02/04/2015
Un “ponte” costoso, (qui) inutile, abbandonato, pericoloso.
E vi siete mai chiesti perché il semaforo è lì, ad appena una cinquantina di metri?
Innanzitutto il “ponte Artemisia Gentileschi Lomi” NON è un ponte… ma una passerella pedonale: megalomania, lancio pubblicitario (un articolo pubblicato ai tempi dell’inaugurazione recitava “un’agile virgola”)… la catarsi per un ricongiungimento tanto auspicato tra le due parti in cui hanno (non “è”… hanno!) separato villa Pamphilj, un risarcimento per la truffa del progetto che doveva intubare via Leone XIII (sì, una vera e propria truffa, contenuta nei 52 miliardi di lire stanziati per la villa durante il Giubileo)… insomma, lo hanno voluto chiamare così ma NON è un ponte.
Se lo fosse, sarebbe realizzato in maniera molto diversa, soprattutto alle due estremità, completamente erose dall’acqua e dai danni inferti dal passaggio di veicoli (ormai piuttosto raro, viste le condizioni della passerella), con mattoni di tufo e terra ammucchiata, nessuno sfogo per l’acqua, zero manutenzione… in particolare dal lato ovest della villa da dove si accede, da anni, salendo uno scalino oppure una scarpata laterale.
E quel semaforo (con attraversamento) così vicino?
In fondo, dalla passerella Artemisia Gentileschi Lomi fino a piazza Pio XI (quasi un chilometro di distanza) non ci sono più passaggi regolamentati… non era il caso di posizionarla un po’ più in là?
Semplice… questa passerella NON nasce per ricongiungere villa Pamphilj ma faceva parte di un progetto commissionato dalla giunta Rutelli destinato alla via Appia Antica: non ottenendo l’autorizzazione della Sovrintendenza a posizionarlo nel luogo per il quale era stato progettato, e non potendo deludere le aspettative di chi lo doveva realizzare, si cercò un luogo alternativo… e così la “nostra” passerella finì dove la vedete oggi… esattamente nell’unico punto in cui potesse essere appoggiata sfruttando l’altezza delle due opposte sponde!
Anche se il semaforo è lì a cinquanta metri.
Costo?
Due miliardi e mezzo di lire (£ 2.500.000.000).
Per un ammasso di cemento, vetro ed acciaio!
C’erano alternative?
ECCOME… SE C’ERANO!
Già molti anni prima, negli uffici del dipartimento Roma Capitale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, via del Corso n.184 terzo piano, “giaceva” il progetto di due ampie passerelle in legno lamellare, percorribili in bicicletta ed altri mezzi a basso impatto, dal costo complessivo di un miliardo duecento cinquanta milioni di lire (£ 1.250.000.000).
Insomma, una passerella rispettosa dell’ambiente e del valore storico della zona costava un quarto (625 milioni) di quanto sborsato per l’attuale (2 miliardi e mezzo).
Ancora, le due passerelle sarebbero state posizionate in maniera molto più razionale: una spostata verso largo Martin Luther King e l’altra, molto più giù, all’altezza del civico 75 su via Leone XIIl.
Il capitolo manutenzione.
Le foto allegate si commentano da sole… la rinuncia dell’Amministrazione Comunale e Municipale ad agire contro vandalismi e danneggiamenti ha determinato situazioni di grave pericolo per l’integrità di chi vi transita e per le vetture sulla strada sottostante: guardate quel bordo tagliente e scheggiato dove da settimane è stato rimosso un paramani, oppure le lastre di vetro infrante e spinte verso l’esterno, fino ad incombere minacciosamente sull’Olimpica.
Si può fare qualcosa?
Si DEVE… da anni, ormai.
Ma nooo… la villa è bella e tutto va bene… sì, finché questo “inferno di cristallo” infranto non verrà giù tranciando mani e facendo carne trita di qualche frequentatore!
Per favore… PER FAVORE… chi deve batta un colpo!
Ecco, magari non su quel bordo della passerella Artemisia Gentileschi Lomi… ché rischia di farsi davvero moooooolto male.