25/02/2024
“PNRR E GIUBILEO: gli interventi a Villa Pamphilj” 3- Serre Monumentali Ottocentesche
Terza “puntata” sugli interventi e restauri previsti con il PNRR, il Piano di Ripresa e Resilienza che interessa anche alcuni manufatti di Villa Pamphilj.
Oggi ci occuperemo delle Serre Monumentali Ottocentesche di Villa Pamphilj situate presso l’ingresso di via Aurelia Antica n.183, davanti a Villa Vecchia.
Queste serre furono progettate dall’architetto Giovanni Gui tra il 1845 e il 1847 su volere di Filippo Andrea V Doria Pamphilj intenzionato a sperimentare nuove costruzioni con materiali e strutture per l’epoca all’avanguardia. Le serre ottocentesche furono costruite con materiali come il ferro fuso ed il vetro e particolari in ghisa, in uno stile in linea con il neogotico.
A seguito dei danni subiti dall’assedio dei francesi nel 1849 avvenuto durante i combattimenti contro i difensori della Repubblica Romana, Filippo Andrea V affida all’architetto Busiri Vici il compito di rinnovare l’intero complesso, con l’aggiunta di nuove serre calde realizzate grazie all’inserimento di una novità per l’epoca, ovvero un “termo-sifone”. Le serre divennero quindi anche un luogo di sperimentazione dove trovarono alloggio e produzione nuove specie esotiche, come ad esempio l’ananas.
Un esempio di innovazione e di “gusto” per il bello. Bellezza che però le serre vedranno perduta nel corso degli anni. Con l’apertura al pubblico di Villa Pamphilj e senza alcuna Amministrazione in grado di valorizzarle, iniziarono il loro triste declino.
Per il Giubileo del duemila arrivarono una cascata di soldi: per le serre ottocentesche furono infatti stanziati 2 miliardi e 355 milioni delle vecchie lire. Restaurate le serre e recuperato il giardino circostante, con l’istallazione anche di un impianto di condizionamento e di telecamere… poi però il nulla: tutto venne lasciato in totale abbandono.
Nel giro di pochi anni le serre verranno così distrutte e svilite: impiantistica depredata, vetri spaccati, occupazioni abusive di sbandati. Fu proprio la nostra Associazione a denunciare il tappeto di escrementi presenti al suo interno.
E arriviamo ai giorni nostri con Caput Mundi che stanzia per il restauro delle serre ben 1.547.000,00 euro… in pratica i miliardi di venticinque anni fa. Se vogliamo fare un conto approssimativo un totale di circa 3 milioni di euro spesi e da spendere… non poco per delle serre che più di un secolo e mezzo fa furono di fatto costruite nel giro di un paio di anni.
In ogni caso andiamo a vedere cosa dice il sito del Comune di Roma in merito ai lavori che si dovranno fare: “Si interverrà per recuperare il degrado degli elementi orizzontali e rinnovare il sistema impiantistico, valorizzando così questo patrimonio storico e architettonico.”.
Bene , bene e ancora “L’obiettivo principale è valorizzare questo patrimonio storico e architettonico, trasformando le serre in uno spazio adatto ad ospitare eventi culturali, mostre e altre attività multifunzionali. Questo permetterà ai visitatori di apprezzare l’importanza storica e artistica delle serre, offrendo loro un’esperienza unica e arricchente all’interno di Villa Doria Pamphilj.”
Cioè le serre non saranno serre ma “uno spazio adatto ad ospitare eventi culturali?”. E cosa c’entra con il disegno, gli intenti originali di chi le ha volute qui? Dove sono le specie esotiche e i fiori importati dall’Inghilterra, per volere della stessa consorte del principe Andrea Filippo V, la lungimirante e colta Mary Talbot? Dove sta l’attinenza con i disegni degli architetti che già nell’ottocento immaginavano questo posto con serre calde, temperate e fredde?
Sarà ma siamo un po’ preoccupati visto i precedenti… Vorremmo sapere in quale modo i visitatori apprezzerebbero l’importanza storica della villa con i “gli eventi culturali e le attività multifunzionali”. Tutto sommato per tali attività si potrebbe utilizzare Villa Vecchia ovvero il Museo di Villa Pamphilj anch’esso già restaurato e poi mai aperto e adesso con altri soldi in arrivo, sempre con Caput Mundi.
Ci piacerebbe sapere quale sarebbe il valore aggiunto di certe proposte: non si trasforma un manufatto costruito con un’idea in qualcosa d’altro, del tutto estraneo alla sua funzionalità.
Ci piacerebbe che le serre ottocentesche, così come le vicine “serre moderne” tornassero ad essere quelle di un tempo: un luogo dove possano trovare riparo specie esotiche e non, un posto dove fare attività didattica per i più piccoli e perché no, anche avviare una produzione propria di frutta o fiori magari da vendere agli stessi visitatori, destinando magari il ricavato alla stessa Villa Pamphilj. Di fatto, un vero e proprio “chilometro zero” dentro la villa!
Potrebbe anche diventare una piccola estensione dell’Orto Botanico, legato all’Università la Sapienza, magari con specie vegetali coltivate e studiate direttamente sul posto.
Ci piacerebbe… anche che il progetto di restauro la cui durata (si legge sempre sul sito del Comune di Roma) è dal 1 giugno 2022 al 30 giugno 2026, iniziasse quanto prima.
Perché qui caro Sindaco e carissima Giunta, i tempi stringono e vogliamo vedere in quale modo intendete procedere con i lavori.
Soprattutto vogliamo sapere quali sono le suddette “attività multifunzionali” che avete in mente di fare dentro a queste serre. Abbiamo scritto SERRE.
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“Quanti soldi con Caput Mundi! Ma non è già successo? “>https://cutt.ly/SMvpWqR
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“f) serre monumentali ottocentesche…”> https://goo.gl/FxQkrR
“Bivacchi notturni degli sbandati: A > le serre ottocentesche”> https://goo.gl/HF98Uv
“Le serre e l’intervento di due settimane fa…”> https://goo.gl/FVxrCW
“Venerdì 28 giugno: continua l’intervento sulle serre, e…”> https://goo.gl/C3o1f8
“Giovedì 27 giugno: serre ottocentesche parte quarta!”> https://goo.gl/3aiUGa