10/10/2021
Tristano… il volpacchiotto.
Ha individuato i tunnel ed i passaggi utilizzati fino a due anni fa da un altro esemplare per raggiungere il lago del Giglio e te lo ritrovi improvvisamente davanti, con un’espressione sorpresa… soprattutto dopo aver rincorso senza troppa convinzione i piccioni raccolti sulle sponde.
“Perchè non si fanno prendere?” sembra chiederti, prima di avviarsi lento pede verso la boscaglia, dove sparisce, probabilmente alla ricerca di un boccone più collaborativo.
Come abbiamo spiegato molte volte, le volpi sono una realtà presente in decine di esemplari all’interno di villa Pamphilj e a centinaia nelle sue vicinanze e nella nostra Città: da predatori intelligenti ed opportunisti, sfruttano ogni possibilità legata ai comportamenti umani e, se in campagna è normale trovarli nei pressi di pollai e campi coltivati, a villa Pamphilj è facilissimo incontrarli laddove ci siano maggiori possibilità di nutrirsi.
Il lago del Giglio, con i suoi contenitori di rifiuti sempre colmi e con la generosità di certi umani verso i suoi abitanti, comporta la possibilità di procacciarsi roditori e piccoli volatili, oltre ovviamente a qualche avanzo estratto a forza dalla fonte di cibo primaria di molte specie… l’immondizia.
La stessa cosa avviene con le colonie feline dove da anni, gatti e volpi convivono tranquillamente, condividendo il cibo fornito da noi umani ai primi, con i gatti che mantengono la precedenza e le volpi, che si nutrono solo dopo di loro.
Per questo motivo, la nostra percezione del fenomeno è decisamente meno ossessiva dalla posizione di chi vede, ignorandone i presupposti e la storia millenaria, un problema nella supposta familiarità volpi-uomini: bisogna rispettarne la natura senza avvicinarle come fossero animali domestici e, come a tutti gli animali selvatici, non vanno forniti alimenti inidonei (pane, pancarrè, cibi elaborati, conditi, speziati).
Ancora, la loro presenza anche costante, non presuppone l’esistenza in loco, delle tane… tutte defilate, estesissime e dotate di più accessi: per questo, fotografare o riprendere una volpe non ne rivela affatto “la residenza”.
Un’ultima considerazione.
Pur occupando il vertice della catena alimentare dei selvatici di villa Pamphilj, non sono le volpi quelle che combinano guai e aggrediscono immotivatamente le altre specie esistenti: quelli sono gli umani… o meglio, certi umani.
E NON quelli che “disperdono bocconi avvelenati” o “rapiscono i gatti per celebrare messe nere o per sottoporli ad esperimenti”, come racconta chi vuol dissimulare precise responsabilità dietro leggende metropolitane (prova ne sia l’assenza di referti veterinari e delle relative denunce nelle sedi preposte): purtroppo è sufficiente essere proprietari irresponsabili e lasciare che il proprio amico a 4 zampe vaghi libero in aree dove è assolutamente inopportuno perchè notoriamente zone di stanziamento di pennuti, roditori, felini… e volpi come Tristano.
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