Questa è, ancora oggi e nonostante tutto, villa Doria Pamphilj!


03/09/2020

Questa è, ancora oggi e nonostante tutto, villa Doria Pamphilj!



PER L’EDUCAZIONE FISICA
Le gare di Roma nella villa Pamphilj.

Da qualche giorno sono iniziate a Roma, anche con l’intervento dei Sovrani, le gare promosse dal << comitato nazionale per l’educazione fisica ed i giuochi ginnici nelle scuole e nel popolo >>.
Sorto da due anni in Roma, il Comitato stende l’azione sua in tutto il Regno e lo compongono uomini parlamentari ed ufficiali superiori dell’esercito, scienziati come il Todaro, il Mosso, il Celli, l’Albini ecc., e direttori e presidi d’istituti scolastici.
Esso ha in mira un alto interesse nazionale: far rinascere cioè nella gioventù l’amore per gli esercizi ginnici e specie pei giuochi all’aria aperta ch’erano tanto in voga nei secoli andati e che tanto contribuivano a render forti, e quindi a migliorare coi corpi i caratteri.
A presidente del Comitato sta il principe Alfonso Doria-Pamphilj, il quale per le odierne gare concesse la più bella palestra d’Italia: vale a dire i giardini della sua villa e precisamente, il cosiddetto pratone.

Tutti sanno che per le antiche sue ville Roma va famosa; la febbre delle costruzioni ne ha fatto bensì sparire qualcuna, anche celebre quale villa Ludovisi, pure dopo il sacrilegio ne è rimasta gran dovizie.
E nel ricco patrimonio di Roma figura in prima linea villa Pamphilj fuori di San Pancrazio che è la più bella di tutte, e a ragione chiamata del Bel Respiro.
Dai tempi del fondatore don Camillo Pamphilj, nipote di Innocenzo X, ad oggi per cura degli attuali proprietari Doria-Pamphilj essa conservò un grande carattere di signorilità, e pur ammettendovi il pubblico – secondo un secolare costume, ora passato in diritto pel popolo – non si permise però l’ingresso che a vetture padronali o pubbliche a 2 cavalli.
La villa è remota e meta soltanto a chi ricerca le più squisite bellezze della capitale; e fu certamente una grande novità l’avere concesso l’uso di essa – per la costruzione della quale l’Algardi non si contentò dei disegni di Raffaello e di Giulio Romano – a teatro degli odierni giuochi ed esercizi sportivi.

La villa, sontuosa sopra ogni dire, è varia di panorami; basti dire che misura cinque o sei miglia di periferia. Ed oltre che di panorami è ricca nel dettaglio, di viali ombrosi deliziosissimi, di fontane artistiche di gran pregio, di piante secolari ed ancora robustissime, di giuochi d’acqua, di fiumicelli e di laghi, di statue, di bassorilievi – davanti al palazzo sono le statue dei dodici Cesari – e di quanto altro può dar carattere di grandiosità e ricchezza.
Né manca, come non manca su nessun lembo del sottosuolo di Roma, tanto ricco di memorie, un ricordo antico: presso l’entrata del casino si trova un colombario interessante (antica tomba di famiglia romana) che indica quale era la direzione dell’antica via aureliana che passava dal Gianicolo.
Fra i ricordi storici più recenti, vi si trovano le tracce dell’assedio di Roma del 1849, poiché da villa Pamphilj i Francesi fecero l’attacco della città.
Dai terrazzi del palazzo si gode una vista splendida, meravigliosa.
Qualcuno vuole che ove sorge la doviziosa villa fossero già un giorno, perduto nei secoli, i giardini dell’imperatore Galba, e che ivi fosse sepolto il vincitore di Nerone.
RINO

Questo è il bellissimo testo dell’articolo pubblicato il 28 maggio 1899 da “La Domenica del Corriere”, ennesima chicca del piccolo ma importante archivio dell’Associazione per Villa Pamphilj: sembra oggi, ma sono passati 131 anni da quelle parole!
La strada (moderna!) era stata già tracciata, e non è certo quella che conduce agli stabilimenti urbani, alle fogne che esplodono, ai rifiuti, ai reati ed alle violazioni, all’ignavia e all’incapacità: per gli spunti che questo articolo offre, ne analizzeremo a breve ogni pensiero, ogni tesoro svelato, ogni orizzonte percorso ieri… ma percorribile, se lo vogliamo veramente, di nuovo, oggi!

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