28/04/2021
“Chissà, magari si riconoscono e decidono di cambiare”
Questa è una selezione di quanto potrebbe aiutare certi “ragazzi bene” a non introdursi più in luoghi interdetti (le zone recintate e gli ipogei di villa Pamphilj), a non danneggiare reti, strutture ed alberi, a non imbrattare muri ed ogni altra superfice disponibile, a non accendere fuochi, a non rischiare di rimanere sotto una frana o una volta di catacomba… ed anche a non comportarsi in maniera aggressiva quando colti sul fatto.
Oppure, potrebbe aiutare genitori, amici e conoscenti a individuarli e parlargli anche perchè, le immagini interessanti di questo album (che non sono solo quelle con persone ma anche quelle con oggetti e materiali particolari a cui è semplice risalire), le Forze dell’ordine l’hanno ricevute “non editate”.
Comunque, cos’è successo sabato 10 aprile?
>>”Nella giornata di sabato 10 aprile , intorno alle 12:15 mi trovavo all’interno di villa Doria Pamphilj, nella zona di San Pancrazio dove, lungo il muro perimetrale dell’omonima Basilica seguo da tempo, con altri dell’associazione a cui appartengo, la reiterazione di atti vandalici di natura grafica (tag, disegni e scritte), come anche l’abbandono di rifiuti ed il danneggiamento delle chiusure di accessi ad aree sotterranee interdette.
Mentre mi allontanavo dopo aver scattato alcune foto a recenti scritte richiamanti il tag “CULTURE” (un imbrattatore/gruppo in azione da alcuni mesi nel quartiere Monteverde e a villa Pamphilj), ho visto arrivare due giovani che, dopo essersi guardati con attenzione attorno, hanno raggiunto l’area defilata dove avevo appena individuato quei vandalismi.
Per questo, dopo pochi minuti, sono tornato sui miei passi ma i due erano scomparsi, e trattandosi di un “vicolo cieco”, mi è apparso chiaro come, varcata una delle effrazioni presenti da anni alla rete perimetrale si fossero introdotti nella Valle dei Daini , un’area interdetta all’accesso da una ventina d’anni.
A quel punto, visto come al suo interno avessi già rilevato situazioni di degrado e danneggiamento, mi sono messo sulle loro tracce, percorrendo un sentiero in forte pendenza: giunto alla fine, nel fondovalle, ho individuato un’ampia area disboscata di recente dove qualcuno aveva realizzato una struttura, panchine, attrezzature, raccolto materiali di ogni tipo, rifiuti, confezioni di acqua minerale, eccetera (al riguardo, allego una serie di foto esplicative).
Mi rendevo visibile ai due ragazzi che, a mio avviso, non fornivano una spiegazione plausibile sulla propria presenza in quel luogo (“siamo qui per studiare”) e, per questo, li informavo che avrei chiesto l’intervento della Polizia di Stato per accertarlo: mentre però scattavo altre foto, i due, recuperati zainetti ed un quadro presente nel bivacco, si allontanavano nonostante io li invitassi a rimanere per fornire, a chi fosse intervenuto, le spiegazioni necessarie su quanto rinvenuto.
Alla fine, rimanevo sul fondovalle quasi un’ora, scattando foto (in particolare alle scritte presenti sui pali di sostegno della struttura di 6 metri per 2 circa presente) e verificando passaggi, oggetti e contenuto di diversi sacchi: nel corso di quest’ultimo controllo, individuavo un’attrezzatura da imbrattatore, composta da pistola per bombole spray e una maschera con filtri recante un tag riferibile (da verifiche successive) al writer denominato “SMOKING”.
Quando ho lasciato la zona, risalendo verso San Pancrazio, ho comunque portato quel materiale con me per consegnarlo alle Forze dell’ordine e impedire fosse recuperato dai sui possessori.
A quel punto, erano ormai le ore 13:40 e all’esterno, mentre mi allontanavo, di nuovo vedevo giungere 4 ragazzi vestiti di scuro e accuratamente coperti in viso, palesemente interessati a raggiungere l’area da cui provenivo: accortisi dell’attenzione sollevata, si spostavano leggermente, rimanendo in attesa io mi allontanassi e invitando un quinto soggetto, che mostravano di conoscere, già presente nella stessa zona di prato, a fare altrettanto.
Dal loro comportamento ho maturato la convinzione avessero un qualche collegamento con quanto rinvenuto nel fondo valle, confermato dall’atteggiamento aggressivo adottato dopo avermi sentito parlare e descrivere la situazione al telefono: sono stato avvicinato minacciosamente dai quattro, coperto di insulti e minacce, appellato come “poliziotto infame”, “cane”, “spia” e con tutta un’altra ricca serie di parolacce e offese, imperniate in particolar modo su una mia presunta appartenenza alla Polizia di Stato.
Chi era al telefono con me, segnalava allora la situazione in corso e venivo avvertito dell’imminente arrivo di una volante della Polizia di Stato.
I quattro ragazzi, sempre minacciando, si allontanavano ma non uscivano da villa Pamphilj (ritengo si fossero spostati verso un altro varco più distante ma dal quale, si accede ugualmente alla valle dei Daini) e non erano più lì con me quando sopraggiungeva la volante.
Gli agenti raccoglievano il mio racconto, identificavano il quinto soggetto di cui sopra, rimasto comunque in zona e dopo un breve sopralluogo insieme trascrivevano anche le mie generalità.
Qualche altra verifica (da cui è necessariamente scaturita una perquisizione, visto quanto comunicato dal sistema informatico della Questura di Roma NdR) poi, finito l’intervento, la pattuglia riprendeva il proprio servizio ed io mi avviavo verso casa <<“.
Sì, verso casa, nonché sede dell’Associazione per Villa Pamphilj dove, il 19 dicembre, l’imbrattore/crew CULTURE sono venuti a lasciare il proprio tag a mò di minaccia… ma questo non è riportato sulla segnalazione fornita sabato 10 alle Forze dell’ordine perchè già segnalato, con tutto il resto, a suo tempo.
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