Ho 5 figli e 50 gatti


16/07/2013

Ho 5 figli e 50 gatti



La signora Rita sta arrivando.
Da lontano la puoi vedere mentre trascina quel pesante carrello, ogni giorno alla stessa ora: pioggia, sole, freddo, caldo, neve… lei arriva sempre!
E prende almeno un paio di autobus, perchè non abita poi così vicino.
Ad attenderla, trepitandi ed affamati, almeno 50 gatti distribuiti in almeno 5 punti “strategici” nella parte ovest di villa Doria Pamphilj.

Oggi Rita ha portato pasta (di solito spaghetti, i mici li preferiscono), scatolette al tonno e al pollo. A ciascuno, Rita ha dato un nome e loro… rispondono tutti al richiamo della loro “mamma”!
I gatti sono di tanti colori, ma è il rosso a dominare: ne arriva prima uno, poi un altro e via via tutti… belli, chi più chi meno. Occhi verdi, gialli, blu… maschi e femmine: il capo branco è ovviamente un rosso massiccio, qualche graffio sul muso, un orecchio smangiucchiato ma la facciona di chi la sa lunga … è evidente perchè le micie siano pazze di lui!
Qualcun altro ha invece gli occhietti cisposi e mezzi chiusi: la signora Rita riesce a medicarli quasi tutti, perché da lei si fanno toccare. “Gli metto l’antibiotico che mi ha dato la farmacista, oppure gli faccio degli impacchi con la camomilla, alla fine è la cosa migliore” dice, mentre ne tampona qualcuno con fare veloce e sicuro.

Distribuisce la pappa a mani nude, qualche spaghetto cade qua e là, ma subito qualche felino ne approfitta per mangiare da solo, senza l’interferenza di qualcun altro, di solito i mici più forti e prepotenti. C’è invece chi si avvicina più di soppiatto, sono gli ultimi arrivati, o quelli più giovani, ancora timorosi della presenza umana. Le gatte si riconoscono perché gli manca un triangolino al lato dell’orecchio “E’ un segno distintivo, indica che sono state sterilizzate dal Comune” racconta Rita. “Ogni primavera vengono qui e operano quelle che riescono a prendere. Certo poi per il resto dell’anno non se ne curano. A quello ci pensiamo io insieme alla mia amica Evelina, che viene il tardo pomeriggio a portare la seconda parte del cibo”. Due eroine quindi che da qualche anno, di fatto, sfamano e salvano tanti gatti ogni giorno. Poi ci sono gli aiuti occasionali di qualche frequentatore della villa (ehmm lo ammettiamo, qualche croccantino ogni tanto glielo passiamo anche noi) ma Rita ed Evelina in linea di massima non si fidano di nessuno perché ammettono che “Ne abbiamo viste di persone cattive… ce ne sono molte. Il rischio è che possano portare del cibo avvelenato per fare fuori qualche micio!”

I loro sospetti non sono del tutto infondati, perché in effetti c’è chi, di gatti, non ne vuole proprio vedere dentro al parco, non si sa bene il perché. Qualcuno parla di “una questione di igiene” come se questi splendidi felini fossero portatori di chissà quali malattie pericolose (anzi tengono lontani i topi!) . C’è da registrare che i veri nemici restano comunque i cani. O meglio i loro padroni, che per un mistero ancora tutto da svelare dichiarano “di amare tanto gli animali”, ma chissà perché fanno davvero poco per evitare che il proprio cane faccia fuori qualche felino. Come se l’amore per gli animali è da dedicare solo ad alcune specie, ad altre no… Fatto sta che più di qualche gatto è stato preso per il collo. Ed è morto. Soprattutto i cuccioli sono quelli più a rischio: si avventurano per curiosare in giro e… il pericolo è sempre in agguato.

Poi qualche runner e ciclista che non li sopporta perché “si incontrano all’improvviso, ci tagliano la strada e rischiamo di cadere!”. Ma allora perché non cambiate percorso se sapete che da una certa parte incontrerete di sicuro qualche gatto? Mah, questi sono i misteri del Parco, o meglio questo è il classico esempio che non riguarda nello specifico i runner o i ciclista, ma anche gli stessi gattari, canari e in generale molti frequentatori della villa… ognuno pensa per sé… e guardate come si sta riducendo villa Pamphilj…

In ogni caso, purtroppo, molti saranno “felici” di sapere che “La comunità sta lentamente diminuendo” come ci racconta la signora Rita. “ Tra le morti naturali (aids felino), i cani, qualche matto che li odia, e la sterilizzazione delle femmine, nel tempo i mici sono sempre di meno.”
Sono anche pochi quelli che vengono sistemati in qualche casa: le persone sempre più spesso preferiscono gli animali di razza, perché non sono attratti da mici pulciosi e mezzi forastici. Eppure ognuno di loro potrebbe dare tanto affetto e compagnia alla famiglia di qualche umano.

“Da parte mia” racconta Rita, “ A casa ho già tre mici, 5 figli, di cui due sposati. Poi ho i 50 gatti di villa Pamphilj, posso ritenermi fortunata” dice con il sorriso sulle labbra di chi nella vita ha chiuso il cerchio. Ma adesso è il momento di andare. Rita raccoglie i piattini utilizzati per dare da mangiare e li butta nel cestino. Chiude il carrello e piano piano s’inerpica verso il boschetto, su in alto l’aspettano altri mici. Il carico nonostante sia stato alleggerito dalla prima ondata felina è ancora pesante. Ma a trasportarlo c’è il cuore forte di chi ha scelto la strada giusta, quella dell’amore.

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