06/01/2020
Villa Pamphilj: ovunque… la Storia che affiora!
Basta essere attenti, ché la villa, complice il dilavamento prodotto dall’acqua piovana, finisce per offrire continue scoperte: una lunga fila di travertini, un basamento circolare in mattoni di cotto romano, alcuni gradini a semicerchio dello stesso materiale… un sentiero di sampietrini che spunta da un fitto bosco.
Le individuerete agevolmente anche voi, seguendo le indicazioni sulla mappa che alleghiamo: la lunga fila di travertini (alcuni scolpiti) costeggia e taglia viale Marta Della Vedova, a ridosso della scalea Paolo Ber, sopra il Giardino del Teatro (un antico muro, il rinforzo della strada… chissà?); il basamento circolare, realizzato con mattoni di cotto romano si trova invece esattamente al centro del Campo Polo ed è probabile fosse sormontato da un grande orcio o, addirittura da una scultura.
Invece, sia i gradini in cotto che il vialetto in sampietrini si trovano nel lungo (e mal frequentato) taglio di bosco compreso tra viale Vittoria Nenni e viale 8 Marzo Festa della Donna: i primi, bassi ma disposti in un ampio semicerchio, permettono l’attraversamento della boscaglia, conducendo in un’ampia vallata e di lì, al Lago del Giglio; il breve vialetto in sampietrini è un po’ più a monte, verso Nord e, inoltrandosi tra arbusti e cespugli, guida ad una complessa serie di resti, alcuni molto interessanti a cui dedicheremo, però, un apposito album.
Insomma, una villa riboccante bellezza, un terreno ricco di sorprese, un sottosuolo in buona parte misterioso e che custodisce, ancora oggi, tesori da scoprire (avendo visitato i colomabari del Casino del Bel Respiro ne abbiamo avuto un assaggio).
Ma anche una villa da rispettare e difendere… sicuramente da NON piegare all’egoismo e agli affari che alcuni auspicano e praticano, ritenendo che solo lo sfruttamento (invero ben dissimulato) delle sue bellezze possa evitarne il degrado.
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