12/08/2021
La Signora delle Rose.
Questa mattina, in effetti, avevamo colto alcuni “movimenti” attorno al roseto del Giardino del Teatro ma, almeno inizialmente, non gli avevamo dato alcun peso.
Eppure, se avessimo guardato meglio, avremmo invece potuto renderci conto da subito come quei “movimenti” altro non erano che l’ennesimo gesto di Amore per villa Pamphilj… un gesto che Laura riserva a questo luogo da diversi giorni.
Lei che, questa mattina verso le 7.30 è arrivata a villa Pamphilj armata di un secchio e di una tanica per dar da bere alle rose assetate, visto come nessuno sembri occuparsene più.
“Sono talmente belle che mi piangeva il cuore vederle seccare così!”… ci ha raccontato dopo che finalmente ci siamo resi conto di quanto stesse succedendo ai piedi della palazzina Algardi.
Già nei giorni scorsi, Laura si era prodigata ad innaffiare le piantine – “però mi ero portata solo una bottiglia di acqua, questa mattina invece mi sono attrezzata meglio , con un secchio ed una tanica” – ci dice, mentre con gesti sicuri e composti continua con il suo andirivieni tra la fontanella e il roseto.
Le diamo una mano, per quel che vale: oramai il grosso del “lavoro” è stato fatto!
Le rose, non annaffiate continuativamente, sembrano soffrire ancor di più per l’ondata di caldo di questi giorni, così come le piantine di mirto che le circondano: anzi queste ultime sono messe ancora peggio!
Diverse si stanno ormai seccando, come del resto anche un paio di piante di Feijoa, messe a dimora un paio di mesi fa accanto al muro che delimita il Giardino del Teatro.
La responsabilità di questa situazione, alla quale la signora Laura così altruisticamente cerca di ottemperare, certo non è dei pochi giardinieri di villa Pamphilj: sono solo in quattro e davvero non riescono a stare dietro a 184 ettari di parco. Piuttosto, e spiace evidenziarlo ancora una volta, è di un’Amministrazione non in grado di pianificare la gestione del patrimonio ambientale della Capitale.
Perché finiti i lavori di “sistemazione”, che nei mesi scorsi hanno interessato questa importante area di villa Pamphilj (oseremmo dire la più significativa, almeno dal punto di vista arboreo e storico-monumentale), qualcuno deve pur verificare cosa accade “dopo”: controlli, interventi di ordinaria manutenzione, sembrano invece vocaboli sconosciuti, almeno al Dipartimento Ambiente del Comune di Roma.
Non serve mettere sui social post autocelebrativi, quando andrebbe piuttosto pianificato con più attenzione ogni intervento, avendo una visione a lunga scadenza che sappia coordinare le forze, purtroppo contenute, da mettere in campo.
Insomma non si può continuare a fare i conti senza l’oste, perché poi alla fine a pagare è sempre l’ambiente, il verde, i parchi storici…
Tant’è che in molti luoghi della città, a mettere una “toppa”, anzi un’innaffiata” ci stanno pensando i cittadini, oramai stanchi di vedere alberelli e piantine pietrificati dall’inesorabile calura estiva.
E anche a villa Pamphilj “se son rose fioriranno”… solo grazie , e soprattutto, alla Signora Laura.
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