soprattutto in un amplissimo arco di tempo: qui a villa Pamphilj almeno 25 anni di CATTIVA E ASSENTE AMMINISTRAZIONE, sia Comunale che Municipale.
Che ci ha stancato… non solo perché l’itinerario descritto qui è stato così lungo!