26/04/2020
Quante volte figlioli? Una settantina…
Siate precisi… una settantina solo con la cancellata di via Leone XIII e senza contare quelle divelte più di una volta, giusto?
Le immagini che mostriamo in questo album “illuminano”, se mai ce ne fosse ancora bisogno, l’inadeguatezza di questa cancellata (pagata 4 MILIARDI 600MILIONI DI LIRE, ovvero 500MILA LIRE a sbarra), l’azione continuata di coloro che, negli anni, ne hanno segato decine di elementi (utilizzando un semplice seghetto da ferro) e l’approssimazione dei tentativi del Servizio Giardini (sempre in ritardo e con mezzi il più delle volte inadeguati) nel ripararla.
Con l’aspetto più grave di tutti, ovvero la totale assenza di quei controlli che permetterebbero di individuare responsabili, avviare procedimenti giudiziari, ottenere condanne e risarcimenti.
Anche perché, i punti presi di mira sono noti e sempre stati gli stessi: la fascia che va dal ponte pedonale Artemisia Gentileschi Lomi alla fine del parcheggio su largo Martin Luther King, le sbarre a ridosso dei civici 30 e 74 e le sezioni defilate alle spalle delle pensiline dell’ATAC sul lato opposto.
Chi ne sono gli autori?
Sicuramente gli sbandati di cui la villa traboccava fino a due anni fa, con oltre 120 di costoro censiti dall’Associazione per Villa Pamphilj e mostrati in tutte le trasmissioni d’inchiesta, sui quotidiani, su ogni media che riuscimmo a coinvolgere fino a quando Procura e Amministrazione Capitolina (con un intervento spettacolarizzato, approssimativo e, soprattutto, sfruttato da chi che se ne attribuì/attribuisce il merito) non intervennero.
Altri responsabili sono coloro che gestiscono il giro serale di prostituzione femminile lungo l’Olimpica, i latino americani che, da più di una quindicina d’anni organizzano ritrovi devastanti lungo via Leone XIII, i rom razziatori che, oltre ai borseggi, si dedicavano a furti più consistenti all’interno del deposito del Servizio Giardini o del locale Centro Anziani.
Per ultimi, ma non meno attivi, alcuni frequentatori nonché abitanti dei quartieri limitrofi… nostri concittadini, insomma.
Sportivi, proprietari di cani, studenti, tossicodipendenti, vandali e writers (caratterizzazioni che possono anche tranquillamente convivere) hanno fornito spesso il proprio “qualificante” contributo pur di non dover rinunciare, anche durante precedenti chiusure, alle attività tanto care a ciascuno.
E tutto questo, tenendo sempre conto di come, a seconda le zone, anche la caratterizzazione sbandati/delinquenti/latino-americani/italiani sia oltremodo circoscrivibile.
Presto, nell’attesa ne sia beccato qualcuno o di beccare chi lo debba fare, torneremo ad incalzare l’Amministrazione perché intervenga ad adeguare alcuni recenti rattoppi che, nel giro di 5 minuti, revocato il lockdown, farebbero purtroppo fare a questa lista di “peccattucci” un nuovo salto in avanti.
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