I Gigli “segreti”


08/12/2022

I Gigli “segreti”



Anzi sepolti. Sì perché dopo che i nostri volontari circa tre anni fa hanno ripulito la Scalea del Casino Algardi e il “pianerottolo” che la suddivide, i gigli “disegnati “sono nuovamente scomparsi, celati dalla terra trasportata dalla pioggia e dall’incuria che costringe tutti noi frequentatori a non avere il piacere di vederli insieme al restante bellissimo mosaico.
Oggi togliendo il fango con il piede ne abbiamo “resuscitato” uno: bianchissimo è apparso come una visione.
Tutto questo perché senza alcun intervento di pulizia sia della scalinata (ripulita sommariamente nella parte inferiore un paio di mesi fa, e poi più nulla dal settembre del 2019 data appunto nella quale in ben 4 interventi la nostra Associazione ha provveduto a riportarla all’antico splendore) che del pianerottolo, nessuno si è più visto.
Anche il vaso che sovrasta una delle colonnine laterali, che, sempre a causa dell’incuria si era prima rotto e poi era precipitato a terra portandosi dietro un pezzo di marmo, non è stato più riposizionato.
Eppure basterebbe davvero poco. Cioè a parte dargli una bella pulita, rimuovendo anche gli scheletri delle piante di bosso oramai morte e sepolte, la Scalea del Casino dell’Algardi potrebbe tornare facilmente all’antico splendore.
Poi certamente occorrerebbe intervenire e quindi impedire tutte le volte che ci sono piogge abbondanti, che un fiume di fango e di acqua si riversi appunto nel pianerottolo, che si trasforma in una sorta di “bacino artificiale”.
Questo accade sia perché gli scolatoi di cui è munita la soglia di marmo dei diversi gradini si occludono, ma anche per colpa della terra accumulata sul pianerottolo e lungo il vialetto che costeggia il muro di contenimento del Giardino del Teatro e che raggiunge la Scalea Paolo Ber e viale della Casino Algardi.
La pendenza infatti rende impossibile la dispersione dell’acqua piovana che finisce per raccogliersi tutta sul pianerottolo. Non solo, l’acqua non scende solo dalla scalea ma anche di fianco, aldilà della siepe di bosso, dove il transito (vietato) dei ciclisti in mountain bike ha eroso il bordo viale creando due pendenze da cui acqua, terra, fogliame scivolano contribuendo all’allagamento ed all’accumulo di materiali ostruttivi.
Per prima cosa bisognerebbe sanzionare e multare tutti i ciclisti che si ostinano ad usarla come discesa libera (ricordiamo che secondo il Regolamento del Verde, nei parchi è consentito l’accesso alle biciclette esclusivamente sui viali, strade e percorsi ciclabili escludendo il transito sulle aree a verde…ma su questo punto ci torneremo quanto prima con un articolo dedicato).
Occorrerebbe poi che sia il Servizio Giardini che la Sovrintendenza Capitolina trovino una soluzione per ripristinare un corretto deflusso delle acque piovane.
Si dovrebbe appunto mantenere puliti li scolatoi e poi anche realizzare una piccola staccionata nel tratto di viale del Casino Algardi da dove i ciclisti scendono determinando l’erosione del fondo erboso e la creazione di veri e propri canali di scarico.
Piccole soluzioni, già suggerite anni fa, ma appunto inascoltate. E nel frattempo il mosaico è nuovamente quasi del tutto nascosto e con esso i piccoli gigli “disegnati”.
La bellezza perduta di Villa Pamphilj non può essere ricordata solo per gli anni giubilari o per piani di sviluppo o “rivoluzioni verdi”.
Di soldi a Villa Pamphilj nel passato ne sono stati spesi già tanti… a mancare sono le ordinarie manutenzioni, un piano di programma e di utilizzo lungimirante e soprattutto una visione “d’insieme” che sia connesso alle reali necessità.
Non ci vuole molto.
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