STORIA
Villa Doria Pamphilj: una meraviglia di parco
Con i suoi 184 ettari Villa Doria Pamphilj è il più grande parco di Roma.
Al suo interno edifici, piante, luoghi che raccontano la Famiglia Doria Pamphilj, parte importantissima dell’aristocrazia romana.
La villa è concepita con diverse funzioni: giardino, aree agricole e di caccia.
Nel corso degli anni questo luogo magnifico subirà cambiamenti profondi sia architettonici che paesaggistici.
Era il 23 ottobre del 1630 quando da una vigna di “42 pezze” viene acquistata da Panfilo Pamphili ed è da questo terreno che si estende da Via Aurelia Antica a via Vitellia, delimitato dall’acquedotto Traiano Paolo, che prenderà forma una delle più belle ville nobili romane.
Con il pontificato di Giacomo Battista Pamphilj (Innocenzo X) la residenza fuori Porta San Pancrazio si sviluppa rapidamente, anche grazie all’acquisto di ville e terreni limitrofi.
Giovanni Battista Pamphilj deve la sua ascesa ad Olimpia Maidalchini (conosciuta anche con il nome di Pinpaccia) ricchissima vedova che nel 1612 si unisce in matrimonio con Pamphilio Pamphilj, erede della casata.
Tra il 1644 e il 1652 che Villa Pamphilj subisce profonde trasformazioni.
La progettazione viene affidata allo scultore Alessandro Algardi, che, insieme al pittore Giovanni Francesco Grimaldi e all’architetto Carlo Rainaldi realizzano il Casino del Bel Respiro, oggi sede di rappresentanza della Presidenza del Consiglio.
Ad adornare la nuova Villa anche giardini e bellissime fontane, alcune delle quali vengono progettate dallo stesso Algardi e Grimaldi e da Gian Lorenzo Bernini. La realizzazione dei giardini è affidata a botanico Tobia Aldini.
Nel 1647 il figlio di Olimpia Maildalchini, Camillo Pamphilj, sposa Olimpia Aldobrandini, vedova di Paolo Borghese. Dalla loro unione nascono 5 figli, tra cui Anna, che si unisce in matrimonio con Giovanni Andrea III Doria Landi, discendente dell’ammiraglio Andrea Doria.
La coppia ha figli maschi e è così che Giovanni Andrea IV Doria Landi, nel 1763, chiede il diritto acquisito di subentrare nella successione di villa Doria Pamphilj.
Suo figlio Andrea IV Doria Pamphilj Landi, insignito del titolo di principe di Melfi nel dicembre del 1764, è il primo della famiglia ad assumere il cognome Doria Landi Pamphilj.
In questi anni la villa acquisisce importanti collezioni di statue antiche, bellissime decorazioni ed importanti quantità di materiale archeologico.
Nel corso del tempo il parco subisce trasformazioni come gli interventi moderni e pre-rococò di Gabriele Valvassori e di Francesco Nicoletti, le rivoluzionarie innovazioni di Francesco Bettini, soprattutto nell’area di Villa Vecchia, con l’inserimento di un orto agronomico ed uno botanico.
Fino ad arrivare alla prima metà dell’‘800 con nuovi cambiamenti paesaggistici e innovativi, riguardanti anche la parte agricola.
Sono gli anni del Principe Filippo Andrea V Doria Pamphilj e di sua moglie Mary Talbot, che sperimentano delle importanti novità, come le serre ottocentesche progettate dall’architetto Giovanni Gui tra il 1845 e il 1847, costruite con materiale all’avanguardia quali il ferro fuso ed il vetro, o l’importazione di numerose piante esotiche giunte da tutto il mondo.
Filippo Andrea V Doria Pamphilj Landi nel 1839 sposa Mary Alethea Beatrix Talbot dei conti di Shrewsbury, principessa molto amata a Roma per la devozione religiosa e per le opere di beneficenza. Anche il principe è un uomo molto religioso, tanto da non accettare la politica laica e lo scontro con il Papato.
Ed è per questo motivo che a seguito dei numerosi combattimenti del 1849 tra le truppe Francesi contro la i sostenitori della Repubblica Romana, decide di rendere omaggio ai caduti francesi dedicandogli un monumento all’interno della stessa Villa Doria Pamphilj che in quegli anni subisce molte trasformazioni.
A capo delle nuove progettazioni c’è l’architetto Andrea Busiri Vici: è a lui che viene affidata la costruzione del Monumento ai Caduti Francesi, l’Arco dei Quattro Venti, l’ingresso di Porta San Pancrazio e il Villino Svizzero nonché il cambiamento di grandi parti della villa, soprattutto quella parte paesistica.
Le novità interessano il Giardino Segreto, il Giardino del Teatro, le fontane, l’inserimento di rari esemplari di alberi la cui collocazione viene studiata anche a secondo del colore delle foglie e del mutare delle stagioni.
Anche il lago subisce trasformazioni che si riveleranno definitive, come la realizzazione dei canali e le cascate che dalla Fontana del Giglio portano fino al relativo Laghetto.
In questo periodo vengono aggiunte anche nuove parti: Villa Corsini, le tenute di Giovio, Falsetti, Balsarini, Floridi… Villa Pamphilj diventa sempre più estesa, più bella.
Il nipote di Filippo Andrea V, Filippo Andrea IV Doria Pamphilj, figlio di Alfonso e di Emily Pelham Clinton, alla morte del padre nel 1914 eredita la grande ricchezza familiare, alla cui amministrazione dedica tutta la vita occupandosi però anche di opere di beneficenza.
Apertamente antifascista il 13 agosto 1940, su ordine di Mussolini viene mandato al confino fino al novembre del 1941. Si unisce in matrimonio con la scozzese Gesine Dykes: dalla loro unione nasce nel 1922 la figlia Orietta.
Con il consenso del presidente del Consiglio Bonomi e del Comitato di liberazione nazionale, il principe viene scelto come sindaco di Roma il 13 giugno 1944. Il suo mandato attraversa la Liberazione d’Italia e la transizione al nuovo ordinamento costituzionale repubblicano.
Orietta Doria Pamphili Landi, ultima discendente in linea diretta della storica famiglia sposa nel 1958 l’ufficiale della Royal Navy britannica Frank George Wignall Pogson. I coniugi adottano due bambini, entrambi di origine inglese, Jonathan e Gesine Margaret Orietta Mary.
Nel frattempo il destino di Villa Doria Pamphilj cambia il suo corso: nel 1939 vengono espropriati dal Comune di Roma 20 ettari nella parte occidentale della villa per la creazione di un orto botanico.
Successivamente nel 1957 il nucleo originario è acquistato dalla Stato Italiano mentre nel 1960 con l’apertura della via Olimpica per le Olimpiadi di Roma, la villa viene irrimediabilmente divisa in due parti distinte.
Più tardi viene predisposto un progetto di riunificazione del parco mediante l’interramento della via Olimpica, ma senza alcun esito: a tutt’oggi l’unico collegamento tra le due parti è il ponte pedonale Artemisia Lomi Gentileschi.
Nel dicembre del 1962 viene adottato il nuovo Piano Regolatore: Villa Doria Pamphilj è destinata a diventare parco pubblico. Ma l’attuazione è lenta, inoltre i proprietari vogliono vendere il Casino del Bel Respiro, i giardini e il parco contiguo all’Ambasciata del Belgio, già affittuaria.
A questo pericolo si oppone l’Associazione Italia Nostra che propone ai principi Doria Pamphilj di comperare il Casino del Bel Respiro ad un prezzo di 600 milioni di lire così da destinarlo come il resto del parco, al pubblico.
Viene anche lanciata una sottoscrizione “Acquistiamo Villa Doria Pamphilj” unitamente a decine di appelli provenienti dall’università ed intellettuali.
La mobilitazione intende evitare lo scorporo del Casino Algardi dal resto della villa che appunto era già stata destinata a diventare verde pubblico. L’iniziativa ottiene un discreto successo (si raccolgono 32.400.000 lire) ma soprattutto la battaglia diventa d’interesse nazionale.
Passo successivo è realizzare un Piano di Programma e di Utilizzo, utile per gestire le tante competenze coinvolte. Il Piano però non vedrà mai luce.
Il Casino del Bel Respiro con gli annessi edifici e il Giardino Segreto, viene acquisito nel 1967 dal Demanio dello Stato. Nel 1984, in previsione del semestre italiano di Presidenza della CEE del 1985 la Presidenza del Consiglio ne richiede l’uso temporaneo, ma nel 1989 la palazzina è incamerata a tutti gli effetti dai Beni della Presidenza del Consiglio.
Quando nel 1992 a seguito di alcuni lavori è chiaro il progetto di farla diventare la residenza del Presidente del Consiglio, trasformandola in una sorta di “10 Downing Street”, si mobilitano cittadini e alcuni frequentatori di villa Pamphilj.
Sulla spinta della neo nata Associazione per Villa Pamphilj e del suo Presidente, Paolo Arca, vengono raccolte circa 30.000 firme.
La mobilitazione dei cittadini riesce a catalizzare l’attenzione dei media, e di fatto, a bloccare il progetto.
Nel 1994 con il Governo Ciampi è firmato dal Sottosegretario Antonio Maccanico un protocollo d’intesa che prevede la presa in possesso del Comune di Roma attraverso una concessione trentennale (rinnovabile) della Palazzina Algardi a partire dal 1 ottobre dello stesso anno.
Non avverrà mai: il nuovo Governo Berlusconi non ne riconosce l’accordo per motivi meramente formali (mancavano le firme di alcuni Ministri coinvolti).
L’Associazione per Villa Pamphilj avvia una nuova mobilitazione, riuscendo a raccogliere circa 10.000 firme, che però non portano alla restituzione della Palazzina Algardi ai cittadini romani.
Tutti i Governi successivi non riusciranno a formulare nuove soluzioni e a tutt’oggi la Palazzina Algardi è sede di rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
E’ possibile visitarla solo in determinati giorni ed orari con aperture programmate ed organizzate dagli stessi uffici della Presidenza.
Il Comune di Roma riesce però ad acquisire i restanti 166 ettari di Villa Doria Pamphilj: la parte occidentale, 71 ettari, viene aperta al pubblico nel 1966, la restante, l’orientale con 95 ettari, è resa accessibile a tutti nell’aprile 1971 (una piccola apertura del Giardino all’Italiana viene fatta per poco tempo anche nel maggio del 1970).
Dei 184 ettari di grandezza restano di proprietà alla famiglia Doria-Pamphilj solamente la cappella funeraria, opera di Odoardo Collamarini, ed edificata presso il Giardino del Teatro.
Purtroppo nel 1971, dopo l’apertura al pubblico, la parte monumentale di Villa Pamphilj subisce numerosi furti e gravi atti di vandalismo soprattutto ai danni di piante e sculture.
Da allora nuove emergenze e criticità spingono ancora una volta i cittadini ad unirsi per salvaguardare e tutelare il più grande parco storico di Roma.
Nel febbraio del 2013 “rinasce” così l’Associazione per Villa Pamphilj che “pone come proprio compito quello di perseguire ogni iniziativa atta a salvaguardare e tutelare il complesso territoriale e naturale situato nella città di Roma e denominato villa Doria Pamphilj.”