g) locale tecnico sito in via Aurelia Antica.


06/01/2018

g) locale tecnico sito in via Aurelia Antica.



Più correttamente, chi ne ha predisposto il sequestro, avrebbe potuto indicarlo come “vano interno all’acquedotto Traiano Paolo a ridosso di via Aurelia Antica n.183” ma tant’è… questo succede quando non ci si rivolge a chi, le cose, le sa.

Le sa (l’Associazione per Villa Pamphilj) perché è l’unica ad aver segnalato già qualche anno fa l’ennesimo angolo dimenticato (ancorché “centralissimo”) quando ne trovammo la porta forzata e, all’interno, materiali appartenenti ad un sodalizio culturale di zona, il GAM/Gruppo Artistico Monteverdino.
Dai documenti si rivelò agevole risalire ad una mostra organizzata nel 2006 sul prospiciente slargo, quel che non è invece mai stato chiaro è chi abbia permesso per 10 anni al gruppo artistico di utilizzare un vano dell’acquedotto come magazzino dei propri materiali, abbia fornito le chiavi e, tutto questo, sulla base di quale autorità e/o autorizzazione.
La solita modalità che negli anni abbiamo visto applicare in tanti altri angoli della villa dove in molti, grazie a distrazione, amicizie politiche, benevolenze amministrative, hanno ricavato spazi, guadagni, spesso in barba ad ogni normativa.

Comunque, segnalata l’effrazione, il XII Gruppo Polizia Roma Capitale rimise nei cardini il portoncino d’accesso… presto forzato di nuovo, stavolta da un signore italiano di nome Alfredo, che vi ha abitato, nelle condizioni che documentiamo (e già documentammo) negli ultimi due anni.
Il tutto, di fronte all’Ufficio della Sovrintendenza Capitolina (una funzionaria, un guardiano, tre addetti alle pulizie in un museo chiuso dal 2000), e sotto gli occhi di tutti coloro che si trovavano a passare di lì, Autorità, Forze dell’ordine, atleti, consumatori (del confinante Casale dei Cedrati, nel periodo di apertura), artisti e Ministri… tutti indistintamente distratti.

Il 14 dicembre scorso, l’azione di sequestro predisposta da piazzale Clodio: anche qui, c’è una qualche speranza si voglia accertare come sia stato possibile realizzare prima un magazzino poi un povero ricovero senza che nessuno, a parte l’Associazione per Villa Pamphilj, sollevasse il problema?
Il personale della Sovrindendenza lì davanti, la funzionaria dal lungo curriculum e dignitoso stipendio, che facevano esattamente tutto il giorno?
Occuparsi della villa sicuramente no… erano altri che LA OCCUPAVANO… purtroppo nel vero senso della parola!
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