14/12/2017
Oggi la parte più facile, da domani la responsabilità più grande.
La centrale operativa, da cui è stato coordinato l’intero intervento, è stata posizionata all’interno dello Chalet Svizzero (sulla mappa TRIANGOLO BLU) a ridosso dell’ingresso su via di San Pancrazio n. 10 e da lì un centinaio di operatori schierati dal Comando della Polizia Locale, dal XII Gruppo Polizia Roma Capitale, dai Carabinieri Forestali, dal Battaglione Mobile dell’Arma dei Carabinieri, dall’AMA e dal Servizio Giardini del Comune di Roma hanno ricevuto il via all’operazione, i cui ultimi dettagli erano stati messi a punto nella giornata di ieri, mercoledì 13 dicembre.
Le sue basi erano state però definite nei mesi scorsi attraverso una serie di sopralluoghi effettuati dal personale della Procura di Roma inviata dal sostituto procuratore dottor Michele Nardi a cui sono seguiti, dal punto di vista formale, i necessari decreti di sequestro, emessi dal GIP dott.ssa Flavia Costantini.
Nell’ultimo anno e mezzo, proprio sulla scrivania del sostituto procuratore erano finiti le decine di esposti presentati dall’Associazione per Villa Pamphilj, i sequestri e le segnalazioni delle Forze dell’ordine, le impietose rassegne stampa, i servizi radio-televisivi (l’ultimo ieri, sul TG1 di massimo ascolto, alle 20,30).
E se l’Amministrazione, in numerose riunioni, si è mostrata attenta a quanto stava accadendo (sostenendo essa stessa la necessità di un’azione decisa), ora, ripartendo praticamente da zero (nel 1992 la villa vide già un’articolata serie di sequestri predisposti dal sostituto procuratore dottor Luberti) ha la possibilità di onorare un impegno tradito 20 anni fa da altri: la realizzazione di un piano organico di gestione, il recupero a fini sociali di tanti manufatti ed aree, il rilancio della più bella e grande villa della Città.
Un progetto “pilota” presumibilmente, che faccia da apripista alla gestione ed al rilancio del Verde Storico cittadino: l’Associazione per Villa Pamphilj (come le altre sue sorelle) è determinata ad esserci, a monitorare, a documentare e a chieder conto di quanto dovesse esser qui tradito, eventualmente, una seconda volta.
Perché oggi sono stati aperti varchi nei muri e sui prati, sono stati murati luoghi perché non siano più accessibili e, stanotte, due pattuglie di agenti saranno in servizio all’interno della villa: da domani, il lavoro più difficile per chi ci governa e per chi deve trarre le conclusioni su come un luogo così prezioso, un luogo che ha visto grandi investimenti di denaro pubblico, un luogo che “dovrebbe” esser tutelato da una Sovrintendenza che da 25 anni mantiene un ufficio proprio al suo interno, sia finito in questo modo.
I luoghi interessati (ben 18!) sono elencati nei provvedimenti affissi dopo i controlli e, dove necessario, dopo gli sgomberi di materiale appartenente agli occupanti abusivi (sulla mappa STELLA ROSSA):
– l’intero complesso dell’Arco dei 4 Venti (per il degrado ed il pericolo di crollo di parti dell’edificio: 1 miliardo 190 milioni di lire spesi per il suo restauro venti anni fa)
– l’estesa area ACEA a San Pancrazio (dove si trova la centrale idrica e dove, durante un intervento di pulizia, l’Associazione per Villa Pamphilj individuò un gigantesco scarico di batterie esauste)
– il container abbandonato a ridosso delle scuderie Corsini (segnalato già anni orsono dall’Associazione per Villa Pamphilj: vi si trova materiale della ristrutturazione della Palazzina Corsini con ancora il cartello cantiere della Sovrintendenza Capitolina)
– il portale su viale del Maglio, travolto dalla caduta di un albero lo scorso gennaio
– la casetta Rossa sul lago del Giglio (occupata, probabilmente da chi ha a che fare con giri di prostituzione: maschile a suo tempo, femminile più recentemente)
– le serre ottocentesche, di fronte a villa Vecchia
– il vano all’interno dell’acquedotto Traiano Paolo (effratto ed occupato da un signore italiano negli ultimi due anni)
– le serre moderne su viale Vittoria Nenni (una ventina di occupanti… il famoso “17” che ogni mese gli dedichiamo… dedicavamo? Vedremo!)
– le serre moderne e destinate a suo tempo a laboratori didattici, a ridosso delle precedenti
– la torre idrica est a ridosso di via Leone XIII, vandalizzata
– il Punto Jogging circoscrizionale, municipale, comunale (ah, saperlo!)… comunque fatiscente e fuori di ogni normativa
– l’intercapedine del ponte pedonale Artemisia Gentileschi Lomi, occupata da anni
– la casetta ai Monti, 35 giacigli e 50 PROIETTILI CALIBRO 38 censiti questa mattina
– i bagni pubblici a ridosso di via della Nocetta n. 30 (stimati 8/10 occupanti abusivi)
– il magazzino del Servizio Giardini (che rimarrà comunque accessibile e in attesa della riparazione necessaria)
– il ponte pedonale sul laghetto della parte ovest, a ridosso di viale Clara Weick
– le serre dell’area non accessibile su via Aurelia Antica, alle spalle degli uffici amministrativi del Servizio Giardini, occupate da un abusivo
– il rudere abbandonato a ridosso dell’ingresso su via Leone XIII n. 75, collettore di rifiuti, siringhe ed escrementi.
Una grossa operazione di Polizia e di pulizia… una ancor più grossa responsabilità per chi saprà finalmente esercitarla.
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