01/12/2014
Via Leone XIII (una via provvisoria e i suoi accessi)
Via provvisoria?
Sì, perché realizzata nel 1960, in occasione della XVII Olimpiade… sventrando ed interrompendo la continuità della più grande villa storica di Roma così da collegare il quartiere EUR allo stadio ed al villaggio olimpico.
Raccontandoci anche che, passato l’Evento, questa ignobile ferita sarebbe stata ricucita… ma, visto che nel nostro Paese, niente è più definitivo di ciò che ci viene propinato come provvisorio… eccola là, la nostra bella colata di asfalto, resistente a qualsiasi velleitaria proposta (vedi Giubileo del 2000) che la vorrebbe, finalmente, sostituita dall’originale e continuativo declivio erboso.
Su via Leone XIII si aprono quattro accessi (nella parte Est: il civico senza numero in corrispondenza di viale Rosa Luxemburg ed il civico n. 30 in corrispondenza di viale Sigrid Undset; nella parte Ovest: il civico n. 8 in corrispondenza di largo Martin Luther King e il n. 75) la cui pericolosità è legata più al comportamento imprudente di pedoni ed automobilisti che non alla loro struttura.
I due lunghi marciapiedi (uno per lato, di circa 800 metri ciascuno) sono discretamente ampi e sufficientemente alti e, una volta parcheggiato o scesi ad una delle quattro fermate di bus (corrispondenti ai quattro accessi) l’ingresso alla villa risulta dignitosamente agevole.
I problemi?
Il primo, la tendenza di molti ad attraversare la carreggiata per raggiungere il lato opposto: non c’è ingresso che si salvi, con le fermate dei bus ad alimentare il via vai.
L’unica passerella (il ponte Artemisia Gentileschi Lomi, di cui presto vi racconteremo…) utilizzata esclusivamente da chi è già all’interno della villa e ovviamente, solo da chi è all’altezza degli accessi di piazzetta del Bel Respiro, all’inizio di via Leone XIII.
Alle auto che procedono generalmente a forte velocità si parano dunque davanti italiani, stranieri, rom, slavi sbandati e peruviani (queste ultime due nazionalità, anche dopo abbondati libagioni: delle loro abitudini, costanti o “del fine settimana” ne abbiamo purtroppo già parlato diverse volte) e i segni su diversi tratti di guard rail, corrispondono spesso a collisioni evitate di poco.
Poi, c’è il parcheggio selvaggio, in particolare, sulle rampe da o per via Aurelia Antica, e davanti agli accessi lì a ridosso (via Leone XIII “senza numero” e quello dirimpetto, il civico n. 75) con macchine e furgoni che sostano addirittura in doppia fila per far scendere o salire le persone a bordo.
Ancora, nei giorni festivi, c’è chi lascia l’auto sullo spartitraffico al centro della carreggiata: il tutto si tramuta in nuovo pericolo, causato dai mezzi in manovra al centro delle corsie e dalla conseguente riduzione di visibilità per gli occupanti che, una volta parcheggiato, raggiungono la villa attraversando la strada a piedi.
E dobbiamo anche segnalare il vizio di alcuni automobilisti che, in condizioni di traffico, procedono sulle corsie laterali (quelle destinate al parcheggio) quando non, sempre a forte velocità, all’interno di largo Martin Luther King… in maniera da by-passare un centinaio di metri di auto ferme al semaforo, senza curarsi di chi, tranquillamente, si muove all’interno di aree destinata esclusivamente a parcheggio e sosta.
Cosa servirebbe?
Innanzitutto, prudenza, senso di responsabilità, rispetto dei segnali e dei limiti di velocità.
Poi… delle vere passerelle per pedoni (presto capirete), dei semafori lampeggianti che segnalino gli accessi, dei pannelli che rilevino la velocità dei veicoli… e qualche carro attrezzi con agenti della Polizia Roma Capitale motivati e forniti di blocchetto per le multe.
Poi certo, esagerando, si potrebbe tornare a parlare della riunificazione delle due parti di villa Pamphilj (in questo caso, i quattro accessi in oggetto, scomparirebbero): lo faremo noi, presto, illustrandovi progetto e, indovinate… imbrogli!
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