La seconda volta in cui rischiammo di perdere villa Pamphilj


15/03/2020

La seconda volta in cui rischiammo di perdere villa Pamphilj



In un album precedente (http://bit.do/fwWs3) abbiamo raccontato come, durante la trattativa per i Patti Lateranensi, fosse stata avanzata la richiesta di assegnare l’allora villa nobile al Vaticano e come, grazie alla volontà del Papa, la Chiesa Cattolica vi avesse infine rinunciato.

Ma all’inizio degli anni ’60, dopo aver venduto al governo brasiliano palazzo Pamphilj in piazza Navona perché vi stabilisse la propria ambasciata, la Principessa Orietta Doria Pamphilj Pogson avviò trattative con il Belgio, interessato ad acquistare il Casino del Bel Respiro di villa Pamphilj con la medesima intenzione.
Il Casino (oggi pertinenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri) insieme al giardino all’italiana che lo circondava, era già residenza dell’ambasciatore belga (sebbene in semplice locazione) mentre il Comune di Roma, retto allora da un Commissario Prefettizio, non aveva ancora dato seguito al Piano Regolatore approvato nel 1931 ed all’acquisizione della parte ad ovest della via Olimpica (http://bit.do/fAh3g).
Per questo motivo, l’erede Pamphilj prese l’iniziativa, offrendo alla Città tutta questa zona, ma in cessione gratuita: 55 ettari circa, che si sarebbero aggiunti ai 22 lungo via della Nocetta già destinati a semenzaio comunale e acquisiti nel 1940 dall’Amministrazione Capitolina.
In cambio, il Comune ne avrebbe dovuto garantire la perpetua destinazione a parco pubblico, intitolandolo a Filippo Andrea Doria Pamphilj, padre di Orietta ed ex-sindaco di Roma.

Intanto, alla fine del 1962, le trattative con il governo belga sembrarono concludersi, divenendo improvvisamente di dominio pubblico: la Famiglia Pamphilj si apprestava a vendere, per 600 milioni di lire, il Casino del Bel Respiro e i giardini circostanti!
Appresa la notizia, la sezione romana dell’associazione “Italia Nostra” rivolse con grande determinazione un appello all’allora Ministro della Pubblica Istruzione perchè esercitasse il diritto di prelazione e, subito dopo, al neo-Sindaco di Roma Glauco Della Porta perché rappresentasse al Ministro degli Esteri la contrarietà della Città, visto come un nuovo Piano Regolatore, approvato in quegli stessi giorni, prevedesse l’INTEGRALE DESTINAZIONE A PARCO PUBBLICO DI VILLA DORIA PAMPHILJ!

E mentre il ministero della Pubblica Istruzione, privo di fondi, oppose l’impossibilità di esercitare il diritto di prelazione, la Giunta Comunale autorizzò il Sindaco di Roma a trattare con la Principessa Orietta Pamphilj l’acquisto dell’intera villa, stanziando 1 miliardo 800 milioni di lire.
Di rimando, la proprietaria, vincolata dagli impegni assunti con il Belgio, propose al Comune di Roma:
a) la cessione a titolo pressoché gratuito (145 lire al m², conseguenza degli 80 milioni dell’imposta di successione da accollarsi) dei 55 ettari ad ovest della via Olimpica (in BLU sulla mappa allegata);
b) la vendita a 1.750 lire al m² (identica cifra percepita per l’espropriazione dell’area dove realizzare l’Olimpica) di altri 70 ettari ad est della stessa via (in GIALLO sulla mappa allegata), più il valore delle strutture presenti all’interno.
In cambio, il Comune doveva rinunciare alla parte restante: ai 4 ettari (in ARANCIONE sulla mappa allegata) che i Pamphilj avrebbero venduto, incluso il Casino del Bel Respiro, al Belgio e ai 30 ettari che la Principessa Orietta avrebbero mantenuto per sé stessa (in VIOLA sulla mappa allegata).

Il Comune di Roma giudicò la proposta complessivamente inaccettabile e, di nuovo, si rivolse al Ministro della Pubblica Istruzione perchè, utilizzando il miliardo e 800 milioni messi a disposizione, esercitasse il diritto di prelazione… ottenendone però un nuovo rifiuto, motivato dall’impossibilità di esercitare, per conto terzi, un diritto riservato allo Stato e solo in via eccezionale.

E a questo punto, l’associazione Italia Nostra… continua nel prossimo album!
Vai al post FB>shorturl.at/ewB02

Leggi anche:
“Quando villa Pamphilj doveva far parte della Città del Vaticano”> http://bit.do/fwWs3
“Via Leone XIII… non fu solo “colpa” della XVII Olimpiade!”> http://bit.do/fAh3g

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