Fontana di Venere “PNRR E GIUBILEO: gli interventi a Villa Pamphilj”

Fontana di Venere
“PNRR E GIUBILEO: gli interventi a Villa Pamphilj”
6– La Fontana di Venere

Situata tra le scalee che congiungono il giardino segreto con quello del teatro, la Fontana di Venere è senza dubbio una delle più belle fontane di Villa Pamphilj.
Era il 1646 quando lo scalpellino Angelo Pieruzzi, su disegno di Alessandro Algardi, lavorava alle scale che conducono alla Fontana di venere e al piccolo ninfeo, aiutato anche dallo stuccatore Giovanni Battista Ferrabosco.
Al centro della Fontana si erge la dea Venere, tutto intorno stucchi, sassolini a forma di pesce, conchiglie, mosaici e madreperle arricchite da medaglioni con raffigurazioni mitologiche.
La statua è collocata su una finta roccia dove si trovano quattro delfini, mentre al centro della volta, oggi completamente ricoperto dalla vegetazione, si trova un ovato di stucco con a rilievo un Cupido con arco e frecce, opera dello stuccatore Ferrabosco.

Lungo le pareti gli altri ovati dipinti a mezzo fresco: rispetto la statua di Venere sulla destra ci sono le figure di Giove Cibele, Flora, Cerere, sulla sinistra Giunone, Anfitrite, Vulcano e Bacco. Ai lati esterni invece si trovano due nicchie con due statue, o meglio quello che resta, raffiguranti Flora e un Sileno: anche questa sono delle copie come quella della statua di Venere.

Purtroppo nel corso degli anni i vandali hanno fatto scempio anche delle copie, ma non solo: questa fontana come le altre presenti nella villa, può contare solo sulla costante pulizia della sua vasca ad opera dei fontanieri.
Infatti come spiegato più volte, tutta la parte monumentale deve essere pulita solo ed esclusivamente da restauratori, che però da queste parti non si sono mai visti.
Oggi si presenta ai nostri occhi coperta in più parti da vegetazione e con parti mancanti a causa dell’incuria.

E veniamo quindi a quanto succederà se, ripetiamo se, finalmente prenderanno il via i lavori di restauro previsti dal progetto Caput Mundi.
Secondo quanto riportato dal sito del Comune di Roma, verranno ripristinati gli originali giochi d’acqua seicenteschi. “L’idea è quella di valorizzare Villa Doria Pamphilj restituendo al giardino un importante elemento decorativo che lo renda ancor più bello e accattivante per i cittadini ed i turisti che ogni anno lo visitano.”
Nota bene: cittadini e frequentatori abituali sicuramente, turisti molto meno, anche perché Villa Pamphilj di fatto è sprovvista di indicazioni soprattutto per gli stranieri. Ne abbiamo incontrati a decine persi tra i viali senza avere alcun riferimento o mappa, a parte quelle che gli abbiamo dato noi di volta in volta… non ci sta nemmeno un cartello alle entrate della villa che spieghi cosa, dove, come e perché.

L’importo attribuito a questo restauro è di 321.000,00 euro che dovrebbero prevedere, il “restauro storico stilistico; consolidamento dei materiali decorativi originali costitutivi della decorazione superficiale; ricomposizione delle parti lacunose; revisione dell’impianto idraulico di alimentazione dei giochi d’acqua; valorizzazione illuminotecnica.” Anche qui non si capisce a cosa serva l’illuminotecnica se la villa chiude al tramonto…
Come per gli altri la durata del progetto è dal 1 giugno 2022 al 30 giugno 2026: per adesso però non si è visto nessuno e ci chiediamo come sarà possibile fare tutti i restauri previsti in così poco tempo rimasto. Già perché il 30 giugno 2026 si avvicina ed ancora di più il prossimo giubileo.

Perché se è vero che questi lavori sono finanziati dal PNRR, è anche vero che sono strettamente legati al Giubileo del 2025, visto e considerato, come scrive lo stesso sito del Ministero del Turismo (https://shorturl.at/eKMQT) che “Gli interventi definiscono un processo innovativo di valorizzazione del patrimonio archeologico, turistico e culturale di Roma e del Lazio, usando l’opportunità offerta dal Pnrr in coincidenza con il Giubileo del 2025. ”.

Vai al post FB>https://shorturl.at/LET26

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