03/12/2014
Stanotte, a villa Pamphilj… un altro grande albero è caduto.
Era una magnolia, e cresceva al centro del Giardino del Teatro… l’ultimo di una serie continua di alberi che, nella villa, improvvisamente, si schiantano a terra.
Ne abbiamo persi già a decine: nella grande pineta ai piedi del “campo Polo”, dove lunghi vuoti appaiono tra le fila ordinate; intorno alla fontana del Giglio dove, ultimo, quel grande pino marittimo immortalato in stampe e fotografie d’epoca, mancò di poco il monumento e gli anziani che vi si ritrovano ogni giorno; a ridosso della scuola COES, dove, di quattro fila di venticinque piante, ne sopravvive una soltanto.
Di pianta, non di fila!
E poi altri alberi ancora, intorno al lago del Giglio, a San Pancrazio, e tra gli eucalipti che, nella parte ovest della villa, troviamo raccolti a poca distanza dal casale di Giovio.
Ovunque monconi, spazi innaturali, terra sollevata… e poi ancora, ricordi (e solo ricordi!) di ombra, stormir di fronde, cinguettii e senso di pace interiore.
La perdita di un albero, a maggior ragione di un grande albero, è SEMPRE una perdita importante e, spiace dirlo, l’Umanità sembra abituarcisi ogni giorno che passa.
Anche l’Amministrazione comunale, della quale conosciamo sì, le difficoltà economiche, ma che invitiamo anche a non “abituarsi” a queste perdite.
Noi e villa Pamphilj non ci abitueremo mai, e faremo di tutto perchè questo luogo, magico e bello, continui ad essere custodito dai suoi maestosi, spesso secolari, “giganti buoni”.