30/03/2017
Villa Pamphilj, un articolo che ha fatto Epoca!
Sì, esattamente il 15 dicembre 1963, il settimanale della Arnoldo Mondadori Editore ne dedicò uno proprio alla villa storica che più amiamo… e che oggi, grazie a Ebay e Facebook abbiamo acquisito e condividiamo con tutti coloro che ci seguono!
Pensate, villa Pamphilj non era ancora pubblica e il racconto si snoda tra Storia e stupore, tra cronaca e sogno.
Il titolo, eloquente, è “VILLA PAMPHILJ il tesoro nascosto”, l’autore ignoto, ma le foto… di Mario De Biasi, uno dei più importanti foto giornalisti italiani (https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_De_Biasi).
Ci racconta dell’arte barocca, di “statue incastonate tra le pareti, disseminate tra il verde, addossate alle fontane”, di “una villa concepita come luogo di temporanei soggiorni” e, soprattutto, di come a quel tempo rappresentasse il “centro di raccolta delle opere d’arte che la famiglia patrizia andava collezionando”.
Ancora, che “statue antiche, bassorilievi, iscrizioni, sarcofaghi romani vennero a popolare l’edificio e le zone verdi” di come l’interno del Casino delle Allegrezze ospitasse quadri del Caravaggio, del Perugino, del Tintoretto, del Veronese, e che i due giardini, quello “segreto” e quello del “teatro” avevano creato “uno dei più alti esempi di armoniosa fusione tra paesaggio, architettura e scultura”, il tutto “circondato da un parco di centosettanta ettari (a noi risultano 184, NdR), il più grande di Roma”.
Poi le vicissitudini che, proprio in quel periodo, vedevano Orietta Pogson Doria Pamphilj (erede del principe Filippo Andrea, primo sindaco di Roma liberata) trattare la vendita della villa con l’Ambasciata di Belgio e il Comune di Roma, privo di risorse (testualmente: “come è noto, il bilancio della Capitale si trova in grave deficit”… insomma, sai che novità!) invocare l’intervento del Ministero allora competente, quello della Pubblica Istruzione… indovinate, anche questo privo dei fondi necessari!
Poi… poi la coraggiosa iniziativa dell’associazione Italia Nostra che, prima volta in Italia, aprì una sottoscrizione di portata nazionale per raccogliere i fondi necessari (“si stanno cercando seicento milioni” campeggia una scritta al centro di pagina 51), sollecitando nel contempo lo Stato, unico legittimato, ad esercitare quel diritto di prelazione che avrebbe assicurato ai cittadini romani e a tutti gli italiani “questo splendido complesso di opere d’arte e di bellezze naturali”.
Infine, queste ultime righe, che chiudono l’articolo di Epoca… righe che dovremmo leggere bene, fissarcele a mente, noi che ogni giorno assistiamo al degrado, all’abbandono, alla rinuncia, alle speculazioni, alle vergogne… righe che scandiscono:
“I CITTADINI ROMANI DIVENTERANNO COSI’ PROPRIETARI DI UNA VILLA UNICA AL MONDO, PERCHÉ’ CONTIENE TESTIMONIANZE D’ARTE DI QUASI DUE MILLENNI E RACCOGLIE NEI SUOI GIARDINI CAMPIONI DI VEGETAZIONE DI OGNI CONTINENTE, TRA PRATI, PINETE, FONTANE, AIUOLE TERRESTRI E ACQUATICHE: UN MONDO DI OPULENTA BELLEZZA NEL QUALE SINO AD OGGI (era il 1963, NdR) QUASI NESSUNO POTEVA PENETRARE”.
Non pensate anche voi dovremmo fare qualcosa per continuare a meritarcelo?