20/01/2015
Se villa Ada (per ora) piange, villa Pamphilj non ride e, a nostro avviso, neanche riderà.
Se villa Ada (per ora) piange, villa Pamphilj non ride e, a nostro avviso, neanche riderà.
Proprio perché, se per villa Ada si cercano sponsor, per villa Pamphilj è quasi pronta la gara per affidare ai #privati alcuni casali.
Sono due anni che, da queste pagine stiamo mettendo in guardia su questo genere di iniziative: la villa non viene considerata nel suo insieme; non si discute pubblicamente alcun Piano Programma, di Gestione ed Utilizzo (la base di ogni intervento!); non si individuano, nelle attività economiche già presenti (ristorazione, spettacoli, concerti, attività ed eventi sportivi e culturali) una fonte di risorse economiche da reimpiegare all’interno del parco; non si prospetta neanche un intervento della Corte dei Conti per valutare ciò che è stato speso dal Giubileo fino ad oggi in lavori fatiscenti e mai valorizzati; non si parla dello spreco di risorse e delle responsabilità di collaudatori, aziende, funzionari comunali; non si parla di piante, animali, sicurezza, cartellonistica, comunicazioni, cablaggio; non si parla di attività di recupero e valorizzazione, di collaborazione, di #scuole; non si parla di cittadini, di frequentatori, di sinergie con il personale del Servizio Giardini… non si parla di nulla.
Anzi peggio, ne parlano esclusivamente un pugno di persone: funzionari comunali, politici per lo più “locali” e sospettiamo, a caduta, referenti già opportunamente imbeccati (imprenditori di zona, associazioni, circoli di Associazioni, “amici di”).
Il recupero di villa Pamphilj non può passare per la mera privatizzazione dei suoi casali: quello che già succede in quelli già affidati, le violazioni, i danni, i privilegi sono, ogni giorno, già sotto gli occhi di tutti.
Come anche il fatto non sia servita a valorizzare un bel niente, se non gli interessi di chi li gestisce e di chi glieli ha procurati.