“La Fontana del Giglio, il laghetto… lo specchio del “Nun se po’ fà!”


03/08/2022

“La Fontana del Giglio, il laghetto… lo specchio del “Nun se po’ fà!”



Tutto intorno alla Fontana del Giglio ce ne stavano talmente tanti che sembrava che qualcuno avesse aperto un “banco” per la loro vendita. Parliamo dei calzini che abbiamo trovato insieme alle immancabili lattine di birra e bottiglie varie che ancora una volta sviliscono questo luogo, oramai sempre più abbandonato a se stesso. Noi comunque abbiamo ripulito tutto, come del resto è stato fatto molte altre volte.
Una cosa è certa: non si capisce come il Patrimonio della Villa (ma vale anche per il resto della nostra bella Città) venga abbandonato in questo modo. Non servono milioni di euro per restaurare monumenti e manufatti se poi questi non vengono manutenuti, valorizzati (nella loro essenza) e sostanzialmente lasciati al loro destino.
La Fontana del Giglio e la sua esedra sono irriconoscibili e non possiamo credere che durante gli ultimi anni non ci siano stati fondi per ripulirla degnamente dalla mucillagine, reimpiantare alcune essenze a sostituzione delle piante di Bosso devastati dalla Piralide o risistemare le sedute di marmo oramai sempre più incrinate.
Di quanti soldi stiamo parlando? Qualche migliaio di euro? Perché occorre aspettare il PNRR per fare interventi di manutenzione che dovrebbero essere all’ordine del giorno, nel senso che dovrebbero rientrare in un normale piano di conservazione. Ma le altre città europee come fanno?
Perché non si permette più ai fontanieri che per anni hanno ripulito le fontane da cima a fondo, di intervenire nelle parti ritenute “monumentali”? Se la spiegazione è che questi non sono dei restauratori: beh allora mandateli i “restauratori”! E’ chiaro però che poi i costi si aggiungono ai costi e via dicendo.
Lo stato di sfacelo in cui versa la meravigliosa Fontana del Giglio rispecchia l’incapacità, la miopia, l’incredibile inadeguatezza con la quale si affrontano i problemi della villa: senza un piano di programma, senza alcuna progettualità …
D’altra parte quanto sta accadendo al piccolo lago del Giglio è lampante: nessun piano di emergenza, nonostante le sollecitazioni delle Associazioni quali la nostra e le proteste di numerosi cittadini. E’ tutto fermo, come del resto la poca acqua rimasta, oramai divenuta stagnante.
Ma ci vuole così tanto a coordinarsi con gli altri Uffici, fare una riunione, spremere le meningi e cercare di trovare una soluzione? Non solo per il benessere degli animali (autoctoni o no, l’Amministrazione ne è comunque responsabile) ma anche per dare conforto a tutti quei frequentatori che oramai da giorni si preoccupano del futuro di questo laghetto.
Ripetiamo: ma le altre città europee come fanno? E soprattutto, perché a Roma la lapidaria risposta è sempre “Nun se po’ fa”? Questo è un “mantra” che francamente non sopportiamo più.
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