Il canale va oggettivamente peggiorando. In questo momento gli animali che si trovano al suo interno possono contare di una sorta di “pozza” d’acqua situata sulla parte finale dello stesso “stramazzo”.
Come vi abbiamo raccontato, nei giorni scorsi si sono succeduti alcuni sopralluoghi, ma per adesso è ancora tutto fermo.
Il Dipartimento Ambiente nel frattempo ha risposto alla nostra pec dello scorso 14 maggio affermando che “L’interruzione del flusso d’acqua è stata eseguita da personale incaricato del competente Dipartimento Coordinamento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana ” ovvero il SIMU…
Insomma come già in altre occasioni (ricordate lo scorso anno con il Laghetto del Giglio?) la questione riguarda diverse competenze, ovvero la Sovrintendenza Capitolina, il SIMU, il Dipartimento Ambiente. e chissà chi altro.
I lavori da fare sono oggettivamente “importanti”, non dimentichiamoci che le fuoriuscite d’acqua intorno alla Fontana del Giglio, le tubature otturate e via dicendo durano oramai da anni.
Come da anni la stessa Fontana versa in condizioni pietose, con la parte monumentale in procinto di crollare, vista la presenza di alghe e piante infestanti.
Tra difficoltà tecniche, incapacità di gestione, a farne le spese però sono gli animali e i beni architettonici di Villa Pamphilj.
Non c’è altro da aggiungere se non che adesso serve fare subito qualcosa: che qualcuno si metta la mano sul cuore e soprattutto al portafoglio. E questo qualcuno, a prescindere le competenze, è il Comune di Roma.
Da parte nostra, oggi abbiamo inviato una nuova pec chiedendo di mettere in campo un piano di emergenza idrica: l’abbiamo indirizzata anche al Simu, alla Sovrintendenza Capitolina e all’Asl di competenza, quest’ultima per un’eventuale emergenza sanitaria.
Continueremo a segnalare e monitorare la situazione, ma occorre fare in fretta: il caldo si avvicina e gli animali del canale non possono aspettare oltre.