23/02/2016
Un museo finito e finto.
Le agenzie di stampa hanno appena battuto un comunicato dell’associazione Italia Nostra: noi lo condividiamo convintamente aggiungendogli qualcosa.
Questo museo chiuso da 16 anni ha visto un suo custode abitare nell’attiguo appartamento per moltissimi anni, altri soggetti e, fin dall’apertura, tre addette alle pulizie quotidianamente impiegate a far non-si-sa-cosa, visto che il museo è chiuso.
Ancora, la presenza di una funzionaria della Sovrintendenza quantomeno distratta: le segnalazioni su quanto avviene nella villa sono documentate solo dall’associazione che la difende, mai o in sconcertante ritardo da chi invece, ne avrebbe titolo, incarico… e stipendio.
Per non parlare dell’inaugurazione di allora: un’associazione targata politicamente che ne curò l’allestimento con un fiume di denaro investito in pubblicità su Radio Dimensione Suono e sugli autobus dell’ATAC ed un’altra di volontariato (mi pare fosse l’AUSER) che forniva il personale di guardiania.
E dopo i miliardi del Grande Giubileo, altri lavori… spesso concernenti gli impianti di sicurezza: domani implementeremo questo album con la descrizione di come fosse organizzato il museo, citando anche la posizione che assunse allora la famiglia Doria Pamphilj, segnatamente quella di Massimiliano Floridi, direttore del museo di Palazzo Pamphilj e marito di una delle eredi della famiglia.
Il museo va riaperto?
Sì (magari dopo una bella indagine della Corte dei Conti), e valorizzato per restituire un reale spazio culturale su cui si è tanto investito.
Come e quanto si è investito in tutta la villa… abbandonata colpevolmente da funzionari e amministratori per far sì fosse rilevata a quattro soldi da chi ha nel proprio guadagno il principale faro di navigazione.
Tanto le “mura”, il “giardino”, il “parcheggio” sono gratis… cioè, sono stati già pagati a suo tempo.
Da noi cittadini!