Sicurezza a Villa Pamphilj: con loro saremmo a cavallo se…


26/07/2018

Sicurezza a Villa Pamphilj: con loro saremmo a cavallo se…



… se ricevessero consegne idonee e circostanziate su violazioni, luoghi, caratteristiche e abitudini di chi se ne rende responsabile come anche una logistica idonea al proprio servizio.

Cogliamo l’occasione offerta di questo album conclusivo sulla “Giornata della Legalità: Polizia di Stato e Scuola a villa Doria Pamphilj” celebrata il 22 maggio scorso all’interno della villa per pubblicare le foto del Nucleo Ciclisti, della Squadra a cavallo, della Fanfara e dell’Unità su acqua-scooter della Polizia di Stato.

In particolare, i primi due gruppi di operatori (ciclisti e cavalieri) rivestirebbero un ruolo determinante nel contrasto ai reati e a tutte le violazioni consumate quotidianamente, in particolare perché, attraverso il circostanziato monitoraggio e la mappatura messe a disposizione dall’Associazione per Villa Pamphilj, dai frequentatori e dallo stesso Servizio Giardini, poco o nulla potrebbe più sfuggir loro.

Qual’è dunque il problema?
Innanzitutto l’assenza di un punto fisso operativo (possibilmente “interforze” ovvero in coabitazione/rotazione con l’Arma dei Carabinieri e la Polizia Roma Capitale) che permetta il ricovero di mezzi e la “posta” di cavalli e uomini: se l’orario di servizio comprende i trasferimenti dalle caserme (per le pattuglie a cavallo della Polizia, via Anicia a Trastevere e la caserma Salvo D’Acquisto a Tor di Quinto per quelle del IV Reggimento Carabinieri) buona parte del tempo finisce trascorso nel traffico cittadino o salendo e scendendo per viale Glorioso e via Dandolo.

Sempre piegato alla tempistica è l’intervento vero e proprio perché identificazione, rilievi, contestazioni varie assorbono mediamente almeno 40 minuti di tempo, scoraggiando un servizio capillare e puntuale in tutti i 184 ettari della villa.
Anche qui, la soluzione offerta da un punto fisso dove o da dove prendere in consegna ogni situazione rappresenterebbe la scelta più razionale.

Un altro limite, almeno per i Reparti a cavallo, è rappresentato dall’inidoneità del ponte pedonale “Artemisia Gentileschi Lomi”: sembra impossibile ma i ferri di cui sono ovviamente muniti i cavalli scivolano sul fondo in cemento e si rivelano fonte di gravi pericoli durante il suo attraversamento (questo è peraltro il motivo, oltre alle tempistiche già accennate, per cui il servizio a cavallo è praticamente episodico nella parte ovest della villa).

E i poliziotti in bicicletta?
Sarebbero perfetti… ma il reparto conta attualmente 8 soli uomini, dotati di biciclette acquistate da Decathlon di cui ignoriamo caratteristiche e sistemi aggiuntivi, questi ultimi estremamente importanti come chi scrive ebbe modo di apprezzare già 20 anni fa a San Francisco (USA) con una pattuglia della Polizia di quella città.
Ancora, i ciclisti della Polizia prestano per ora servizio esclusivamente al Centro (francamente, noi non li abbiamo mai visti) e non nelle ville storiche dove, anche in questo caso, un punto fisso operativo dove riporre i propri velocipedi si rivelerebbe ovviamente essenziale.

Saremmo poi davvero a cavallo, se tutto questo fosse inserito in un piano della Sicurezza equilibrato, accompagnato da briefing dettagliati e interventi mirati, qui a villa Pamphilj come nelle altre ville e parchi cittadini.

Comunque, per concludere, vogliamo rassicurarvi: non immaginiamo affatto gli acqua-scooter nelle fontane storiche o nei canali e nei due laghetti… anche se lì, di persone e di categorie di frequentatori irrispettosi delle regole da multare ce ne sono… eccome!

Ringraziando ancora la dottoressa Chiaramonte, Dirigente del Commissariato “Monteverde” della Polizia di Stato ed organizzatrice di quella giornata, proviamo un brivido ancora oggi, a due mesi di distanza, ripensando all’inno d’Italia intonato dalla fanfara a cavallo, comandata e diretta peraltro da un ufficiale che conosciamo da anni… grazie, GRAZIE ancora per il vostro servizio.
Indubbiamente migliorabile, se i vostri Vertici volessero accordarci un confronto e l’ascolto che, come cittadini impegnati sul territorio, pensiamo di poter responsabilmente rivendicare.
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