17/06/2020
Il vandalo di villa Pamphilj: presunto, libero e nemmeno in Romania!
Mercoledì 10 giugno, intorno alle ore 11:00, QUATTRO agenti della Polizia Roma Capitale, scesi da due veicoli in pattuglia, gli si sono fermati a 3 metri di distanza senza vederlo e noi, che eravamo lì, abbiamo pazientemente atteso finissero di controllare serre e acquedotto per capire se, almeno “una volta nella villa” riuscissero ad espletare questo tipo di servizio senza “copiare”.
Come si sono allontanati, abbiamo tentato due differenti vie per raggiungere quella che ci appariva una sorta di tenda ed un coloratissimo bivacco ma un muro di rovi e l’abbigliamento leggero ci hanno costretto, momentaneamente, a rinviare il sopralluogo al giorno successivo.
Ma… come avevamo saputo di questa presenza… anzi, di queste presenze?
Come sempre, controllando e raccogliendo informazioni come Cristo comanda… ma non dal 10 giugno, bensì dal 28 FEBBRAIO!
E’ infatti quello il giorno (3 mesi e mezzo fa, 20 giorni prima del lockdown della villa) in cui rinveniamo, all’interno delle arcate dell’acquedotto Traiano Paolo un bivacco ed il suo ospite, segnalato immediatamente alle Forze dell’ordine.
Giovane, straniero, atletico… un po’ troppo sopra le righe, tanto che pochi giorni dopo (il 7 marzo) guidiamo lì una pattuglia del IV Reggimento Carabinieri a Cavallo che procede alla sua identificazione.
Il 19 marzo, villa Pamphilj viene interdetta al pubblico e, ai precedenti vandalismi che avevano preso di mira alcune targhe della toponomastica, seguono azioni molto più violente che portarono il totale (provvisorio) degli atti vandalici compiuti prima della riapertura, ad OTTO distinte “incursioni”.
Il 28 aprile alle 04:00 di notte, ne era stata consumata l’ultima (COSI’ SOSTENEVANO) e, 17 ore dopo, gli agenti del XII Gruppo Polizia Roma Capitale fermavano, all’interno di villa Pamphilj QUEL giovane individuato TRE MESI PRIMA da noi, contestandogli, non si capisce su quali basi, le azioni compiute durante il lockdown (l’unica cosa che ci risulta sono le sue impronte digitali rilevate dalla Polizia di Stato su una teiera del Vivibistrot o dell’ANFASS il giorno dopo un tentativo di effrazione e l’esser stato colto a ricaricare il proprio cellulare all’interno della succursale ANFFAS di via Vitellia).
Si trattava di un 29enne romeno, fermato, NON arrestato (COME CHI SE NE ATTRIBUI’ LA SEGNALAZIONE SOSTIENE), portato a Regina Coeli dove, stante l’assenza di flagranza e di qualsiasi prova relativa, nessun GIP tramutò il fermo in arresto, lasciandolo libero di andarsene.
Dove?
A villa Pamphilj, ovvio, ma proprio mentre stava per entrarci finiva nuovamente fermato e “rimandato in Romania” in esecuzione di un provvedimento di allontanamento dall’Italia
In Romania?
Scusate, ma chi è che ha raccontato questa fesseria ai media e alla Sindaca Raggi e agli Assessori, ai Presidenti di Commissione e ai consiglieri di Roma Capitale, a funzionari della Sovrintendenza e degli altri Dipartimenti… chi è che tutti hanno ringraziato ossequiosi per il GRANDE lavoro svolto?
Quale poi, quello di indicare come colpevole una persona che non è stata chiamata neanche a spiegare se, come, quando, perché, da solo o per conto di altri, avrebbe compiuto quello che gli viene contestato?
Una persona che viveva (VIVEVA?) a villa Pamphilj ma che chi se ne attribuisce l’individuazione ha invece trovato (come sempre fa) sulla pagina Facebook dell’Associazione per Villa Pamphilj indicandolo poi come responsabile dei vandalismi senza fornire prova alcuna?
Quando leggerete la puntuale trascrizione (se non ne avete ascoltato già la registrazione) della riunione della Commissione Cultura Roma Capitale immaginiamo vi farete le nostre stesse domande.
Comunque, mentre il 29enne “era in Romania” già da un mese, l’Associazione per Villa Pamphilj scopre un nuovo vandalismo (la palla monumentale del Giardino dei Cedrati) e un lato del Vivibistrot viene danneggiato da un incendio scoppiato alle 01:17 di notte, ad appena una ventina di minuti dal passaggio, di fronte allo stesso Vivibistrot, dell’auto della Polizia Roma Capitale di pattuglia all’interno.
Dalle verifiche dei Vigili del Fuoco non ne viene riscontrata, ma neanche esclusa, l’origine dolosa… con chi aveva indicato il 29enne romeno come “arrestato”, “rispedito in Romania” e che “ce lo siamo tolto dalle scatole” (ce lo siamo… chi?) ad escludere ovviamente l’origine criminosa.
E’ ormai il 29 maggio quando qualcuno ci segnala la presenza di due giovanotti dalla carnagione scura che, atleticamente, scavalcano la rete elettrosaldata intorno alle serre a ridosso del Giardino dei Cedrati…”per recuperare un pallone” spiegano a chi gliene chiede il motivo.
Ma, visto come due giorni dopo, lo scavalco si ripete pressoché identico come la sua segnalazione, effettuiamo un primo sopralluogo, durante il quale rileviamo una serie di impronte nel terreno e i segni evidenti di un continuo transito.
Trasmettiamo l’informazione “a chi di dovere”, (anche perché il Comandante del XII Gruppo Polizia Roma Capitale ci aveva appena scritto che le indagini sui vandalismi venivano condotte dall’Arma dei Carabinieri e non da loro) poi, dopo un primo tentativo di avvicinare il bivacco individuato mercoledì 10 maggio, lo raggiungiamo il giorno successivo, scatenando però la reazione dell’occupante.
A tal proposito, proprio oggi abbiamo completato il verbale steso dalla pattuglia dei Carabinieri intervenuta giovedì 11 con una denuncia per aggressione: sì, perchè dopo essere stato individuato, l’abusivo ci aveva spintonato e, dopo alcuni minuti spesi a rimettersi le scarpe, ci aveva raggiunto all’esterno della rete che perimetra le serre, lanciandoci prima un palo di legno, poi una pietra (passata a pochi centimetri dalla testa di una frequentatrice in transito) e dandosi, successivamente, alla fuga.
Per questo, la volante dei Carabinieri e una pattuglia a cavallo della stessa Arma intervenute a cercarlo non avevano conseguito alcun risultato.
Fino a domenica scorsa 14 giugno quando, accompagnando un’altra pattuglia di Carabinieri, lo abbiamo individuato nuovamente all’interno dove, di nuovo, benché richiamato dagli agenti, si è sottratto (momentaneamente) ad un probabile fermo per accertamenti.
Solo momentaneamente, visto come alcune ore dopo sia stato intercettato all’esterno di villa Pamphilj, fermato e identificato confermando come fosse sempre la stessa persona… individuata da noi il 28 febbraio ma, secondo qualcun altro, “rispedita in Romania” il 30 aprile.
Concludendo.
Nell’attesa il 29enne romeno (ribadiamo… con atteggiamenti sicuramente troppo sopra le righe ma ASSOLUTAMENTE non imputato di vandalismi) sia affidato a chi possa seguirne professionalmente la destinazione (e raccogliere magari anche una sua deposizione su quanto accaduto all’interno di villa Pamphilj) sarebbe il caso che chi non sa sicuramente, chi inventa, chi le spara, chi copia, chi millanta… tacesse.
Anche se, veder rilanciare senza pudore l’esatto contrario di quanto sostenuto fino all’apparizione sui social delle nostre nuove foto, aiuterà chi ci segue a comprendere davvero cosa ci sia dietro a quanto succede a villa Pamphilj: dai vandalismi, passando per certi protagonismi e versioni romanzate, fino a quel “Tavolo di coordinamento per villa Pamphilj” la cui costituzione, funzione, professionalità presenti e azioni rimangono ancora avvolte nel mistero.
Aspetti che, per il bene della villa e di tutti, sarebbe il caso l’Amministrazione “chiarisse” il prima possibile, visto peraltro quanti ulteriori spunti di riflessione abbiamo ancora in serbo… sempre noi!
PS: nel caso si riuscisse mai ad accertare che il 29enne, FERMATO IL 29 APRILE 2020, sia realmente l’autore di tutti gli atti vandalici consumati a villa Pamphilj durante e dopo la chiusura del 19 marzo (noi non lo crediamo), avremmo comunque dimostrato che, prestare fede e attenzione a chi NE AVEVA SEGNALATO LA PRESENZA DUE MESI PRIMA, AVREBBE POTUTO RISPARMIARE AL NOSTRO PATRIMONIO ARTISTICO QUELLA LUNGA (MA EVITABILE) SERIE DI OLTRAGGI!
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