Le tartarughe di villa Doria Pamphilj


03/07/2013

Le tartarughe di villa Doria Pamphilj



E’ da qualche anno che numerosi esemplari di tartaruga nordamericana si sono insediati nel laghetto di Villa Pamphilj. Abili nuotatori ed eccellenti predatrici, le tartarughe dalle orecchie rosse (Trachemys Scripta elegans,) così chiamate per la caratteristica macchia rossa ai lati del capo, sono originarie del Nord America dove vengono allevate a scopo commerciale. Proprio alcuni proprietari di tartarughe, dopo averle tenute in cattività dentro appositi acquari, hanno pensato bene di rilasciarle in natura, forse credendo di fare loro del bene, dandogli maggiore “libertà”.
In realtà non hanno valutato appieno il possibile effetto di questa scelta. La presenza di queste tartarughe, introdotte in laghetti come quello di villa Pamphilj, ha generato infatti una esplosione demografica della specie con conseguenze spesso nefaste per altri animali autoctoni come pesci ed anfibi di cui le tartarughe sono abili predatrici. Basti pensare che la Trachemys scripta elegans , è stata commercializzata dall’America all’Italia dagli anni ’70 agli anni ’90, fino a quando una norma CITES (La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) ne ha vietato l’importazione.
Solitamente queste tartarughe vivono in zone acquitrinose dove si possono facilmente nascondere tra la vegetazione, ed il laghetto di villa Pamphilj nel corso degli anni si è dimostrato essere un luogo adatto alla loro proliferazione. Si alimentano di pesci, rane, girini, insetti e piante acquatiche.
Costeggiando il laghetto è possibile vederle mentre utilizzano la tecnica della “neustofagia”: nuotano con la bocca aperta ingerendo insieme all’acqua anche delle particelle alimentari. Dopo aver espulso l’acqua attraverso le narici, le tartarughe ingoiano il cibo rimasto nella bocca.
Trascorrono molto tempo al sole solitamente sopra qualche ramo semi sommerso, in questo modo possono raggiungere una temperatura ottimale attraverso la termoregolazione. Se la loro la temperatura dovesse scendere sotto i 10°C non possono più alimentarsi e vanno in letargo.
Nel filmato da noi riprodotto, la femmina di tartaruga ha trovato il luogo adatto per scavare il proprio nido, nel quale potrà deporre fino a 25 uova. Le uova hanno il guscio molto flessibile e soltanto attraverso l’incubazione assorbono l’acqua necessaria per ingrandirsi e diventare più rigide. Il momento della schiusa avviene dopo circa 3 mesi: appena nate le tartarughine misurano 2/3 cm. Le femmine in un anno possono arrivare a deporre fino a tre covate.
Lo spettacolo della natura che villa Pamphilj giornalmente ci regala è anche quello della preparazione di un nido di tartaruga, ma questa specie in particolare, procreando in maniera incontrollata, in realtà minaccia la sopravvivenza di altri animali. La sua pericolosità è confermata dal fatto che in Europa sono commerciabili solo esemplari nati in allevamento ed in possesso dei documenti necessari che ne attestino la loro nascita in cattività. Questi esemplari inoltre devono essere inseriti nel Registro di Detenzione (D.M. 22.02.01) e denunciati all’Ufficio CITES del Corpo Forestale dello Stato.
Pur restando affascinati dalla tenerezza con la quale la femmina immortalata dal nostro filmato prepara il nido, non possiamo far altro che ricordare ai frequentatori di Villa Pamphilj e non, che l’introduzione di animali non autoctoni (come anche il pappagallo verde a cui presto dedicheremo la nostra attenzione) sono un grave danno per il nostro ecosistema. E’ importante quindi, per chi acquista una tartaruga, essere consapevole di averne cura, per sempre.
Come sapete noi dell’Associazione per Villa Pamphilj amiamo molto gli animali, e pensiamo che non sia giusto abbandonarli: questo vale anche per le tartarughe dalle orecchie rosse.

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