Villa Pamphilj… terra di conquista!


14/03/2018

Villa Pamphilj… terra di conquista!



Sì, le parole pronunciate da Ippolito Pizzetti (“Quando le ville storiche fanno gola ai potenti”) e riportate nell’articolo che abbiamo riesumato ieri a 26 anni dalla sua pubblicazione sono continuamente state una triste realtà per questa villa e i suoi spazi, i suoi casali, finiti sempre nel mirino di chi voleva realizzarci i propri affari.

Le foto che vedete, scansionate dall’originale del febbraio 1996, mostrano un’area nella parte ovest di villa Pamphilj (la stessa dove oggi “sorge” la direzione della Onlus ANFFAS) dopo il sequestro operato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Carlo Luberti, che condusse le indagini allora, dopo la grande mobilitazione dei cittadini in difesa del Casino del Bel Respiro e della villa.

Venticinque anni di affari senza che nessuno intervenisse (Sovrintendenza, Servizio Giardini, Circoscrizione, Vigili Urbani), 11 ettari di campi di calcio, strutture, spogliatoi, fognature illegali… com’era stato possibile?
La Politica, la peggior Politica, in questo caso specifico quella di ideologia “socialista”: a quel tempo, prima di Tangentopoli, villa Pamphilj era spartita tra i democristiani (uomini di Andreotti occupavano i ruoli chiave dell’Assessorato all’Ambiente) e i socialisti, inseriti nella struttura dei Beni Culturali e Ambientali.
I primi organizzavano festival e concerti, i secondi occupavano casali e lo spazio intorno.
Non a caso, quel club sportivo era conosciuto come “Circolo AICS” dove quest’ultima sigla indica l’Ente di Promozione Sportiva legato al Partito Socialista, l’Associazione Italiana Cultura e Sport.

Grazie alle indagini del Dott. Luberti l’intera zona (e molte altre) finirono sottoposte a sequestro giudiziario, gli occupanti e chi li aveva favoriti, indagati, con l’Erario che richiese pesanti somme di denaro a chi non aveva vigilato e a chi aveva lucrato.

E’ servito a qualcosa, il Comune di Roma imparò la lezione, la politica venne forse tenuta lontana da quel momento in poi e finirono gli affari “confezionati” per gli amici degli amici?
Purtroppo no, ché come abbiamo visto accadere, la Politica piegò leggermente la testa, perse qualche partito e magari qualche figura di spicco, ma poi la rialzò con la solita arroganza e ricominciò a curare gli affari e non la Cosa Pubblica, gli amici e non i cittadini, riciclando magari certi affaristi in nuovi partiti o in quelli sopravvissuti a Tangentopoli.
Anche a villa Pamphilj?
Sì.
Anche negli anni trascorsi?
Sì.
Anche oggi?
Stiamo cercando di capirlo.

NB: ovviamente, questo filone seguirà con altri album sullo stesso tema.
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