11/12/2019
Com’è che un fienile divenne un bar-ristorante: 2° parte.
Come abbiamo documentato nell’album precedente (http://bit.do/fkqd9) dopo aver sanato gli abusi compiuti sul fienile, gli allora titolari del futuro bar ripartirono con i lavori: siamo alla fine del 1996, nel 1997 e all’inizio del 1998 con interventi che riguardarono sia la struttura, ma anche gli allacci alle varie “reti” necessarie a trasformare una classica, grande tettoia per balle di fieno, in un locale.
Di qui gli scavi, che sconvolsero necessariamente tutta l’area circostante:
– in diagonale, addirittura SPACCANDO e MAI RIPRISTINANDO il manto in cemento rosso del viale realizzato per rendere più agevole e sicuro il transito degli anziani diretti al Centro “Bel Respiro” (viale Selma Lagerlof), fu interrata la fogna, portata fino al grosso tombino che già raccoglieva quelle della casetta dei corridori (spogliatoio sequestrato, poi bagni, poi bagni/spogliatoio, vedi album) e dello stesso centro anziani.
– in parallelo allo stesso viale Selma Lagerlof fu effettuato un altro scavo e interrato il resto.
NOTA: forse allora venne sottovalutato l’effetto di allacciare la fogna di un locale (destinato a crescere e con lui, le acque reflue immesse) a quella di altre due strutture: questo è il motivo per cui, da anni, quella fogna esonda e riversa ogni genere di schifezza liquida all’interno del prato lungo l’Olimpica (lato ovest viale Selma Lagerlof), come anche dalla cassetta/contatore su via Vitellia e, vista la pendenza, lungo la via stessa (in altro album ce lo rivedremo in dettaglio).
Nel mese di maggio (1998) vennero montate le vetrate mentre a luglio cominciarono ad esser passate le mani di colore, con basi e prove delle varie sfumature. Ma apparvero anche una serie di scritte vandaliche ché c’è sempre qualcuno che ritiene la lotta, anche quelle condivisibili, vadano condotte con ogni mezzo.
Anche quello… più idiota!
E nell’ottobre 1998… l’inaugurazione!
Tanti amici dei due titolari, tutti i veicoli che entravano privi ovviamente delle necessarie autorizzazione (un vizio rimasto), assenti i Vigili Urbani e ben rappresentato il Servizio Giardini di villa Pamphilj… che con i primi e con la Circoscrizione e la Sovrintendenza Capitolina non si erano accorti sei anni prima dell’avvio di lavori abusivi.
La fine del millennio vede l’attività tirare avanti alla bell’e meglio con un bar scarsamente frequentato, anche per la presenza, all’interno del Centro Anziani “Bel Respiro” di un altro bar (bancone e caffetteria) peraltro a prezzi da CRAL.
Considerando come l’area fosse frequentata soprattutto dai soci di quel centro e i corridori… andare sempre di corsa, di affari se ne facevano davvero pochi.
Ma nel gennaio 2001, apparve un abbozzo di staccionata… poi, una lunga pausa e nell’aprile 2003 cominciarono altri lavori: furono scaricati camion e camion di terra e modificata tutta l’area circostante all’ex fienile, creando terrazzamenti rettangolari allo stesso livello della struttura.
A seguire, le aree ricavate vennero perimetrate con piantine che, crescendo, potessero creare una siepe: a quel punto, l’area di pertinenza era praticamente triplicata… ma mancava ancora qualcosa.
Così, furono piantati alberi, calata ghiaia, creato un vialetto di accesso e, finalmente apparvero all’esterno ombrelloni, tavoli e sedie: era ancora un bar, con qualche avventore in più e ancora legato agli orari di apertura e chiusura della villa… ma la via verso il successo aveva finalmente preso forma.
Dobbiamo confessarlo, a quel tempo l’Associazione per Villa Pamphilj si lasciò un po’ andare: il tradimento di chi (Sindaco, Giunta e chi governava nella XVI° Circoscrizione) ci aveva illusi con lavori miliardari (Giubileo del 2000) rivelatisi presto fatiscenti, poi l’assenza di piani, di progetti di rilancio e coinvolgimento sociale, con il degrado che prendeva le forme dell’abbandono che viviamo oggi ma che prendeva appunto il suo via allora, con gli affari che vedevamo consumare grazie alla benevolenza di ex-ambientalisti e di una sinistra progressista ridotta ad amica-degli-amici… ci avevano totalmente scoraggiato.
Per questo, non sappiamo dirvi chi avesse fornito i permessi per le trasformazioni a cui vedevamo sottoposto all’inizio del terzo millennio l’ex-fienile (CI TROVIAMO IN UNA VILLA STORICA, DUNQUE SOTTOPOSTA A SEVERI VINCOLI DI CARATTERE STORICO/AMBIENTALE), né se addirittura esistessero (ma sicuramente c’erano!).
E lo stesso Sindaco, incrociato una delle ultime volte che ci recammo in Campidoglio per accedere ad atti amministrativi e capirne qualcosa, rispose così a certe nostre perplessità: “Ragazzi, stiamo facendo grandi cose in tutta la Città, cose che tutti apprezzano: dovete stare con noi, altrimenti sarete messi da parte perché passerete per dei rompicoglioni”.
Evidentemente, anche alla luce delle aggressioni, delle minacce, delle intimidazioni, delle denunce strumentali a cui siamo da anni e nuovamente sottoposti… un po’ “rompicoglioni” dobbiamo esserlo sicuramente.
Ma, grazie ai social e ad alcuni strumenti (telefoni cellulari e macchine digitali) che nel 1992 non c’erano, e grazie ad un archivio ed una memoria storica comunque interessante, oggi siamo probabilmente rompicoglioni molto più temuti da chi ha responsabilità di cui non vuol rispondere.
PS: Le immagini che appaiono in questo album sono scansioni di foto scattate con le macchinette Kodak usa&getta che ci portavamo appresso durante la corsa: di qui, la qualità, decisamente diversa da quella che mostriamo dal 2013, anno della nostra “rifondazione”.
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“Com’è che un fienile divenne un bar-ristorante: 1° parte.”> http://bit.do/fkqd9