10/10/2019
Chi sono i vandali di San Pancrazio?
Nell’ultimo anno, è stata l’area di villa Pamphilj maggiormente presa di mira: ipogei forzati più volte e presi a martellate (due, a cui se ne è aggiunto un terzo, a ridosso del Campo Polo) come avvenuto anche al muro di confine della Basilica di San Pancrazio, dove uno spigolo, già segnato da pesanti fratture, è stato aggredito con lo stesso sistema a fine luglio ed allargata la ringhiera in metallo che lo sovrasta.
Poi i bivacchi, i loro resti e i fuochi (anche all’interno della confinante Valle dei Daini), i copertoni appesi agli alberi… quegli stessi alberi imbrattati con la vernice da capo a piedi (alcuni tag si trovano ad 8 metri di altezza)!
Da anni, costantemente, l’Associazione per Villa Pamphilj monitora quest’area (e in precedenza anche quella del Centro Idrico ACEA, dove rinvenimmo scarichi di materiale, chassis di motorini rubati, una discarica con centinaia di chili di batterie esauste interrate e molto altro) ed è qui che per due volte intercettammo ragazzini muniti di bombolette spray, diretti ai muri interni da imbrattare: abbiamo fatto lo stesso in questi ultimi mesi, cercando così di farci un’idea di chi ci sia dietro a questo genere di azioni.
Ci sono degli elementi ricorrenti che ci fanno ritenere gli autori siano ogni volta gli stessi, e le azioni “cresciute” in una sorta di escalation: il contenuto raggio d’azione, i periodi preferiti (fine/inizio anno scolastico) gli orari (imbrunire e prima fase notturna), l’utilizzo “a puntate” del martello, i messaggi sconclusionati rinvenuti presso gli ipogei con i richiami ad Harry Potter, l’utilizzo della vernice di colore azzurro (è presente ovunque), la sfida, palesemente lanciata nella reiterazione…
Insomma, a nostro avviso ci troviamo di fronte ad un gruppetto non particolarmente numeroso di ragazzi che oggi potrebbero avere sui 16/17 anni, che abitano nelle immediate vicinanze dell’ingresso su piazza Ottavilla e che hanno utilizzato fin da piccoli villa Pamphilj come pomeridiano luogo di svago.
Dei veri “territoriali” che hanno cominciato con le scritte e sono approdati via via alle altre azioni vandaliche, forse con l’intenzione di sperimentare l’avventura (infilarsi nei cunicoli sotterranei, esplorare o trascorrere la notte intorno ai fuochi accesi nella Valle dei Daini), provocare gravi danni con poco impegno (le martellate sul muro perimetrale della Basilica sono amplificate dalle fratture già esistenti), irridere le Istituzioni facendosi beffe degli interventi riparatori.
Non ultimo, che seguono con attenzione questa pagina di Facebook… i messaggi rinvenuti e la tempistica di certe azioni (in particolare sugli ipogei) suggeriscono sia proprio così.
Individuarli e fermarli non dovrebbe essere impossibile, sempre se si potesse contare sulla collaborazione “di chi sa” (di certe azioni si vanteranno sicuramente), di quella delle famiglie di provenienza (non è possibile che non rilevino come gli indumenti indossati siano sporchi di terra/polvere di cemento/vernice), dei negozi da cui si riforniscono di bombolette di vernice spray e di coloro che li incrociano di ritorno dalle proprie “bravate”.
Oppure, e sarebbe la strada più veloce, se il Sostituto Procuratore della Repubblica nelle cui mani sono finite le indagini su villa Pamphilj dopo l’arresto di chi le aveva avviate (una ventina le aree ancora sequestrate), autorizzasse il posizionamento di foto-trappole o piccole telecamere distribuite in maniera strategica nella manciata di luoghi presi di mira.
Non è difficile, i vandali di San Pancrazio non se ne sono mai allontanati granché… potete controllarlo anche sulla sezione di mappa allegata a questo album.
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