12/10/2020
Una strategia contro vandali e imbrattatori.
Qualche anno fa, vista la lotta al degrado che accomuna tante realtà cittadine, l’Associazione per Villa Pamphilj venne sollecitata a redigere una proposta di strategia che affrontasse, da una parte la questione in sé, dall’altra il rapporto con l’Amministrazione e gli organismi da coinvolgere in quella che è, ormai, una vera e propria guerra.
“L’esperienza del Retake e, in genere, dei volontari che si adoperano in difesa dei Beni Comuni, si trova oggi a dover scegliere: procedere nella propria opera di “clean up” all’inseguimento di chi imbratta e mortifica il decoro di questa Città (pura azione difensiva), oppure effettuare un sostanziale salto di qualità, assumendo l’iniziativa di una mirata attività di lobbying attraverso la quale conseguire risultati stabili e reali?
Finora, ogni azione di pulizia è stata vanificata dalla reiterazione dei vandalismi, i cui responsabili sfuggono sistematicamente a multe ed altri provvedimenti: normative obsolete o limitate, assenza di denunce, di controlli, di indagini e condanne efficaci (ovvero tese alla rieducazione del reo ed alla non recidiva della sua azione).
Come procedere allora?
Gli imbrattatori, siano essi writers, “adesivari”, abusivi-del-manifesto, etnie dedite al rovistaggio e all’abbandono seriale dei rifiuti, operano indistintamente in tutta la Città ma, allo stesso modo, il Retake e le altre associazioni sono una forza reale, diffusa e radicata su tutto il territorio comunale: per questo motivo possono coordinarsi in un’azione di pressione sugli organi politico-amministrativi di vario livello… municipale, comunale… financo parlamentare e governativo.
In quelle sedi vanno chiariti gli attuali limiti della nostra e della loro (eventuale) azione, esigendo impegni precisi che comportino un serrato confronto con le associazioni di categoria che raccolgono
>>> gli esercizi commerciali (Confcommercio ed altre);
>>> i responsabili di edifici privati (ANACI, UNAI, amministratori e gestori di condominio);
e con i responsabili di
>>> edifici pubblici (assessori, presidi, dirigenti, soprintendenti eccetera, passando eventualmente attraverso Giunta, Provveditorato, Ministero…);
>>> Aziende di Comunicazione (ANAS, F.F.S.S. , ATAC, aziende telefoniche e similari);
… perché, ad ogni danno inflitto, corrisponda una denuncia.
Per paura, rassegnazione, timore di una perdita di tempo, menefreghismo, sottovalutazione dei fenomeni di degrado, finora questo non è avvenuto e, dove il Retake ha provato a sopperire, si è scontrato con il limite imposto dalla Legge, quello che prevede per noi volontari la possibilità di presentare esposti e non denunce.
E i primi (gli esposti) producono conseguenze oggettivamente più deboli delle seconde (le denunce).
Parallelamente è necessario adoperarsi e far premere per un cambio nelle modalità di indagine e degli interventi, come pure delle normative e delle pene:
>>> la Prefettura dovrebbe coordinare una Task Force analoga al Comitato Provinciale Per L’Ordine e la Sicurezza (https://cutt.ly/7gphRwj) impiegando personale in borghese, appostamenti, riprese video con telecamere posizionate in luoghi (quelli presi di mira sistematicamente e/o invitanti perché ripuliti da precedenti vandalismi) e per periodi congrui, riprese video acquisite da esercizi commerciali, banche, distributori di carburanti;
>>> la Procura dovrebbe predisporre sequestri, tracciamento dei materiali (ad esempio le bombolette a colori spray) oscuramento di utenze telefoniche (nel caso degli “adesivari” e degli abusivi-del-manifesto), affidamento ai Servizi Sociali dei rei con idonei periodi di servizio presso AMA, Multiservizi ed altri simili… onorando in questo modo il principio portante della pena così come inteso nell’Ordinamento italiano.
Ancora, vanno coinvolte in quest’opera
>>> la Guardia di Finanza (ci troviamo di fronte ad un’evasione fiscale piuttosto consistente)
>>> gli Uffici del Lavoro (l’impiego/sfruttamento del personale per l’attacchinaggio avviene in nero ed al di fuori di ogni tutela sanitaria, lavorativa, retributiva).
Di fatto, il gangster Al Capone NON è mai stato condannato per omicidio ed altri reati ma ha cessato di nuocere grazie alle condanne per evasione fiscale!
Dove ciò non è previsto, vanno cambiate ed adeguate le regole, le Leggi, i provvedimenti: l’azione del Retake e delle Associazioni che operano a tutela dei Beni Comuni deve, ora, puntare anche su questo!
E’ auspicabile che TUTTI i rappresentanti dei gruppi (che lottano contro il degrado N.d.R.) facciano protocollare una richiesta di incontro con i Presidenti del proprio Municipio (questo perché più vicini al campo d’azione… nostro e degli imbrattatori); contemporaneamente deve essere organizzata una conferenza stampa UNITARIA dove produrre fatti, prove, nomi e sigle di aziende e singoli imbrattatori perché siano chiari i contorni dell’iniziativa e quale il percorso intrapreso: da quel momento in poi dev’esser chiaro, cioè, come le finalità del Retake e dei gruppi in difesa del Bene Pubblico vadano oltre il “semplice” e generoso gesto della pulizia di muri e marciapiedi.
Obiettivi chiari e comuni, con la richiesta alle Autorità locali di sostenere le istanze avanzate nel passaggio successivo… un confronto in Campidoglio: lì, i nostri interlocutori sono Sindaco, Assessore all’Ambiente, commissione Ambiente, Comandante del corpo della Polizia Roma Capitale.
Un successivo incontro, andrebbe tenuto con i rappresentanti dei media, facendo in modo che questo “salto” nella lotta al degrado sia diffuso, oltre che sul web, sulle piattaforme radiotelevisive e sui quotidiani, perché nessuno, profano, esterno, Istituzione possano più giustificare la propria inerzia… ed i nemici del decoro dormire sonni tranquilli!
Questo, in sostanza, l’avvio ed il traguardo di una vera e propria attività di lobbying: per renderla stabile, va richiesta la partecipazione di nostri rappresentanti ad un tavolo permanente che, come già accennato parlando del ruolo della Prefettura, potrebbe trovare un’ispirazione proprio in quello già esistente per l’Ordine e la Sicurezza.”
Questo è quanto scrivemmo allora (un documento da sottoporre al Gruppo RetakeRoma Monteverde Vecchio e, successivamente, ai rappresentanti del RetakeRoma nei diversi Municipi) e in queste linee guida, l’Associazione per Villa Pamphilj continua a credere. Per questo, non abbiamo mai mancato di depositare denunce ed esposti nelle sedi preposte, documentazioni più che circostanziate quando richieste, testimonianze “in presenza” quando convocati.
I risultati, almeno per quanto riguarda villa Pamphilj, si fanno purtroppo attendere, ché l’attesa sensibilità dei vari interlocutori (e i compiti d’Istituto, per taluni) sembrano rimanere ancora in un limbo fatto di tanti discorsi, ma pochissimi fatti.
Con pochissime eccezioni… stay tuned!
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