05/03/2018
Salvo D’Acquisto, Armin Wegner, Etty Hillesum, Irene Sendler e…
… Hamadi Abdesslem, sono i primi “Giusti” di villa Pamphilj!
E’ per loro che sono stati messi a dimora cinque ulivi ed è ancora per loro e per quelli che verranno che in questi giorni è stato creato un percorso di cipressi (14) e di melograni (8) e segnati già sul terreno i punti dove altri 45 ulivi, via via, nobiliteranno la Storia della nostra villa e di questa Città.
Sono nella parte ovest, in un grande spicchio di prato ritagliato dai viali intorno ed è qui che domani, dalle ore 14,30 (ingresso su largo Martin Luther King n. 8. Sulla nostra mappa, la freccia rossa indica la posizione del Giardino),alla presenza del Sindaco Virginia Raggi, del suo vice Luca Bergamo, dell’assessore Pinuccia Montanari, di altre figure istituzionali, dell’organizzazione promotrice Gariwo e di tanti convenuti, verrà inaugurato finalmente un nuovo Giardino dei Giusti dell’Umanità… il Giardino della città di Roma!
Ma chi sono i cinque prescelti, “le donne e gli uomini che in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene salvando vite umane, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani”?
Salvo D’acquisto, vice brigadiere dell’Arma dei Carabinieri che nel 1943, durante una rappresaglia nazista si autoaccusò, pur innocente, per salvare un gruppo di ostaggi e fu per questo fucilato in loro vece.
Scrive di lui l’Arma: “Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste, insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pur essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile d’un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così, da solo, impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”.
Una delle nostre Medaglie d’Oro al Valor Militare, un esempio per tutti noi, ancora oggi e per sempre!
Poi c’è Armin Wegner, militare, paramedico e scrittore: già durante la Prima Guerra Mondiale si mostrò attento testimone del genocidio del Popolo Armeno e, successivamente, si oppose con forza ai nazisti ed allo stesso Hitler, denunciando la persecuzione degli ebrei in Germania e nei paesi occupati.
Per questo fu lui stesso oggetto di persecuzione e fuggì dalla Germania morendo molti anni più tardi, all’età di 91 anni, proprio qui, a Roma.
Etty Hillesum è stata una scrittrice olandese di origine ebraica e, per questo, vittima dell’Olocausto che lei stessa raccontò e a cui, pur potendo, non si sottrasse seguendo la propria famiglia nel campo di sterminio di Auschwitz.
Alcune righe, stupefacenti, per una persona nella sua condizione: “… Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in sé stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. È l’unica soluzione possibile… “.
Ancora una donna, l’infermiera polacca Irena Sendler che, con altri, riuscì a mettere in salvo 2500 bambini ebrei, prelevandoli dal ghetto di Varsavia e procurando loro documenti falsi per riuscire ad affidarli a famiglie cristiane che li crescessero come propri.
Collaborò con la Resistenza con il nome di battaglia “Jolanda”, fu arrestata, torturata, condannata a morte, aiutata a fuggire, ritornando di nuovo a lottare contro i nazisti.
Morì all’età di 98 anni, scrivendo di sé, appena un anno prima: “Ogni bambino salvato con il mio aiuto è la giustificazione della mia esistenza su questa terra, e non un titolo di gloria”.
Hamadi Abdesslem è l’unico di questa lista di uomini e donne Giusti ancora in vita: il 18 marzo del 2015 ha salvato 45 nostri connazionali da morte certa portandoli in salvo fuori dal museo del Bardo a Tunisi durante un attentato dell’ISIS (nel corso dell’assalto rimasero uccise 9 persone).
In seguito a quell’esperienza e del riconoscimento per il suo operato (uno dei cinque ulivi piantati nel Giardino dei Giusti di Tunisi è a suo nome) ha assunto l’impegno di combattere ogni fondamentalismo.
Ha detto: “Su questa terra noi siamo tutti fratelli e sorelle fin dalla creazione del mondo e tutte le religioni dovrebbero rendere la persona piena d’amore e non di odio. Dovrebbero aiutarla a comprendere l’altro e accettarlo, per ristabilire una pace dentro l’anima e quindi dentro la società”.
Ecco, sono questi i Giusti… necessari oggi… più che mai!
Da domani, i loro nomi saranno impressi per sempre nel terreno di villa Pamphilj e gli alberi messi a dimora, per ricordarli, un esempio di vita impartito a ciascuno di noi.
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“Martedì 6 marzo si inaugura il Giardino dei Giusti…”> goo.gl/DD2sWB
“Il Giardino dei Giusti”>https://it.wikipedia.org/wiki/Giardino_dei_Giusti